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É la fine per il mito della Silicon Valley?

Quando un'utopia diventa distopia

É la fine per il mito della Silicon Valley? Quando un'utopia diventa distopia

Per la Silicon Valley - l’area industriale nella San Francisco Bay Area che ha dato i natali a start-up e multinazionali che hanno plasmato le nostre vite online e offline - non è un bel periodo. Il 2022 è stato l’anno in cui Amazon, Alphabet, Microsoft, Meta, Apple e molti altri hanno visto crollare le proprie azioni, a volte precipitosamente, mentre 120.000 dipendenti del settore tech perdevano il lavoro. L'esempio più ovvio di un tracollo che non dà segni di riprese, è, ovviamente, Twitter. A novembre, Musk aveva tagliato metà del personale e reintegrato alcuni degli utenti bannati più controversi (dal neonazista Andrew Anglin all'ex presidente Donald Trump) spingendo gli inserzionisti a disertare e utenti di spicco a lasciare un ultimo tweet come lettera d’addio. Ora, tra cause legali, potenziali violazioni della legge della Federal Trade Commission e dell'Unione Europea, uno staff in fuga e un mucchio di fatture non pagate, il futuro di Twitter è segnato. Ma non è tutta colpa di Musk. Il CEO di Tesla è stato solo la punta di un iceberg di recessione che ha caratterizzato gli ultimi cinque anni della piattaforma, con un calo significativo e progressivo di utenti e difficoltà nella moderazione, in un contesto di crisi generale che accomuna tutti i residenti della Silicon Valley.

@rawanog The end of an era #metalayoffs #careertok #techtok #bigtech original sound - Rawan | Career Programs

Come evidenzia The Atlantic, Meta ha perso centinaia di miliardi di dollari e licenziato più di 11.000 persone, ovvero il 13% del personale totale, il lancio del nuovo iPhone di Apple ha deluso le aspettative poche settimane prima della notizia che il Dipartimento di Giustizia stesse prendendo in considerazione una vasta causa antitrust contro il gigante della tecnologia, la qualità del search di Google è peggiorata a tal punto da spingere le giovani generazioni a rivolgersi a TikTok e Instagram per le ricerche in rete. Amazon, dopo anni di espansione senza sosta, fatica contro i sindacati (emblematico lo sciopero generale dei magazzinieri in un centro logistico di Staten Island), mentre si aggiungono una denuncia del National Labor Relations Board e nuovi tagli in arrivo. Allo stesso tempo, le numerose innovazioni che dovevano risollevare le sorti del bilancio non raggiungono gli standard qualitativi, tra prototipi di droni per le consegne di Amazon che continuano a schiantarsi durante i voli - provocando persino un incendio boschivo in Oregon - e Alexa bollata come un "colossale fallimento"

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A tutto ciò si uniscono i grandi casi di cronaca che hanno contribuito a sconfiggere il mito mediatico della Silicon Valley come regno utopico in cui le possibilità umane raggiungono l’apice della realizzazione: Elizabeth Holmes, creatrice della start-up Theranos un tempo la nuova grande promessa della scienza contemporanea, è stata condannata a novembre a più di 11 anni di prigione per aver frodato gli investitori della sua azienda dover aver propinato un’invenzione che, di fatto, non è mai esistita. Sam Bankman-Fried, ex cripto prodigio simpatizzante del Partito Democratico, ha chiuso l'anno in bancarotta, in cauzione e accusato di molteplici accuse di frode e, infine, di nuovo Musk. L’uomo che ha ispirato la caratterizzazione del personaggio di Iron Man interpretato da Robert Downey Jr, il supereroe che voleva vivere su Marte, ha conquistato un nuovo titolo da Guinness World Record: è la prima persona nella storia a perdere 200 miliardi di dollari, l’emblema di un uomo dalle grandi ambizioni consumato dall’avidità, lontano anni luce dagli ideali che professava agli inizi di carriera. Forse, ad essere in crisi non sono solo la Big Tech, sulla soglia di un’epoca di cambiamenti epocali che coinvolgono la natura stessa dei social network e il futuro di internet. Il problema è il crollo di un modello in cui ai visionari vengono affidati milioni per inventare un futuro che si rivela eternamente uguale al passato. Aziende lanciate con la promessa di connettere il mondo, rendere le informazioni gratuite per tutti, democratizzare la tecnologia, hanno passato gran parte dell'ultimo decennio nell’adeguarsi a quel sistema che desideravano di combattere. Ora, governata dai monopoli e segnata da un modello di lavoro tossico e anacronistico, il sogno della Silicon Valley sembra aver raggiunto la sua data di scadenza.