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Guai a sottovalutare Onitsuka Tiger

Forte del suo fandom tutto Gen Z, il brand può essere la sorpresa del 2023

Guai a sottovalutare Onitsuka Tiger  Forte del suo fandom tutto Gen Z, il brand può essere la sorpresa del 2023

Prima che le Onitsuka Tiger Mexico 66 diventassero un feticcio della Gen Z come alternativa indie delle viralissime adidas samba, la rinascita del brand nipponico era già in moto da tempo. La collezione FW23 che ha debuttato ieri a Milano è stata il culmine di un processo di rebranding partito nel 2017, quando Andrea Pompilio, che dal 2013 collabora con il brand e dal 2017 ne è direttore creativo, ha trasportato il suo retaggio - Prada, Alessandro Dell'Acqua, Calvin Klein e Saint Laurent - nel mondo dell'athleisure. Capi streetwear sì, una parola che negli ultimi anni ha assunto quasi un’accezione dispregiativa, il risultato di troppe sneaker e di un trend che ha raggiunto la data di scadenza, ma che con Onitsuka rivive in una veste inedita, in un’eleganza minimale tipicamente nipponica che sa di sartorialità. 

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Abbigliarsi a strati è parte fondamentale della cultura giapponese. La vestizione del kimono è un rituale che si esegue attraverso la sovrapposizione di vesti dai pesi diversi da quella intima leggerissima fino al vero e proprio kimono, poi chiuso da una larga cintura. Cappotti over di lana bouclé pressata o di ciniglia dall'effetto faux fur, ampi giacconi dai revers a sciarpa, giacche oversize di feltro a tre o quattro bottoni da portare anche sovrapposte, rendono la silhouette voluminosa, ma mai bulky. I piumini imbottiti sono invece frutto della collaborazione con Zanter, marchio giapponese pioniere nella creazione di abbigliamento tecnico da montagna. La silhouette è completata da pantaloni baggy di nylon e feltro, sia lunghi sia in versione bermuda in chiffon con tasconi e boxer a vista. Tute aderentissime enfatizzano i volumi, felpe e hoodie lasciano il passo a dolcevita in maglia mohair-touch, camicie di chiffon o a tank top scollati. Gli abiti sono fluenti, sia corti che lunghissimi, di georgette e jersey drappeggiati con fusciacche o coulisse che disegnano la silhouette. La palette è minimale, parte dal nero signature a cui si aggiungono le sfumature di grigio, il beige e l’arancione acceso. Il risultato finale segna un passaggio importante per il brand, una collezione co-ed che, pur mantenendo il suo spirito active, è molto più orientata verso un'estetica urbana ma sartoriale.

@nataliaspotts Usually the first sentence would make me not want them but I love them sm #onitsukatiger original sound - Natalia

Anche le calzature sono pensate per la città: ankle boots e alti stivali di pelle oppure sneakers che si evolvono in hiking shoes ibridate da maxi suole carrarmato. Ciascuno presenta il nuovo logo Onitsuka Tiger ton sur ton, parte del rebranding che introduce un lettering più bold e un packaging lucidissimo in giallo e nero, colori signature del brand, retaggio di Kill Bill e del successo ciclico delle Mexico 66. Proprio sulla scia dell’iconico modello il brand nato nel 1949 da Kihachiro Onitsuka conta più di 52 miliardi di visualizzazioni su TikTok, una viralità del tutto spontanea frutto di un ritrovato gusto per le sneaker dalle silhouette slim e dal passato importante. Ed è così che Onitsuka Tiger è diventato uno dei brand di sneaker preferiti dalla Gen Z e ora che anche gli abiti, grazie alla sapiente guida di Pompilio, hanno quella coolness abbordabile di cui abbiamo tutti avremmo bisogno nel nostro guardaroba. Che sia l’inizio dell’era dello streetwear sartoriale?