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In Francia si sono create lunghe code per la riapertura di Zara

Il fenomeno del revenge spending potrebbe riguardare anche il settore del fast fashion

In Francia si sono create lunghe code per la riapertura di Zara Il fenomeno del revenge spending potrebbe riguardare anche il settore del fast fashion

L’11 maggio in Francia è cominciata la fase di riapertura, che ha reso di nuovo possibile l’accesso a tutti i negozi grandi meno di 400 metri quadri. Anche numerosi store Zara hanno riaperto e molti si sono recati nei negozi, creando però lunghissime file e assembramenti che hanno suscitato controversie su Twitter per il mancato rispetto del distanziamento sociale. Numerosi utenti del social media, tra cui anche alcuni giornalisti, hanno documentato la vicenda, facendo notare che a Parigi non tutti indossavano la mascherina regolamentare e che a Lione e Bordeaux i clienti attendevano la riapertura anche sotto la pioggia.
Lo stesso è avvenuto il 12 maggio davanti alla boutique di Louis Vuitton sugli Champs-Elysées. Anche in Libano si è presentata una simile situazione, con un utente di nome  @chr_syh che ha fatto notare: 

Qui in Libano ci sono persone affamate che protestano per i bisogni umani più basilari. E poi ci sono altre persone che riempiono i negozi di Zara per comprarsi una giacca del c***o e ovviamente non rispettano le regole del distanziamento sociale. Siete tutti troppo egoisti per avere di nuovo la vostra libertà. 

Ciò che è avvenuto in Francia e Libano permette di prevedere ciò che forse avverrà anche in Italia una volta che anche nel nostro Paese si avvierà la fase di riapertura. Oltre a rappresentare un potenziale fattore di rischio, questo tipo di assembramenti davanti ai negozi di Zara e la boutique di Louis Vuitton dimostra che probabilmente, come in certi casi è avvenuto in Cina, anche in Europa il fenomeno del revenge spending (quella corsa ai negozi che si verifica dopo protratti periodi di parsimonia forzata) porterà a lunghe file davanti i negozi che si tradurranno in un possibile aumento dei ricavi. Come gli eventi francesi hanno dimostrato, questo fenomeno non riguarderà solo il settore del lusso ma anche quello del fast fashion – previsione che diventa ancora più attendibile se si considera che molti retailer applicheranno forti sconti alla propria merce per smaltire le giacenze dei magazzini.