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I quattro designer emergenti di Fashion East 2020

I grandi nomi della moda inglese di domani

I quattro designer emergenti di Fashion East 2020 I grandi nomi della moda inglese di domani

Il Fashion East è uno degli eventi più amati della London Fashion Week da vent’anni a questa parte. Fondato nel 2000 da dame Lulu Kennedy, che è anche la designer di Lulu & Co e editor-at-large di LOVE Magazine, il Fashion East è una piattaforma per la promozione di giovani talenti del design che, per ogni stagione, dà modo a tre designer di menswear e tre di womanswear di presentare la propria collezione durante la London Fashion Week. Fra i talenti scoperti e lanciati dalla Kennedy ci sono nomi come JW Anderson, Martine Rose, Craig Green e Simone Rocha. Nemmeno quest’anno i giovani talenti del design sono mancati – con l’unica differenza che le circostanze storiche hanno relegato lo showcase dei quattro nuovi talenti presentati quest’anno al mondo digitale. I quattro giovani designer protagonisti del Fashion East 2020 hanno infatti presentato la propria collezione di debutto attraverso un fashion film, presentando collezioni capaci di toccare temi tanto personali quanto d’attualità. 


Maximilian 

Maximilian Davis ha presentato la collezione migliore del gruppo, velando i topic socio-politici che ha affrontato con le sue creazioni dietro una metafora personale: l’heritage culturale del carnevale di  Tridad e Tobago. Nel 1834, gli schiavi di Trinidad e Tobago furono infatti emancipati e in seguito trasformarono l'annuale Carnevale, durante il quale  erano stati costretti a esibirsi in passato, in un gesto di resistenza alle tradizioni eurocentriche, celebrando una liberazione che continua fino a ora. 

Il risultato finale, così come appare nel lookbook scattato da Rafael Pavarotti, è tanto una celebrazione della cultura del Carnevale di Trinidad e Tobago, con modelli vestiti da diavoli blu e le favolose tiare piumate di Nasir Mazhar; quanto una piacevole rievocazione dell’estetica dei primi 2000, con vite basse e mini-skirts che rievocano gli iconici look di Lil’ Kim. 


Goomheo

La coreana Goom Heo ha creato per la sua collezione di debutto un’estetica maschile particolare, caratterizzata da suggestivi drappeggi e volumetrie fluide, ispirate ai dipinti erotici dell'artista tedesco Paul Wunderlich. L’occhio e lo sguardo è il letimotiv della collezione, declinato sul piano concettuale in una serie di abiti che avvolgono il corpo, ne rivelano parti ma che non lo lasciano esposto: l’insegnamento (se uno ne esiste) è che sono gli abiti e la loro maniera di accompagnare il corpo il vero spettacolo. Lo chiffon di seta, le fasce che piovono dalle cinture contrastate dagli orli alti dei crop-top creano un gioco interessante e assai raffinato.  Non mancano nel resto della collezione tocchi androgini e artigianali che, a dispetto del mood vagamente noir del lookbook, aggiungono una dose di allegria e spensieratezza alla collezione.


Nensi Dojaka

Eterea, dark ma non per questo meno giocosa e vivace è la collezione di Nensi Dojaka, designer albanese il cui senso per la decostruzione l’avrebbe portata, negli anni ’90, a rivaleggiare con la regale Ann Demeulemeester. L’ispirazione alla danza e alla libertà di movimento, alleggerisce comunque il mood di una collezione fatta di abiti che paiono delicati come farfalle. Dojaka è la più famosa designer del gruppo grazie all’endorsement di Bella Hadid, che ha indossato uno dei suoi abiti per gli MTV Awards dello scorso agosto.

La cura posta nel costruire l’architettura di questi vestiti, che sono insieme impalpabili e strutturatissimi, farebbe rientrare la designer ventisettenne nel regno della moda avant-garde. Il rapporto fra forza e vulnerabilità è anche alla base della scelta del nero come colore dominante di una collezione che include anche bodywear e swimwear oltre che una serie di abiti da sera.


Saul Nash

Intitolata Flipside, questa collezione è ispirata al concetto di funzione, movimento e trasformazione. Nash è un ballerino oltre che un designer e i suoi abiti che, in apparenza, possiedono un mood spiccatamente sportivo ma che in realtà racchiudono una grazia e un’inventività che al giorno d’oggi è rara. Gli abiti della collezione sono tagliati tridimensionalmente, senza cuciture laterali, e dotati di zip che, aprendosi o chiudendosi, possono alterarne la funzione, ci sono anche alcune borse che possono essere indossate alla caviglia o al braccio. Ad alcuni capi classici sono stati aggiunti dei tagli a mandorla che rivelano la pelle e aiutano il movimento fisico, una specie di unione di estetica, statement e funzionalità mentre le sneaker del lookbook sono state fornite da Nike e customizzate da Hernan Guardamagna.