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Per Brioni, anche il profumo è un lusso personale

Il direttore creativo del brand ci racconta la sua nuova fragranza

Per Brioni, anche il profumo è un lusso personale Il direttore creativo del brand ci racconta la sua nuova fragranza

Per Norbert Stumpfl, direttore creativo di Brioni, il lusso è una cosa personale. E non perché sia qualcosa di soggettivo, ma perché si rivela intimamente nella sfera personale di chi ne fruisce. Una nozione che si applica non solo agli abiti che il designer austriaco crea per il brand, ma anche ai suoi profumi – tutti firmati, per la maison romana, da Michel Almairac, uno dei più riveriti maestri profumieri di Grasse. «Dico sempre che indossare gli abiti di Brioni è come essere avvolti in un abbraccio – una cosa che rende il nostro uomo a suo agio con se stesso e lo stesso vale per il profumo». L’ultima fragranza presentata da Brioni, Essentiel, come le altre tre che l’hanno preceduta, è un complemento ideale al guardaroba maschile che il brand è andato perfezionando nei suoi 78 anni di storia: opulento ma discreto, nobile nei materiali, prezioso nelle sue note come la sartoria del brand è preziosa nei suoi dettagli. Stumpfl, entrato in Brioni nel 2018, ha portato una ventata di spontaneità e rilassatezza nel linguaggio un po’ cattedratico della storica sartoria romana: «Quando sono arrivato da Brioni, il brand era noto per vestire politici con bellissimi completi, tutto ruotava intorno a quest’idea di perfezione. Si voleva creare l’immagine di un uomo potente, quasi impossibile da avvicinare. Ma quando io mi trovo a parlare con uomini potenti, quando loro si aprono e parlano di cose al di fuori del lavoro le cose si fanno interessanti, perché anche loro sono padri, sono amici, hanno una vita interiore – non c’è più questa perfezione, non sono inavvicinabili. Noi continuiamo a creare i loro completi ma penso che il mio apporto al brand sia stato esplorare le sfaccettature dell’uomo moderno», spiega il designer. «E quindi non volevo, sai, quel tipo di profumo opprimente che si sente in tutta la stanza e fa cadere la gente dalla sedia quando entri», continua Stumpfl. «È qualcosa di diverso. È qualcosa che si impara a conoscere quando ci si avvicina all'uomo che lo indossa. È un lusso personale. Qualcosa di più delicato». 

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Il designer, in effetti, ha un rapporto particolare con i profumi fin dall’infanzia: «Ricordo la fattoria di mia nonna, circondata da un roseto. Da bambino le annusavo e mi facevano venire la pelle d'oca - questi odori naturali sono incredibili. Abbiamo una cosa simile anche a Roma, con il gelsomino...» Un legame con la natura che nasconde una ricerca di armonia. L’aroma del profumo non intende evocare nulla di grandioso o di fuori dal mondo, ma un’esperienza riposante come può esserlo «entrare in contatto con la natura - un tipo di sensazione che ci manca nelle città. Quando si cammina sul soffice pavimento di una foresta e la luce passa attraverso le foglie». Per farlo, sono stati scelti ingredienti rigorosamente naturali: «Nella profumeria moderna ci sono molti ingredienti creati in laboratorio perché si pensa che gli quelli naturali siano instabili. Noi invece abbiamo ricercato proprio ingredienti naturali che fossero molto stabili. Per Michel [Almairac, ndr] è importante creare profumi del genere. Ha lavorato per tutta la vita con ingredienti sia naturali che artificiali, ma utilizzare solo aromi naturali è un risultato importante perché riporta la profumeria alla sua forma ottocentesca. E farlo con un profumo moderno, per un uomo moderno è qualcosa che non si vede tanto spesso». All’estetica, in questo caso, si è sposata anche l’esigenza della sostenibilità: «Utilizziamo ingredienti sempre più sostenibili. Per il signor Pinault e per tutta Kering questo è il futuro. Nel 2025 tutto dovrà essere completamente sostenibile. E in questo caso non è solo il profumo, ma anche la bottiglia e il packaging».

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L’idea di creare un profumo con ingredienti esclusivamente naturali e inadulterati è stata anche una sfida – una delle note di Essentiel, il patchouli, è stata lavorata per essere più delicata e durevole delle fragranze tradizionali, mescolata a una varietà di fava tonka brasiliana che non era mai stata impiegata finora in profumeria. Queste due note creano una base che ricorda l’aria pulita e il petricore che si solleva dalla terra dopo una pioggia. Stumpfl collega l’anima di questo profumo a una sensazione ben precisa, legata al suo vissuto: «Venendo da un piccolo villaggio in Austria, sono sempre stato circondato da fiumi, alberi e tutto il resto. Ma negli ultimi 25 anni ho vissuto in grandi città - ora vivo a Roma, ma prima vivevo a Londra, Parigi e New York. Ho sempre sentito la mancanza della natura, la sensazione di naturalezza in un profumo che ti fa ricordare quando da piccolo correvi tra gli alberi, nei boschi. È una bellissima sensazione. Sai che oggi dicono come servirebbe andare nei boschi per ricaricarsi? Questa è la sensazione che ci manca quando diventiamo adulti». A precedere le note di cuore, dolci e legnose, evocando il fogliame, ci sono bergamotto e cardamomo, agrumati e pungenti; a seguirle, c’è la scia ambrata del sandalo e dell’incenso. «Lavoriamo davvero come nella cucina italiana: prendiamo pochissimi ingredienti, solo i migliori, per creare ricette molto semplici. Di solito nei profumi ci sono tantissimi ingredienti diversi e penso che creare qualcosa di potente a partire da pochi, semplici ingredienti è la natura del lusso. È la stessa idea che seguiamo per l’abbigliamento: non c'è nulla di eccessivo o di forzato».