
La prima collezione di Abigail Smiley-Smith come direttore creativo di Maison Kitsuné Si chiama Voyage Vestiaire ed è stata presentata alla Paris Fashion Week

Per la collezione Primavera/Estate 2026, lo showroom di Maison Kitsuné si è immerso in un’atmosfera di colori morbidi, denim giapponesi raffinati, maglieria pregiata e illustrazioni stilizzate di una Parigi Art Déco, con la volpe della Maison rinnovata a simbolo di un nuovo capitolo luminoso; a guidare questa evoluzione è Abigail Smiley-Smith, nuova direttrice creativa che in passato ha lavorato per Calvin Klein, Stella McCartney e Victoria Beckham, e il suo arrivo segna un punto di svolta per il brand fondato venticinque anni fa da Gildas Loaëc e Masaya Kuroki, tanto che li abbiamo incontrati a Parigi per discutere di quella che appare a tutti gli effetti come una nuova stagione per Maison Kitsuné, un marchio che a un quarto di secolo dalla nascita entra in una fase più matura e consapevole della propria evoluzione.
Designer britannica con un percorso costruito in alcune delle più influenti maison parigine, Abigail incarna la visione di Maison Kitsuné come sintesi di eleganza parigina e innovazione giapponese, di moda e cultura, di disciplina e sensibilità artistica; la sua prima collezione, intitolata «Voyage Vestiaire», prende le mosse dall’immagine poetica di un viaggiatore giapponese che riscopre Parigi con occhi nuovi, e la designer spiega di aver voluto esprimere «una Parigi in costante reinvenzione, vista dallo sguardo curioso, rispettoso e affascinato di un outsider», aggiungendo che «la collezione parla della costruzione di un guardaroba funzionale ma poetico, capace di riflettere la doppia eredità tra le due culture». Le silhouette della SS26 restituiscono questa idea di movimento e leggerezza attraverso capi fluidi e versatili che restano essenziali ma sono ricchi di sfumature materiche; il guardaroba maschile rilegge i codici preppy parigini con tessuti tecnici e tagli contemporanei, mentre la linea femminile trova un equilibrio naturale tra struttura e spontaneità che cattura il ritmo della vita urbana, e per Smith Maison Kitsuné è da sempre «un guardaroba moderno e funzionale», con la sfida della stagione nel «renderlo più raffinato ma sempre indossabile e attuale».
La ricerca sui materiali riveste un ruolo centrale: tessuti come popeline stropicciato, cotone giapponese e seersucker tecnico raccontano il dialogo tra Oriente e Occidente che anima la Maison; «Quando penso al Giappone, penso subito all’innovazione tessile e al denim, ambiti nei quali eccellono davvero», afferma Smith, mentre le icone della Parigi classic,dalle fontane alle stazioni della metropolitana fino ai motivi Art Déco, vengono reinterpretate in collezione attraverso uno sguardo esterno, fresco e curioso. Tra i momenti salienti della stagione spicca la capsule Savoir-Faire, che celebra l’incontro tra tradizione francese e artigianalità giapponese con sei pezzi esclusivi, dai capispalla in pelle di alta qualità alle camicie all’uncinetto fino al denim artigianale; ogni capo è corredato da un’etichetta che illustra le tecniche impiegate, a testimonianza del legame profondo tra heritage e innovazione.
Se la direzione artistica di Abigail definisce un nuovo corso creativo, per Gildas Loaëc rappresenta anche una tappa significativa nell’evoluzione della Maison: «Abbiamo iniziato quasi venticinque anni fa e, ancora oggi, continuiamo a imparare e a crescere nel mondo della moda», osserva il fondatore, aggiungendo che «il nostro obiettivo è sempre stato evolvere verso un’offerta più sofisticata ed espressiva, con più stile, più tecnica, più savoir-faire; grazie ad Abigail ci sentiamo pronti a entrare con sicurezza nella Paris Fashion Week e, per noi che siamo nati a Parigi, è un passo dal significato profondo». Loaëc interpreta questa fase come una maturazione naturale del brand, che continua a costruire un universo multidisciplinare tra moda, musica, ospitalità e arte; «Tutto ciò che facciamo, dagli interni alla moda, dal nostro nightclub alla nostra etichetta discografica, ruota attorno alla creatività e alla curatela», spiega.
La forza di Maison Kitsuné, aggiunge, risiede nel suo modello indipendente: «Siamo ancora al 100% indipendenti, e questo ci dà la libertà e la flessibilità di crescere con i nostri tempi». Abigail Smith legge questa indipendenza come una fonte di autenticità e sottolinea come molti brand aspirino a definirsi lifestyle brand, mentre Maison Kitsuné «lo è davvero, perché così è nata»; un’autenticità che si riflette nella community del marchio, fatta di persone accomunate da gusto e sensibilità condivisi, e «Maison Kitsuné è per i nomadi culturali che si muovono tra città come Parigi, Tokyo e Londra, persone curiose e appassionate di design, musica e moda: il brand deve rispecchiare quel mondo in cui un ikebana giapponese convive naturalmente con un paio di jeans vissuti, perché in definitiva è una questione di armonia, cultura e gusto». Con la collezione Primavera/Estate 2026, Maison Kitsuné riafferma l’ambizione di compiere un salto di qualità attraverso un’evoluzione che non rinnega le origini ma le amplifica, intrecciando artigianalità, design e visione globale; con questo esordio Abigail Smith apre una nuova era per la Maison, contemporanea e cosmopolita, sospesa tra Parigi e Tokyo, tra eleganza senza tempo e sperimentazione creativa.






















































































