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Che fine ha fatto John Richmond?

Il brand che ha segnato l'estetica anni Duemila punta al rilancio partendo da Shanghai

Che fine ha fatto John Richmond? Il brand che ha segnato l'estetica anni Duemila punta al rilancio partendo da Shanghai

Tre diverse coordinate geografiche, tre diversi luoghi da cui partire per raccontare il passato e il futuro di John Richmond, il brand fondato dall'omonimo designer inglese che ha scritto una pagina di storia della moda all'inizio degli anni Duemila con quattro semplici lettere stampate su una tela di denim
Nato a Manchester ma formatosi a Londra, Richmond ha trovato nella capitale inglese e nella sua scena musicale vivissima la fonte d'ispirazione principale per la sua estetica, che si è presto stratificata partendo da giacche in pelle, jeans skinny, T-shirt stampate, insieme ad un attitudine profondamente rock, strafottente e ribelle. L'Italia, paese di produzione del brand, è stato un mercato fondamentale per il successo del marchio, con una rete di store da Milano a Napoli che di lì a breve si sarebbe espansa nel resto del mondo. Shanghai è ora la città scelta per il rilancio del brand dopo una lunga battaglia legale e un periodo di oblio, il luogo da cui Richmond intende ripartire, con lo show andato in scena qualche settimana fa e con l'apertura di una nuova rete di punti vendita. 

Nonostante l'ispirazione rock del brand sia una delle caratteristiche più associate a Richmond, il brand può vantare una sartorialità invidiabile, in una modernissima commistione di gusti e silhouette che gioca sui contrasti e su un'interpretazione irriverente ed originale di formalwear. La fama del brand conosce un'espansione senza precedenti all'inizio degli anni Duemila, un successo che prende il via con le collezioni rilasciate tra il 2003 e il 2004 che portavano per la prima volta in passerella quei jeans a vita bassa con la scritta Rich stampata sulla parte posteriore. Quel singolo item, con un lettering presto riproposto su mille altri capi, da pantaloni a top fino a borse e cappellini, contribuì, soprattutto in Italia, a far diventare Richmond un fenomeno di costume che entrò a far parte della cultura giovanile del tempo, che apprezzava l'animo ribelle del marchio ma anche quel branding così immediato e riconoscibile. Fu l'inizio di una crescita che comprese anche la creazione di diverse linee di profumi (da noi interpretate da Aldo Montano e Belen e Stefano De Martino, vi ho sbloccato un ricordo), nel tentativo di andare a creare un brand che raccontasse e rispecchiasse anche un preciso lifestyle, un progetto alimentato da campagne pubblicitarie provocatorie e quindi indimenticabili, spesso con volti d'eccezione come Madonna.

Nel 2015, con una mossa a sorpresa, la società del Lussemburgo Fashioneast acquisì il 100% dei diritti di di proprietà intellettuale delle varie linee parte del brand John Richmond, come Richmond X, Richmond Denim, Richmond, Richmond Junior e JR. Fu l'inizio di un lungo scontro legale che andò di pari passo con un certo annebbiamento creativo per il brand e una conseguente perdita di interesse da parte del pubblico. Nel 2017, però, il brand è entrato a far parte del gruppo Arav, che ha lavorato ad un piano strategico per il rilancio di Richmond che guarda soprattutto all'Asia. Nonostante la pandemia, inoltre, le vendite del brand sono cresciute del 70% nel 2020 su Farfetch, un successo che porterà il marchio, di cui Richmond stesso è rimasto direttore creativo, al lancio di una nuova piattaforma di e-commerce, oltre all'implementazione di nuove collezioni, anche di gioielli e di beauty, così come di collaborazioni che verranno svelate durante l'anno. L'espansione in Asia è iniziata con l'apertura di uno showroom di oltre 5 mila metri quadrati a Shanghai, un approdo celebrato con uno show che ha portato in passerella i classici rivisitati del brand, dal contrasto ultra glam di capi in bianco e nero, alle stampe animalier, al denim, fino all'omaggio all'Union Jack. 

Un passato glorioso e un successo globale e inaspettato sono due fattori che spesso impediscono di guardare al futuro con lucidità, rimanendo troppo legati a vecchie glorie e sicuri successi. Un pericolo a cui Richmond sembra essere scampato egregiamente, grazie ad una nuova linfa vitale che non ha paura di sperimentare, senza sacrificare la propria identità.