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È stato scoperto il vero nome di Banksy?

Forse questa volta per davvero

È stato scoperto il vero nome di Banksy? Forse questa volta per davvero

Potremmo aver scoperto il vero nome di Banksy. Nell'ultima puntata del podcast di BBC, The Banksy Story, è stato reso pubblico uno spezzone di una vecchia intervista all'artista risalente al 2003. Durante la conversazione, Nigel Welch, corrispondente della testata americana, chiese al misterioso artista se il suo vero nome fosse Robert Banks. La risposta di Banksy fu la seguente: «Il nome è Robbie». Per i fan del writer, il primo indiziato che salta in mente è Robert Del Naja, cantautore dei Massive Attack, a lungo accostato alla figura di Banksy. La risposta dell'artista risalente al 2003, però, crea un'ancora maggiore aura di mistero. Il suo nome di battesimo è dunque Robbie o Robert? Queste ulteriori speculazioni seguono gli ultimi aggiornamenti, i quali riportavano come il suo vero nome sarebbe potuto venire a galla nel corso di un processo legale. Nel 2022 tramite il proprio profilo Instagram, Banksy, come spiega un articolo di Artribune, aveva invitato dei vandali a prendere di mira uno store del marchio Guess, il quale aveva utilizzato delle sue opere all'interno di una collezione senza richiedere alcun permesso. Il gesto di Banksy ha inevitabilmente portato a una battaglia legale che potrebbe essere finalmente arrivata a un clamoroso punto di svolta in seguito a una causa per diffamazione condotta dalla società Full Color Black, gestita da Andrew Gallagher (proprietario anche di Brandalised). L'azienda che aveva collaborato proprio con Guess nella realizzazione di articoli raffiguranti le opere d'arte di Banksy. Tale punto di svolta prende il nome di Robin Gunningham, citato all'interno degli atti, nonché la presunta identità di Banksy. Una notizia tuttavia non del tutto affidabile, divulgata dal Daily Mail, tabloid che in passato ha diffuso alcune notizie poi rivelatesi infondate. Il querelante che sta citando in giudizio Banksy per quasi 1,4 milioni di sterline è sarebbe proprio Andrew Gallagher. Si parla di un risarcimento di almeno £1.357.086 e un'ingiunzione contro presunte diffamazioni.

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La causa legale di Gallagher prende di mira sia Banksy che Pest Control Office Limited, l'ente che autentica le opere d'arte del writer. Inoltre, il conflitto tra Gallagher e Banksy andrebbe avanti da più dieci anni, più precisamente da quando Full Color Black iniziò a vendere senza alcun tipo di permesso immagini di Banksy. L'avvocato di Gallagher ha aggiunto: «La cosa peggiore che potrebbe accadere a Banksy sarebbe essere smascherato comparendo in tribunale. La sua arte cambierebbe agli occhi dell'opinione pubblica se qualcuno scoprisse la sua identità e la storia che ha alle spalle.» Full Color Black è conosciuta nel Regno Unito per la sua produzione di cartoline di auguri, ma sul proprio sito si può notare come la stessa sia anche sia specializzata nella registrazione di licenze e commercializzazione di street art. In più, come chiarisce anche Il Post, Full Color Black e Brandalised fanno leva sul fatto che essendo i graffiti una forma d’arte che si trova in strada, dunque in luoghi pubblici, le leggi sulla fotografia e sul dominio pubblico del Regno Unito permettono a chiunque registri i diritti per una determinata immagine di utilizzarla commercialmente. Quindi, un artista che vede l’immagine delle sue opere diventare proprietà di un’azienda potrebbe contestare questa appropriazione e reclamare i suoi diritti d’autore. C'è un però: fare graffiti su muri di proprietà pubblica o privata è un reato in moltissimi paesi: è il motivo per cui quasi nessuno si fa avanti e per cui Full Colour Black può dire di avere i diritti per replicare un’opera di street art su magliette, tazze e cartoline d’auguri e venderle senza dover dividere i ricavi con l’autore o l’autrice dell’opera stessa. Oggi più che mai potremmo essere vicini alla fine di uno degli enigmi più curiosi relativi al mondo dell'arte.