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Lo stile italo-preppy anni '80 ritorna con la nuova collezione di Robe di Kappa

Il brand diventato l'immagine del benessere degli anni '80, oggi torna in chiave basic

Lo stile italo-preppy anni '80 ritorna con la nuova collezione di Robe di Kappa Il brand diventato l'immagine del benessere degli anni '80, oggi torna in chiave basic
@weel_lee
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@miriamfahim
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@giulialdp
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@pizzaboycoco
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@andreafaccio
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Quest’anno tra gli street style della fashion week e nei feed di Instagram la varsity jacket è stata uno degli elementi più ricorrenti addosso a influencer e personalità della moda. Sulla scorta della mania del vintage, l’industria della moda ha guardato allo stile vintage per eccellenza, il classico e variagato mondo del preppy americano di cui in Italia nel corso degli anni ‘70 e ‘80 Robe di Kappa fu il principale portavoce. Oggi quella stessa estetica è stata tradotta e aggiornata con la nuova linea del brand che ripropone lo stile del preppy italiano lanciata quarant’anni fa dal brand stesso e che ha rappresentato un punto di svolta per la moda del nostro paese. 
Leonardo Colacicco di LC23  e Jacopo Pozzati sono stati i consulenti che hanno rieditato e remixato gli archivi del brand per la nuova collezione, adattando ora un design originale del '92, ora un’altra degli anni ‘70 o applicando su un cardigan i ricami creati nel ‘84. L’idea dietro la collezione è quella di recuperare e valorizzare un archivio che è sì parte della storia della moda pop italiana, ma che può ancora parlare al mondo di oggi se reinterpretato attraverso l’ottica dei basic.

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Trasformare il singolo capo basic in un elemento facilmente ricombinabile per creare sempre nuovi look è in fondo alla base del brand, nato nel ’68 vendendo t-shirt, e seguendo l’intuizione del founder Maurizio Vitale che aveva previsto l’imminente arrivo della cultura casualwear tra i giovani della sua generazione che avrebbero voluto esprimersi con i loro vestiti. A quei tempi l’idea del basic era una rottura della tradizione, i jeans e le t-shirt bianche erano un simbolo di ribellione giovanile che era incarnata, nelle pubblicità dell’epoca, dalle ammiccanti campagne di Oliviero Toscani che a un certo punto costarono al fotografo una citazione in tribunale.

Col tempo la carica eversiva dei basic si perse, ma non il loro appeal che, nel corso degli anni ‘80, ormai normalizzato dalle nuove generazioni, trovò i propri rassicuranti volti in Antonio Cabrini e Marco Tardelli, che con la loro vittoria ai Mondiali del ‘92 avevano fatto dimenticare all’Italia la cupezza degli anni di piombo inaugurando il ritorno della prosperità economica nel paese e il consolidamento di quella classe media di cui Robe di Kappa divenne, stilisticamente parlando, una lingua madre.

Su quella tela bianca, le subculture dei tardi anni ‘80 plasmarono i paninari, disimpegnati e fanatici delle ultime mode, e dello yuppismo fatto di staple sartoriali e opulenta sobrietà. Ma al di là delle subculture, che pullulavano nelle grandi città, quel linguaggio comune divenne il pane quotidiano di quella vasta galassia che fu la provincia italiana. Ancora oggi, guardando le foto vintage dei giovani cresciuti in quegli anni, si vede come le pubblicità dell'epoca riflettessero i valori e il lifestyle della prima generazione di italiani in blue jeans e t-shirt bianca, che sperimentavano l'apertura della cultura italiana verso gli orizzonti internazionali con l'entusiasmo e la vitalità che definiva quell'epoca di crescita economica e disimpegno. 

Oggi le esigenze sono diverse: da un lato c’è il mercato di Millennial e Gen Z attratto dal mondo del vintage e in cerca di una realness da parte dei brand di moda che devono avere storia, valori e soprattutto identità; dall’altro c’è la nuova fascinazione che il mercato nutre per i basic, i capi essenziali sobri e affidabili che sostituiscono all’urlo dei loghi la qualità di materiali e costruzioni.
Una serie di esigenze che la nuova collezione raccoglie, creando una serie di basics monocromatici nelle sfumature del nero, del grigio e del panna che trasportano l’eleganza casual e quotidiana delle collezioni vintage  di Robe di Kappa verso una direzione contemporanea, aggiungendo ad esempio il tailoring al vocabolario atletico con un completo in viscosa ma anche strizzando l’occhio tanto all’estetica vintage che alla logomania dello streetwear con una brand tag piazzata ora su una manica, ora sulla schiena. L’idea alla base rimane sempre la stessa e cioè è quella della libertà d’espressione - capi versatili e ricombinabili ma dalle linee abbastanza moderne da formare un vocabolario autoconclusivo. Un obiettivo che dunque rimane immutato rispetto al Robe di Kappa degli anni ‘80 ma che è in grado di parlare a una nuova generazione.

La nuova collezione di Robe di Kappa è disponibile a questo link.