
Stone Island lancia la nuova campagna FW25 Nel nuovo capitolo di "COMMUNITY AS A FORM OF RESEARCH" c'è anche Alessandro Borghi
Stone Island torna a esplorare il legame tra moda e appartenenza con il nuovo capitolo di COMMUNITY AS A FORM OF RESEARCH, progetto che accompagna la presentazione della collezione FW25. L’iniziativa si afferma come manifesto dell’identità del brand: un dialogo continuo con una community internazionale, sfaccettata e in continua evoluzione, capace di incarnare l’anima sperimentale del marchio. La campagna, fedele all’estetica essenziale che da sempre caratterizza Stone Island, mette al centro i suoi protagonisti: volti diversi per storie e background, uniti dalla possibilità di reinterpretare i capi più iconici attraverso il proprio immaginario personale.
A dare avvio alla narrazione sono il campione NBA e imprenditore Carmelo Anthony e l’attore Don Johnson, figure che attraversano mondi apparentemente distanti ma capaci di convergere nella stessa visione stilistica. Accanto a loro, una lineup eterogenea che amplifica il concetto di comunità globale: l’attore Alessandro Borghi, il creativo Chokkan, la musicista Chy Cartier e il pugile campione del mondo Oleksandr Usyk. La stagione si arricchisce inoltre dei contributi di Earl Sweatshirt, dello scrittore Bret Easton Ellis, della cantautrice e produttrice Charlotte Day Wilson, del designer Clint 419, del musicista Isaac Hale e di Nasser Ssekandi, client advisor manager di Stone Island.
Dietro l’obiettivo troviamo David Sims, con lo styling curato da Max Pearmain e la direzione creativa di Ferdinando Verderi. Su un classico sfondo bianco, che da sempre funge da cornice neutra e riconoscibile, i ritratti valorizzano sia l’intensità dei personaggi che la ricerca tecnica dei capi. A intrecciare ulteriormente le immagini e i racconti, le domande firmate da Hans Ulrich Obrist, direttore artistico della Serpentine Gallery, che aggiungono un livello di riflessione inedito alla narrazione visiva. Con questa campagna, Stone Island riafferma la sua idea di moda come terreno comune, dove la ricerca non è solo materiale ma anche umana: un luogo in cui l’innovazione dei tessuti incontra la pluralità delle voci che li indossano.

















































