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Le più belle librerie dei brand di moda

L'inaugurazione della nuova libreria di Saint Laurent sbaraglia la concorrenza

Le più belle librerie dei brand di moda  L'inaugurazione della nuova libreria di Saint Laurent sbaraglia la concorrenza

Quando i governi d’Europa eliminarono le restrizioni legate alla pandemia, i brand di moda si tuffarono a braccia aperte incontro alle attività locali. Supermercati, caffetterie e biblioteche firmate raccontavano un nuovo modo di comunicare con il pubblico, da subito stregato dal sentore di inclusività e nostalgia che producevano le edicole di lusso. A distanza di anni dai primi pop-up store, dal supermercato di Prada a Shanghai al Circolo Gucci a Londra, le maison continuano ad investire nel marketing locale, anche se tempi e spazi adesso sono decisamente cambiati. Come vedrete nella lista sottoscritta, nel corso degli ultimi anni i brand hanno imparato a trasformare le iniziative locali in dei veri e propri centri culturali; così come l’interesse principale dei consumatori non è più scattare una foto di fronte all’insegna del logo del brand, i giganti del lusso stanno costruendo delle esperienze sensoriali e intellettuali per i clienti, lungi dall'ostentazione. Senza nulla togliere ai video TikTok che esplorano la nuova libreria di Saint Laurent sull’Île Gauche di Parigi, il lusso punta nuovamente sul geek chic. Ecco, dunque, i brand che hanno aperto una libreria negli ultimi anni. 

 

Marc Jacobs a Londra e a Parigi (2012) 

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Nella moda e nel marketing, sono ormai poche le cose che Marc Jacobs deve ancora provare. Uno dei primi designer e direttori creativi ad intercettare il valore della community di lettori (prima di lui, Karl Lagerfeld nel 1999), lo stilista  newyorchese aprì librerie in giro per il mondo nell’ormai lontano 2012. Sostenendo che comprare libri è un affare emotivo, «come comprare vestiti», Jacobs lanciò prima, nel 2010, un negozio di libri a New York, tuttora all’attivo, poi altri tre dalle dimensioni orbitali nel cuore di Parigi, di Londra e, in seguito, anche di Tokyo. Dalla fotografia all’arte, dalle edizioni più rare alle collane più pop, Bookmarc è stato un segno dei tempi, il tentativo da parte del designer americano di contribuire alla salvaguardia delle librerie. 

 

Gucci a New York (2018) 

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Una delle passioni più grandi di Alessandro Michele, ex direttore creativo di Gucci, la libreria aperta dalla maison a New York nel 2018 è nata come espansione della sede del brand, Gucci Wooster, uno spazio di vendita e «punto di incontro culturale» in cui perdersi tra le pagine di un buon libro. Al 375 West Broadway, il negozio è stato curato da David Strettell di Dashwood Books, la mezza per i bibliofili amanti dell’arte, ed ospita tutti i libri creati da Gucci negli anni, come Useless Magic di Florence Welch, ma anche vecchi titoli iconici nell’editoria dell’arte, come King for a Decade by Jean-Michel Basquiat. 

 

Louis Vuitton a Shanghai (2023) 

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L’anno scorso, Louis Vuitton ha inaugurato ben tre librerie a Shanghai come parte di una campagna immersiva nel marketing del brand oltremare: caffetterie, bar e gift shop hanno preso parte ad una serie di aperture ispirate alla forte unione tra la forte unione che lega il brand al Paese. Un anno prima, durante la stagione estiva, era stata aperta una libreria a Capri, un piccolo negozio sui toni del blu affacciato sul mare, mentre precedentemente, come parte del progetto “Librairie Éphémère”, la maison ha messo in atto un take-over delle bouquinistes della Rive Gauche parigina e di sei edicole storiche a Milano e a Venezia. 

Saint Laurent a Parigi (2024) 

A Saint Laurent non è bastato aprire il suo più grande flagship-store di sempre, a dicembre dello scorso anno. Questo febbraio, la maison ha aperto una libreria nel cuore di Parigi, ospite una selezione di dischi e di pubblicazioni a cura del direttore creativo Anthony Vaccarello. Precedentemente una boutique di abbigliamento Saint Laurent, la nuova apertura include rare edizioni e guanti bianchi per sfogliarle, riviste e dischi fuori commercio. In concomitanza con l’inaugurazione del negozio, il brand ha collaborato con diversi artisti per la produzione di nuovi titoli, rilanciando poi progetti passati tra cui il libro di Betty Catroux, musa storica di Yves Saint Laurent. Il nome del brand si legge raramente all’interno della libreria, ma si ritrova sulle penne, sugli accendini e sulle tazze in vendita, firma inconfondibile del taglio anni ’90 della direzione artistica di Vaccarello per il brand. 

 

Enfants Riches Déprimés a Parigi (2024) 

Nick Drake, i Cocteau Twins, Egoïste Magazine e altre pubblicazioni iconiche sostano sugli scaffali della“Anti Public Library” di Enfants Riches Déprimés, aperta a Parigi lo scorso gennaio. Il nome è un marchio registrato del brand da tempo, slogan protagonista di diverse collezioni e titolo della pagina Instagram che utilizzano per condividere contenuti nostalgici. Un’insegna in legno verde scuro e mobili in mogano danno il benvenuto al lettore, e nonostante il nome all’ingresso, un bar con alte sedute invita il visitatore a godersi un bicchiere di vino in compagnia, sulle note di Dancing Barefoot di Patti Smith, o forse Perfect Day di Lou Reed. Un’esperienza che invoglia a spegnere il telefono e ad immedesimarsi nella vita del secolo scorso, entrare nella libreria di Enfants Riches Déprimés è come viaggiare nel tempo.