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LVMH è salva dalla crisi del lusso?

Al momento sì, ma non si può gridare al trionfo

LVMH è salva dalla crisi del lusso? Al momento sì, ma non si può gridare al trionfo

Nell'ultima comunicazione finanziaria, LVMH Moët Hennessy, anche noto come il più grande conglomerato di lusso al mondo, ha annunciato ricavi record per l'anno fiscale 2023. Nonostante i toni assai trionfali e i notevoli risultati, il quadro non è tutto a rose e fiori, anche se dà al settore del lusso motivi di avere un moderato ottimismo per l’anno appena apertosi. Il gruppo ha infatti riportato un aumento del 5,5% nelle vendite complessive del gruppo, ammontanti a 23,95 miliardi di euro nel quarto trimestre. Il tasso di crescita organica è stato un impressionante 10%, che ha superato le aspettative di mercato fissate all’8%. In particolare, il segmento moda e pelletteria ha registrato un aumento del 9% nelle vendite organiche, in linea con le previsioni e trainato principalmente da Louis Vuitton e Dior, con Celine e Loewe in terza e quarta posizione, tra i brand in più rapida crescita c’è invece Loro Piana. Parlando delle critiche ricevute da parte della stampa, Arnault ha detto: «È importante ricordare che Louis Vuitton non è un'azienda di moda. È un'azienda in cui abbiamo voluto inserire un po' di moda a partire dal 1995». Per l'intero anno, il conglomerato ha raggiunto vendite totali di 86,15 miliardi di euro, riflettendo un aumento dell'8,8%. Su base comparabile, la crescita è salita a un impressionante 13%, superando la previsione del consensus di 85,83 miliardi di euro. In termini di redditività, il profitto netto per il 2023 è aumentato dell'8% a 15,17 miliardi di euro. Tuttavia, questa cifra è risultata inferiore alla previsione del consensus di 15,72 miliardi di euro, principalmente a causa degli effetti negativi del cambio che hanno colpito i margini del gruppo.

Arnault, presidente e CEO di LVMH, ha sottolineato l'eccezionale attrattiva dei loro brand nonostante le sfide economiche e geopolitiche dicendo: «La crescita non è e non deve essere l’obiettivo. L’obiettivo è la desiderabilità. La gente deve desiderare il brand». Nonostante i molti problemi che infiammano il Medio Oriente e gli ostacoli della supply chain nel Mar Rosso, Arnault ha detto di non prevedere aumenti di prezzo nel corso dell’anno – almeno non troppo significativi. Mentre il conglomerato si prepara per il 2024, Arnault ha espresso fiducia, evidenziando la partnership con i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 che dovrebbero segnare un trionfo aziendale per il gruppo che ne è, praticamente, il principale patron insieme al governo. In una mossa strategica per la pianificazione della successione, la famiglia di Arnault ha proposto le nomine di Alexandre Arnault e Frédéric Arnault al consiglio di amministrazione. Questa decisione mira a garantire continuità e stimolare la crescita all'interno del conglomerato. Rispondendo alle suggestioni di smembrare LVMH circolate in questi giorni, Arnault ha respinto l'idea, considerandola inappropriata. Ha sottolineato la forza della diversità dei marchi del gruppo e la capacità di aumentare il rapporto prezzo-utile senza ricorrere a uno spin-off: «Il gruppo è basato sulla diversità dei suoi brand». Arnault ha anche accennato alla probabilità che LVMH si espanda ulteriormente, sia attraverso acquisizioni che attraverso la crescita organica. 

Ma come dicevamo il quadro è buono ma non ottimo: il rallentamento del lusso si percepisce anche tra i brand superstar. Le azioni di LVMH hanno registrato un calo del 23% negli ultimi sei mesi a causa della frenata nella domanda di lusso a livello globale. Il reparto del gruppo più malsicuro degli altri è quello relativo alle bevande alcoliche, con il cognac Hennessy che ha registrato una performance meno che ottimale mentre, osservando le percentuali della revenue relative ai quattro trimestri si nota come le revenue, sebbene altissime, siano in effetti calate negli ultimi due trimestri mentre si è registrata una «leggera diminuzione delle attività immateriali legata all'impatto negativo della rivalutazione degli impegni di acquisto delle partecipazioni di minoranza e agli effetti valutari». Il rapporto segue risultati misti tra i restanti player del lusso, con Burberry e Ferragamo che hanno ridotto le previsioni di profitto e Richemont e Brunello Cucinelli che hanno invece superato le aspettative. Arnault ha individuato potenziali rischi legati all'escalation dei conflitti nell'Europa orientale e nel Medio Oriente, avvertendo di potenziali e futuri impatti su LVMH nel 2024.