
Come i dazi USA potrebbero aiutare la moda italiana
Strano ma vero, il tasso di cambio favorevole potrebbe creare in Italia un nuovo “effetto Giappone”
31 Marzo 2025
Che tutti i dazi USA finiscano per aiutare il retail italiano? Dai dati emerge che le misure protezionistiche americane potrebbero paradossalmente spingere ancora più turisti a fare shopping in Italia, soprattutto nel settore del lusso. L’inasprimento delle tariffe minacciato da Trump, se attuato, potrebbe portare a un incremento proporzionale doppio della spesa tax free: un dazio del 10% si tradurrebbe in un aumento del 20% della spesa degli americani in Europa. A dirlo è Mathieu Grac, vice-presidente di Intelligence Strategy di Global Blue, in un report pubblicato da Il Sole 24Ore, che evidenzia come l’aumento dei prezzi negli Stati Uniti potrebbe spingere gli americani a cercare alternative più vantaggiose altrove, e l’Italia si candida come destinazione privilegiata. Il fenomeno si innesta su un trend già consolidato. Nel 2023-2024 l’Italia ha registrato un aumento del 20% nella spesa tax free dei cittadini extraeuropei, diventando la prima nazione in Europa per acquisti dei turisti stranieri. Tra il 2019 e il 2024, il tasso di crescita annuo composto (CAGR) è stato del 6,6%, dimostrando come il Paese abbia saputo intercettare la ripresa del turismo post-pandemia meglio di altre destinazioni. A trainare questo mercato sono stati soprattutto gli americani, responsabili di un acquisto su quattro nel 2024, con una crescita impressionante del 26% nell’ultimo quinquennio.
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Altri dati confermano la spinta degli extraeuropei agli acquisti italiani. La riduzione della soglia tax free a 70 euro, introdotta dalla legge di Bilancio 2024, ha portato mezzo milione di nuovi shopper, facendo crescere le transazioni del 44% e il valore della spesa del 5%. I turchi, in crescita del 39%, hanno approfittato della nuova fascia di prezzo per acquistare soprattutto prodotti artigianali, facendo segnare un aumento del 56% nelle transazioni tax free di questo segmento. Il 2025 si apre con ulteriori segnali positivi. Nei primi mesi dell’anno, le transazioni in Italia sono cresciute del 12-15%, e gli Stati Uniti restano il mercato da tenere d’occhio. Un sondaggio di Global Blue ha rilevato che il 91% degli americani ha intenzione di visitare l’Europa quest’anno e il 64% prevede di mantenere o aumentare la spesa nel lusso. Il deprezzamento dello yen ha già mostrato come il cambio favorevole possa trasformare un Paese in una meta di shopping globale: il Giappone è stato il primo al mondo per crescita della spesa tax free nel 2024 grazie a questo meccanismo.
Resting in my apartment in Italy,Milan after a full day of Shopping is my self care-practice
— Rosa (@rosanajjar) February 6, 2025
Un altro dato significativo arriva dallo studio Travelers retail market in Italy, condotto da Deloitte per Global Blue, che evidenzia l’effetto moltiplicatore del turismo sulle esportazioni. Nel 2024, i viaggiatori internazionali hanno speso 54 miliardi di euro in Italia, con un incremento del 5% sul 2023. Di questo valore, il 26% è stato destinato allo shopping, segnando un +10,6% sul 2024. La spesa dei turisti extraeuropei è cresciuta dell’11,7%, mentre quella degli europei ha registrato un CAGR del 5,6% tra il 2019 e il 2024. Se i dazi USA dovessero entrare in vigore, il retail italiano potrebbe trarne ulteriore beneficio, attirando un numero sempre maggiore di acquirenti americani in cerca di prezzi più vantaggiosi. La domanda ora è se l’Europa diventerà la loro destinazione di riferimento o se opteranno per mercati alternativi – il primo dei quali sarebbe il Canada, ma a giudicare dall’acrimonia che corre di recente fra i due paesi (il nuovo premier canadese ha definito «finita» l’amicizia tra i due paesi) è difficile immaginare molti turisti americani in Canada nei prossimi mesi. Quello che è certo è che nel mezzo di questa confusione l’Italia ha già dimostrato di saper cogliere al meglio queste opportunità. Ma il dollaro dei turisti americani riuscirà a risollevare le sorti della moda nel paese?