
Perché l’acquisizione di Woolrich da parte di BasicNet è importante Il gruppo italiano ha acquisito forse il suo brand più importante finora
Nel panorama degli affari di moda italiana non mancano sicuramente grandi e storici gruppi. Ma oltre all’impero dei giganti del lusso, è molto importante che una realtà relativamente giovane come BasicNet (il gruppo torinese ha “solo” 30 anni) stia conquistando sempre più terreno in quel territorio definibile “middle market” che sempre più brand stanno abbandonando e che sta diventando il nuovo, importante segmento del mercato su cui mettere le mani.
La conferma di questa espansione è arrivata oggi con la notizia dell’acquisizione di Woolrich, brand americano ultracentenario che in questi anni ha lavorato molto bene sul proprio posizionamento in aree sempre più premium del mercato. Un processo che, a operazione conclusa, potrebbe fare di Woolrich una realtà assai più grande di quanto già non sia.
Perché l’acquisizione di Woolrich ha senso
In primo luogo, l’acquisizione di Woolrich ha senso nel portafoglio di BasicNet, che negli anni ha collezionato una serie di brand che sono insieme storici, giovanili e incredibilmente popolari. C’è il duo Kappa e Robe di Kappa, ci sono i giganti commerciali K-Way e Sebago, la cui brand equity è semplicemente assurda; e poi anche Superga e Briko.
Va comunque specificato che l’operazione coinvolge il passaggio del controllo europeo del brand da parte del fondo di investimento L-Gam, fondo di investimento nato nel 2013 con il sostegno della Famiglia Reale del Liechtenstein e di famiglie provenienti da Europa, Asia e Stati Uniti, a BasicNet che dovrà adesso collaborare al potenziamento di Woolrich insieme a Baoxiniao Holdings, il gruppo cinese che detiene i diritti sul resto del mondo.
Per Woolrich, il vantaggio sarà quello di poter sfruttare le risorse di BasicNet, che includono una vasta piattaforma in cui sono integrate fabbriche e capacità produttive di vario livello, le ovvie strategie di sviluppo ma soprattutto una rete retail e distributiva enorme e perfettamente radicata in Europa, dove l’influenza della nuova gestione si sentirà più direttamente.
È chiaro comunque che l’obiettivo è anche quello di espandersi nel mercato cinese, che sarebbe la patria della holding che detiene i diritti mondiali del brand. E senza alcun dubbio un altro obiettivo fondamentale è il mercato americano, dove fino al 2023 c’erano solo tre negozi (due a New York e uno nella città natale del brand che si chiama pure Woolrich) ma adesso lo store locator del sito non ne mostra nemmeno uno.
La vicenda di Woolrich e i suoi proprietari
@jeanclaudempassy Browsing through the @Woolrich SS25 collection with creative director @Todd Snyder #Woolrich #MFW #ToddSnyder #Menswear #MensFashion #TikTokFashiok #MilanFashionWeek #CollectionWalkThrough Originalton - newkissontheblog
È essenziale che il brand americano abbia trovato “una casa” più stabile perché nell’ultimo decennio il brand originario ha cambiato appartenenza un paio di volte, mantenendo il proprio appeal (dopo tutto parliamo di un brand nato nel 1830 che già forniva equipaggiamenti per la Guerra Civile americana) ma correndo il rischio che il suo ricco heritage finisse in mano a uno di quei fondi-calderone dove diversi business si mescolano senza una vera coerenza.
Gli inizi in realtà erano stati buoni. Il brand è rimasto per poco meno di due secoli in mano a otto generazioni della stessa famiglia. Nel 2016, i licenziatari per l’Europa, cioè WP Lavori in Corso, rilevarono l’80% del brand originario creando una nuova società, la Woolrich International, in cui si trovava anche l’originaria parte americana dell’azienda e pure il brand giapponese Goldwin.
Due anni dopo però l’azienda chiuse l’ultima fabbrica storica che aveva negli USA (per anni e anni il brand aveva fatto sforzi di riportare la produzione in patria) e l’intero controllo passò al fondo lussemburghese L-Gam, sotto il quale il brand si sviluppò molto in Europa, dove ha praticamente tutti i suoi negozi mentre solo tre se ne trovano in Giappone.
L’ultimo sviluppo risale allo scorso giugno il fondo cinese Baoxiniao, che tra le sue varie proprietà ha pure il nostro Camicissima, ha acquisito i diritti intellettuali per tutti i territori extra-europei. Adesso si può dire che la musica cambierà: al di là della sua storia, Woolrich rappresenta oggi un brand di riferimento per la fascia medio-alta del mercato europeo e ha il potenziale di raggiungere nuovamente lo status di classico in tutto il mondo.
Adesso parliamo di soldi
The Great American Woolrich Company
— Pat (@Makistan1776) October 21, 2025
They are known for finely crafted outdoor products, particularly highlighted . These are fine adverts here, Woolrich is based in Pennsylvania! pic.twitter.com/z7T3RTA1oT
Quando si parla di un’acquisizione, non si può fare un blocco. Ci sono acquisizioni sane e incoraggianti e altre invece rischiose e azzardate. Quella di Woolrich appartiene alla prima tipologia. Quest’anno il brand dovrebbe registrare un fatturato di 90 milioni di euro, che è anche l’enterprise value dell’operazione: e considerato che l'acquisizione sarà fatta per 40 milioni, BasicNet ha risolto tutto a un prezzo abbastanza conveniente che dà ai nuovi proprietari un ottimo margine per il rilancio. E tutto con un brand storico, che cioè ha un forte appeal e riconoscibilità con i consumatori.
Secondo Fashion Network, il gruppo italiano finanzierà l’operazione tramite linee di credito anche se, in teoria, possiede già la liquidità necessaria per l’acquisizione. Anche questo un ottimo segnale perché significa che BasicNet non dovrà (ci si passi il termine) fare il passo più lungo della gamba per investire ulteriormente nel brand. Il gruppo, insomma, sta facendo questa acquisizione senza svenarsi. Un dato interessante considerato quanto spesso certe acquisizioni facciano indebitare il nuovo proprietario.
Per BasicNet, le cui vendite sono cresciute del 7,3% nei primi nove mesi dell’anno, l'operazione non solo amplia il portafoglio verso l'outdoor premium, ma rafforza la presenza in Europa con trenta nuovi store. Secondo le stime, la sinergia con Baoxiniao potrebbe fare di Woolrich un attore chiave nei mercati asiatici dove attualmente è assente, mentre il rilancio europeo, potrebbe far crescere i fatturati del brand del 20% o 30% di qui a tre anni. E a quel punto siamo certi, che BasicNet passerà alla prossima lucrosa acquisizione.
Takeways
- BasicNet, il gruppo torinese di Kappa e Superga, ha acquisito i diritti europei di Woolrich per 90 milioni di euro e ha integrato un'icona dell'outdoor americano nata nel 1830 nel suo portafoglio middle market.
- L'operazione, prevista per chiudersi a dicembre 2025, ha sfruttato la rete distributiva europea di BasicNet per rilanciare Woolrich e ha previsto una sinergia con Baoxiniao per l'espansione in Asia e negli USA.
- Con un enterprise value pari al fatturato stimato di 90 milioni, il deal è stato stato molto conveniente per BasicNet e fa supporre che ci saranno margini elevati per investimenti in retail e crescita.
- Nei primi nove mesi del 2025, BasicNet ha registrato vendite aggregate in aumento del 7,3% e ha confermato la solidità finanziaria per questa mossa strategica verso l'outdoor premium.














































