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«Un rapporto di rispetto reciproco tra gli oggetti e gli esseri umani»

Intervista a Sophie Lou Jacobsen

«Un rapporto di rispetto reciproco tra gli oggetti e gli esseri umani»  Intervista a Sophie Lou Jacobsen

Questo autunno, come parte della fiera di design Contributions, l’artista multidisciplinare franco-americana Sophie Lou Jacobsen ha inaugurato la sua prima esibizione a Parigi, titolata Here Between it All. Uno studio artistico cominciato nel 2019 a New York, luogo di residenza dell’artista, il lavoro di Jacobsen esplora gli oggetti della quotidianità rivestendoli di un sentito nostalgico, incentrato sulle radici francesi della creativa. Jacobsen esplora il design che circonda le persone sfruttando il potere trasmutabile del vetro e della ceramica per raccontare l’emozione umana. Le opere di Jacobsen osservano in particolar modo come un oggetto può influenzare le emozioni di una persona, alternando lo stato psicofisico pur essendo inerti. Sono la forma e la funzione ciò che dà loro vita, aspetti che fanno nascere una connessione poetica tra uomo e materia. Il momento esatto in cui l’esperienza di un oggetto diventa rituale, l’attimo in cui una persona comincia a rispettare uno strumento è il focus principale di Jacobsen, nonché tema portante della sua prima esibizione di cui abbiamo avuto l’occasione di discutere insieme a lei. 

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Una nozione che affascina Jacobsen da tempo è “L’art de la Table”, un aspetto della tradizione francese che ha permesso all’artista di trovare un punto di incontro tra la sua produzione e le sue radici francesi. Dalla messa in tavola all’esperienza di degustazione e di condivisione, il pasto francese ha un che di ritualistico. «Per questo motivo, tutti i miei oggetti sono incentrati su semplici atti quotidiani di piacere: mangiare, bere, servire, disporre fiori, ospitare,» spiega Jacobsen, «Inoltre, tendo a fare riferimento a manufatti storici e oggetti di design per comprendere il contesto sociologico e ambientale di ciascun oggetto.» Ad ispirare il suo lavoro, spiega l’artista, sono movimenti come l’Art Nouveau e la vetreria a tema naturalistico dell'École de Nancy, i quali hanno ispirato la collezione di bicchieri Bouquet. Il vetro, rivela Jacobsen, rappresenta un elemento mutevole e poliedrico, non solo perché cambia colore e forma, ma anche perché nella vita di ognuno di noi riveste sia il ruolo di oggetto funzionale che quello di design. Non ha uno scopo unico. «Il vetro offre una quantità infinita di possibilità per quanto riguarda la forma e il colore, e con ogni nuovo processo ho la possibilità di sperimentare un mondo completamente nuovo,» spiega Jacobsen. «Le possibilità di alto/basso offerte dal materiale e dai suoi processi mi danno la possibilità di sperimentare un mondo nuovo.» 

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Così come un’opera d’arte suscita nell’osservatore sentimenti che possono essere dirompenti nei confronti del suo stato emotivo, gli oggetti comuni possono influire sulla mente della persona con cui vi interagisce. «Credo che gli oggetti possiedano un'energia innata che può avere un forte effetto sulla nostra vita,» spiega Jacobsen in merito alle sue opere. «Creando una risposta emotiva, credo che si possa creare un rapporto di rispetto reciproco tra gli oggetti e gli esseri umani, basato sull'attenzione, sulla cura e sul pensiero.» Per l’artista, la produzione che ha meglio personificato questo suo intento negli anni è stata la Ripple Cup, uno dei primi progetti lanciati dal suo studio. «Forma e funzione si fondono in modo apparentemente perfetto, senza dare l'impressione di essere ovvie in nessuna delle due direzioni: è una forma piccola e multifunzionale che è un piacere tenere in mano e usare.» Oltre a riservare una certa attenzione per l’Art Nouveau, che ispira le sue collezioni, Jacobsen guarda al Modernismo e al Postmodernismo. Più in particolare, nell’ultimo periodo ha trovato nell’arte ornamentale una ricca fonte di ispirazione. «Di recente mi sono ispirata ai motivi del Vecchio Mondo e alla nozione di "Grandezza Romantica". Sottsass, Scarpa e Hoffman (tra i tanti) sono grandi fonti di ispirazione, così come l'artigianato tradizionale.» 

La nuova esibizione di Jacobsen, Here Between It All, fa parte della design fair parigina Contribuitions, un grosso traguardo nella carriera della giovane artista. Una mostra immersiva e concettuale che presenta gli ultimi lavori di Jacobsen, Here Between It All esplora forme comuni, come i vasi e appliques a specchio, attraverso una lente contemporanea. Al suo fianco hanno presenziato anche ZN ALI, brand di tessuti londinese, Conie Vallese, autrice argentina di mobili e oggetti in metallo, e lo chef Caro Diario con un’installazione culinaria creativa. «L'iconico dipinto Ophelia di John Everett Mallais è servito da ispirazione,» ha aggiunto Jacobsen in merito alla sua mostra. «Lo spazio rifletteva l'interesse vittoriano per la bellezza, la morte, il "linguaggio dei fiori" e il delicato equilibrio tra fragilità e resilienza che esiste sia nel mondo naturale che nell'esperienza umana.»