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Come la Future di Maison Margiela è diventata un classico delle sneaker E come sta tornando

Si dice spesso che le designer sneaker non sono un buon investimento. In effetti, negli anni, tanti brand hanno prodotto altrettante sneaker di grande qualità ma solo pochissime sono riuscite, come si dice nel settore, a “forare la bolla” e diventare veri classici. Uno dei brand le cui sneaker sono rimaste costantemente rilevanti è Maison Margiela, che nel proprio inventario ha grandi classici (come la Replica) e moderne hit (come la Sprinter) ma nel cui archivio si nascondono modelli ancora più leggendari che ora stanno riemergendo. Uno di questi è la sneaker Future.

Sneaker intellettuali per la swag era

Come si diceva, Maison Margiela ha un ottimo track record nel campo delle sneaker. Quelle che produce, seguendo il suo storico approccio di decostruzione, sono sempre state in grado di unire minimalismo, futurismo e un certo tocco di stranezza avant-garde. La Future, in questo senso, è uno dei capolavori del brand, un modello high-top arrivato al culmine della “swag era”. La sua particolarità è stata quella di far dialogare con grande successo lo zeitgeist della propria epoca (e cioè i primi anni ’10) con i codici “de-identificati” del brand: una struttura di pelle bianca priva di segni, nessun laccio visibile e quella chiusura alla caviglia che ricordava atmosfere vagamente sci-fi.

Il look della “swag culture” dell’epoca era un’evoluzione dal look Indie Sleaze creato da Hedi Slimane e Decarnin da Balmain e vedeva pantaloni stretti con cavallo e vita bassa abbinati a stivali o sneaker alte, hoodie zip e giacche Napoleon con sotto magliette a righe. La svolta “swag” veniva da una maggiore enfasi sui colori brillanti e sull’ostentazione del branding. Nel contesto del look, le gambe strette dei pantaloni tendenvano a cadere sulle scarpe arricciandosi e piegandosi e dunque lasciando scoperta la sneaker e creando una silhouette di gamba stretta e grossa scarpa che si ritrova in molto del menswear più sportivo dell’epoca.

La sovversione implicita della Future risiedeva nel fatto che fosse una sneaker che pur rientrando in quel look non possedesse branding visibili. In modo molto Margiel-esco la si riconosceva proprio perché non aveva segni di riconoscimento oltre al puro design, che includeva le due linguette che nascondevano i lacci, il leggero gonfiore della tomaia di pelle monocroma, la chiusura con il velcro e l’impuntura dietro al tallone che hanno le sneaker del brand.

La nascita delle Future di Maison Margiela

Il loro debutto ufficiale non avvenne in passerella. Anche se molte fonti riferiscono che la prima apparizione risalga alla SS11 di Maison Margiela, la sneaker non appare né nelle passerelle maschili né in quelle femminili. Un vecchio articolo di Hypebeast conferma invece che la sneaker era parte di una «stagione Pre-Spring/Summer 2011» che però risultava disponibile già nel novembre 2010. L’ipotesi più probabile è dunque che il modello facesse parte di una di quelle pre-collezioni commerciali, nate per i buyer dei principali multimarca, che venivano presentate privatamente via appuntamento all’inizio della stagione estiva per entrare in produzione e uscire prima delle feste.

Un secondo articolo di Hypebeast del dicembre 2010 conferma in effetti che il brand stesse rilasciando tutta una serie di nuove sneaker un mese dopo la Future nei mesi precedenti alla stagione delle vacanze invernali. Nell’articolo si dice che le sneaker fossero già disponibili nella boutique del brand a Hong Kong. Fin qui nulla di strano: il brand era un favorito degli amanti della moda ma non aveva ancora “sfondato” nella cultura pop. Quando lo fece, circa due anni più tardi, le sneaker Future furono al centro del rilancio il cui grande (forse unico) protagonista fu Kanye West.

Maison Margiela, le Future e la cultura pop

@dozt0k Crowd goes crazy after Kanye plays first note of Runaway during Yeezus Tour (2014) #kanye #kanyewest #yeezy #yeezus #hiphop #nostalgia #2014 #fyp #vultures #ye #mbdtf original sound - DoZ

Ai tempi di My Beautiful Dark Twisted Fantasy, Kanye West indossava molto Nike e molto Louis Vuitton. Il suo era un look saldamente piantato nella “swag era” di cui si parlava prima ma che dava già segnali di evoluzione: nel 2008 era uscita l’ormai leggendaria Nike Air Yeezy; nel 2010, anno d’uscita dell’album, ci fu il celebre stage presso Fendi; nel 2011 debuttò (con tiepidissimi risultati) alla Paris Fashion Week in un percorso che sarebbe poi culminato con Yeezy nel 2015. Proprio qui iniziò la collaborazione tra Kanye e Margiela.

Nel dicembre 2012, Kanye tenne un trio di concerti al Revel Resort & Casino di Atlantic City: fu la prima occasione in cui indossò le celebri maschere-gioiello di Margiela. Circa intorno a quell’epoca, come fu poi confermato dal collettivo del brand (il capo atelier all’epoca era Matthieu Blazy) iniziarono le prime conversazioni tra il cantante e il brand. Fast forward all’ottobre del 2013, e dunque l’inizio del tour di Yeezy, durante il quale West si presentò sul palco con una serie di look custom made che includevano le ben note maschere, bomber oblunghi, pantaloni di seta e una nuova versione delle Future creata appositamente per l’occasione in cavallino.

«Abbiamo consultato gli archivi della Maison perché volevamo che Kanye entrasse davvero nello spirito di Maison Martin Margiela», disse un portavoce del brand a Hypebeast nel novembre 2013. «Abbiamo scelto capi iconici e abbiamo trovato il modo migliore per adattarli al tour di Kanye, in modo che tutti i costumi fossero in linea con la scenografia dell'artista Vanessa Beecroft e offrissero una nuova visione e interpretazione dei capi classici». Le sneaker nello specifico furono un modello unico in un guardaroba per il tour che includeva dieci capi di Haute Couture (ovvero la collezione Artisanal) e venti della collezione ready-to-wear.

Lo Yeezys Tour fu un successo planetario, West portò una nuova attenzione sul brand e in generale gettò un ponte tra la moda istituzionale e il mondo della musica e dell’hip-hop che si ritrovarono a parlare la stessa lingua e a confrontarsi con un nuovo e più giovane pubblico. Il successo fu tale che nell’agosto del 2014 Maison Margiela mise in commercio il modello di Future in cavallino creato apposta per Kanye. Negli anni precedenti erano già apparse versioni con suola gialla e metalizzate.

L’evoluzione della sneaker dopo Kanye

Nel febbraio 2015 la line-up di sneaker di Maison Margiela era pienissima di modelli e varianti. Adesso John Galliano era nel brand e il “Martin” nel nome era andato via. A partire da quella data e poi anche nelle stagioni successive la sneaker, fino ad allora chiamata semplicemente “High-Top” e ribattezzata “Sci-fi” dalla stampa, venne chiamata “Future” e ne vennero rilasciate colorway limitate tramite Barneys.

La sneaker continuò a essere re-rilasciata in diverse versioni però venne aggiornata con nuovi concept quattro volte: nella SS17, uscì la versione con i cut-out che sembrava essere stata smembrata con un taglierino; nella SS19 la pelle della tomaia venne sostituita con PVC trasparente esponendo l’anatomia di suede e schiuma; nella FW19 venne invece completamente ri-disegnata con una suola platform e un design low-top col nome di New 22 Future Low e, infine, nel marzo 2020 uscì un’ultima versione in cui solo gli elementi strutturali erano rimasti e la sneaker era diventata una sorta di sandalo alto fino a metà polpaccio.

Le acque sono rimaste silenziose fino allo scorso ottobre, quando il brand (ora sotto Glenn Martens) ha deciso di ri-rilasciarle nelle colorway originali bianche e nere (tecnicamente nella prima release c’era una versione grigia) nel contesto del nuovo impeto che sta definendo il brand. In realtà, nello show SS26 del brand, ne è stata poi presentata una nuova versione in cui le cinghie imbottite di veltro fasciano l'intera scarpa. 

È assolutamente plausibile, poi, che le sneaker avranno un nuovo ruolo nell’aggiornamento all’identità del brand che Martens sta creando con la sua sensibilità che unisce il linguaggio quotidiano all’avant-garde della moda. Forse, insieme al ritorno delle Bekett di Isabel Marant, anche il ritorno delle Future indica il prossimo avvento di un’ondata di sneaker high-top.

Takeaways

- Le sneaker Future di Maison Margiela sono state recentemente re-rilasciate nell'ottobre 2025 nelle colorway originali bianco e nero, segnando un ritorno alle radici storiche del brand nel contesto della collezione SS26, con una nuova variante che enfatizza cinghie imbottite di velcro per un'estetica futuristica aggiornata.

- Il debutto ufficiale delle Future risale alla pre-collezione Spring/Summer 2011, disponibile già a novembre 2010, ma non avvenne in passerella, bensì attraverso presentazioni private per buyer, incarnando l'approccio deconstructivista del brand con un design high-top seamless privo di branding visibile.

- All'apice della "swag era" dei primi anni 2010, le Future si imposero come icone intellettuali della streetwear, dialogando con lo zeitgeist di pantaloni stretti e ostentazione attraverso un minimalismo anonimo che sovvertiva i codici del lusso, riconoscibile solo dal puro design come linguette nascoste e impunture al tallone.

- Il coinvolgimento di Kanye West nel 2012, con i primi concerti ad Atlantic City in maschere Margiela, culminò nel Yeezus Tour del 2013, dove vennero create versioni custom in cavallino per il palco, elevando le sneaker a ponte tra moda istituzionale e hip-hop, con un rilascio commerciale della variante pony hair nell'agosto 2014.

- Dopo l'era Kanye, le Future evolsero sotto John Galliano dal 2015, assumendo il nome ufficiale e venendo reinterpretate in varianti storiche come i cut-out distrutti della SS17, il PVC trasparente della SS19, il low-top New 22 della FW19 e il sandalo strutturato del 2020, prima del silenzio fino al revival attuale sotto Glenn Martens.