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Mouth Full of Golds: la storia dimenticata di Eddie Plein

L’inventore dei grillz che rifiutò di aggiornarsi al mondo digitale

Mouth Full of Golds: la storia dimenticata di Eddie Plein L’inventore dei grillz che rifiutò di aggiornarsi al mondo digitale

Ci sono oggetti che sono entrati nell’immaginario collettivo in modo così profondo, che sembrano  essere lì da sempre. Per gli amanti dell’hip hop, il grillz è uno di questi. Nessuno sa di preciso conosce l’origine delle dentiere dorate, quasi come se fossero sempre esistite. La domanda sulla loro origine sembrava avere una risposta scontata anche per Lyle Lindgren, video maker e fotografo inglese appassionato di hip hop, fino a che non ha conosciuto Eddie Plein, gioielliere di New York e inventore del grillz come lo conosciamo oggi. Il loro incontro ha dato vita a Mouth Full of Golds, un libro che racconta la parabola di Plein, da migrante Surinamese nella New York degli anni ‘70, a gioielliere di fiducia di molte delle rap star che hanno segnato l’hip hop anni ‘90.

Abbiamo incontrato Lyle Lindgren per fargli qualche domanda sulla storia dimenticata raccontata all’interno del volume.

La prima domanda è forse la più ovvia: perché ti sei innamorato di questo tema? Perché i grillz?

Da bambino avevamo i CD e mio fratello maggiore quando li finiva, me li passava (gli album dei Gangstarr per esempio) e una volta mi diede 6 Feet Deep dei Gravediggaz. Sulla copertina c'erano i membri del gruppo, e c'era RZA con le zanne da vampiro e il suo nome scritto sopra. Ricordo di aver guardato quella cover, e di aver pensato che fosse la cosa più bella che avessi mai visto. Un altro momento significativo è stato quando sono andato a vedere il film di James Bond Il mondo non basta, dove era presente Goldie.  A Londra in quel periodo, con la drum'n bass e il jungle, Goldie si vedeva in giro. Ricordo di averlo visto nel film: denti d'oro, recitava come il cattivo di Bond, ed era incredibilmente interessante con addosso quella quantità di oro. A quel punto mi sono appassionato e ho iniziato a fare ricerche.

Come hai conosciuto Eddie Plein?

Io e Goldie, che nel frattempo avevamo incominciato a lavorare assieme, eravamo a New York per realizzare un’app sui graffiti.  Era il periodo in cui A$AP Rocky stava esplodendo con PESO e Purple Swag. Quando è uscito Instagram, utilizzavo molto hashtag come #goldteeth #goldteethnewyork, per questo incontrai un ragazzo chiamato Sinceremrmula, che faceva i denti per Rocky e Ferg.  Visto che stavamo andando a New York dissi a Goldie: «Incontrerò questo ragazzo per prendere uno stampo nella hall dell’hotel, e farmi i denti» e lui mi disse «Sei così ossessionato da questo tema, dobbiamo incontrare la persona che ha inventato il grillz». E io gli chiesi «Cosa vuoi dire? Nessuno ha inventato il grillz, è l’industria dentale» e lui mi rispose «No, Eddie Plein l'ha inventato, il suo concept, l'ha sviluppato e, dato che sei così interessato, dovremmo incontrarlo».

Così siamo andati nel Queens per conoscere Eddie e sono rimasto scioccato per quanto fosse rispettato. Tutti lo conoscevano e gli volevano bene per quello che aveva fatto negli anni '80: era un eroe.  Poi ci siamo spostati a Brooklyn, nella sua casa di famiglia, e abbiamo iniziato a girare questa intervista. Molto umilmente ha iniziato a parlare della sua storia, e delle persone per cui aveva fatto i denti: Jay Z, Ludacris, Big Boi, Andre 3000 e l'elenco continuava. E quella che era iniziata come un'intervista di cinque minuti, sembrava una storia molto più grande. Così abbiamo iniziato a fare ricerche, perché fino ad ora non c'era niente a riguardo.

Perché pensi che Eddie sia stato dimenticato per tutto questo tempo?

Ne abbiamo discusso molto, fondamentalmente penso che il mondo sia diventato digitale e lui è rimasto analogico. Non ha protetto la sua invenzione. Il Colosseum, dove aveva il suo primo spazio, non era un vero negozio, era uno stand aperto, dove tutti potevano vederlo lavorare. Quando è andato ad Atlanta, ha aperto il suo showroom e era al suo apice – parliamo dell’epoca prima di Internet. Eddie viene da un'altra generazione, è un uomo d'affari che si è fatto da sé, che promuoveva la sua attività attraverso il passaparola, le magliette, i volantini. Quando è arrivato Internet e sono arrivati i millennial, lui è stato un po’ arrogante, dicendo «F**k millenials, f**k internet, non mi interessano i computer».  Se non proteggi la tua eredità e non la sposti online, puoi essere su Print Magazine, ma comunque non esisti.  Anche io, facendo ricerche, ho dovuto consultare molte vecchie riviste hip hop, perché quelle immagini non esistono online.

La storia di Eddie Plein mi ricorda quello che è successo con Dapper Dan, una persona che ha fatto scuola negli anni '90 ma poi è stata dimenticata.

Sì, la loro traiettoria è simile, hanno creato qualcosa di senza tempo. Ogni generazione vede quell’estetica: guardiamo la MCM Costum Jacket di Dapper Dan ed è senza tempo.  Eddie lo stesso, ha creato qualcosa che sembra incredibile negli anni '80 come ora. Ma, come Dapper Dan, quando il mondo diventa digitale e tu sei analogico, sei relegato a non essere raccontato e la tua eredità diventa un sussurro. Quindi per me era importante raccontare la sua storia perché, se non lo facciamo, la storia non è scritta correttamente.

In Haute Denture, l’ultimo capitolo del libro, dici che A$AP Rocky è l’apripista per l’ascesa dei grillz in questa generazione. Perché proprio Rocky?

Quello che ha fatto Rocky è stato prendere il grillz, un oggetto dall’estetica molto maschile e aggressiva, e dargli un tocco più morbido, possiamo dire femminile, più considerato dal design. A$AP Rocky, come artista, ha preso tutta questa iconografia dall'hip hop e l’ha messa a confronto con quella dell'alta moda, creando un’estetica unica. Lui indossa il grillz inferiore, una scelta che urla hip hop, ma indossa anche Raf Simons e Margiela. È una delle prime persone a dire davvero: «Queste sono le mie influenze, è così che facciamo le cose». Conosciamo rapper che diventano super ricchi molto rapidamente, ma non sono accettati nell'alta moda. Penso che anche Pharrell abbia fatto lo stesso, ma Rocky l'ha portato su un livello diverso.