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Come sarà Prada secondo Raf Simons

Cosa possiamo aspettarci dall'inedito incontro tra due delle menti più geniali del fashion system

Come sarà Prada secondo Raf Simons Cosa possiamo aspettarci dall'inedito incontro tra due delle menti più geniali del fashion system

Dopo voci insistenti e continui rumors, domenica scorsa una conferenza stampa annunciata all'ultimo momento nel quartier generale del brand italiano, ha dato conferma di quanto molti si aspettavano. A partire dal 2 aprile 2020, Raf Simons diventerà co-direttore creativo di Prada, al fianco della stessa Miuccia Prada
Si tratta di una partnership unica nel suo genere e mai sperimentata prima, che potrebbe mettere in discussione il sistema moda nella sua interezza e l'imperante idea di individualità creativa.

Se l’idea della partnership consiste nel lavorare insieme, il risultato di questa conversazione può andare al di là del prodotto, estendendosi alla diffusione di un pensiero e di una cultura. Una visione pura della creatività, in cui il prodotto funge da veicolo di questi concetti. 

Anche se universalmente riconosciuti come geni, capaci di anticipare i tempi e creare tendenze, Prada e Simons hanno background molto diversi. Miuccia Prada è figlia dell’alta borghesia milanese, laureata in Scienze Politiche alla Statale, attivista di spicco durante il Sessantotto (leggenda vuole che indossasse Saint Laurent e smeraldi alle manifestazioni) e che si è trovata a dirigere l'azienda di famiglia a soli 29 anni. Partendo dagli anni ’90 e dal successo della sua nylon bag, ha trasformato il piccolo business fondato da Mario Prada nel 1913 in una realtà globale e universalmente riconosciuta, seguendo il suo istinto ribelle e un’idea atipica di femminilità. 
Raf Simons, invece, è il figlio di un metronotte e di una donna delle pulizie, nato a Neerpelt, un piccolo paesino belga nel 1968. Laureato nel 1991 in Industrial Design and Furniture Design alla LUCA School of Arts di Genk, ha iniziato la sua carriera disegnando mobili. Uno stage, diventato poi amicizia, con Walter Van Beirendonck e il famoso White Show di Maison Margiela del 1991 gli hanno fatto scoprire l’amore per la moda. Nel 1995 ha fondato il suo brand eponimo e collezioni come Sea of Desires e Inverse Future, con i loro riferimenti intrisi di graffiti art e skate culture, ne hanno fatto uno dei pionieri della Trickle Up Theory, una corrente di pensiero secondo la quale è la strada ad influenzare la moda e non viceversa. La sua straordinaria capacità di conciliare estetica underground e sottoculture con il minimalismo e la moda intellettuale di fine anni '90 lo ha consacrato come uno dei più grandi talenti della sua epoca. 

Prada e Simons si incontrano per la prima volta nel 2005, quando il designer belga è chiamato a disegnare le collezioni di Jil Sander, all'epoca di proprietà del Prada Group. Sette anni più tardi Simons passerà a Dior e di lì a poco a Calvin Klein, un'avventura conclusasi nel dicembre del 2018. Pare che subito dopo le sue dimissioni dal brand americano, Patrizio Bertelli si sia messo in contatto con Simons per cercare un modo di collaborare.  

Da qualche tempo i detrattori sostengono che Prada abbia perso aderenza con il contemporaneo, troppo fossilizzato in una ciclica ripetizione di item e codici. L’arrivo di Raf con il suo immaginario unico e particolare, che per quanto oscuro e intellettuale è diventato il riferimento per un'intera nuova generazione di artisti, tra cui Kanye West e A$AP Rocky, potrebbe riconnettere Miuccia ad un pubblico più giovane. C’è chi è già pronto a giurare che il loro debutto segnerà la più grande rivoluzione della moda Made in Italy degli ultimi anni e chi pensa che l’idillio fra i due non sia destinato a durare, un po’ come era successo tra Simons e Calvin Klein, un rapporto naufragato per gli insufficienti risultati commerciali. Altri sostengono invece che si tratti di un esperimento per capire se Simons potrebbe essere l'erede giusto per l'impero Prada, dato che Miuccia sarebbe pronta a ritirarsi, nonostante la designer italiana abbia negato queste illazioni. 

La prima collezione Prada disegnata in collaborazione da Miuccia e Raf Simons sarà svelata a settembre 2020, durante la Milano Fashion Week dedicata alle collezioni donna SS21. In attesa di scoprire cosa creeranno due geni del loro calibro, nss magazine ha messo a confronto i loro percorsi creativi, provando ad immaginare come sarà la nuova donna Prada firmata Miuccia e Raf. 

 

Una creatività sovversiva

Cambiano i tempi e la creatività deve accompagnare questo cambiamento. La sinergia di questa partnership ha ampie ramificazioni. È una reazione ai tempi in cui viviamo – un’epoca di nuove possibilità, che consentono di assumere un punto di vista e un approccio diversi rispetto alle metodologie consolidate. Si può anche interpretare come il primo passo in direzione di più vasti ambiti di interazione – l’inizio di uno scambio e di una collaborazione liberi, che si interrogano sulle convenzioni creative.

Queste le parole che hanno annunciato la partnership tra Simons e Prada, che preannunciano questa collaborazione come un evento rivoluzionario, capace di sovvertire non solo l’attuale concetto di collaborazione tra designer, ma l’intera industria del fashion. La signora Miuccia, d’altronde, ha da tempo radicato i suoi progetti nel sovversivo, riscrivendo i codici della bellezza, esplorando i confini del brutto e ribaltandone il senso. Miuccia è ossessionata dagli elementi disarmonici, è stata lei a trasformare un semplice zaino in nylon in una it-bag mondiale, oltre ad aver dichiarato di amare il colore marrone per la sua assoluta anti commercialità. Anche Raf è abituato a mettere in discussione trend e regole. Lo ha fatto da Christian Dior introducendo la sua personale concezione di romanticismo punk e regalando a Calvin Klein un’inquietante rilettura della cultura americana. 


Andare controcorrente

Le carriere di Simons e Prada sono accomunate dall'esplorazione e dallo smantellamento di cliché sociali e di genere.

Ho sempre pensato che i vestiti Prada fossero normali, ma non del tutto normali. Forse hanno dei piccoli risvolti inquietanti, o qualcosa in loro che non è del tutto accettabile. Forse c'è un po' di cattivo gusto. Ma il cattivo gusto non è cattivo gusto: è un gusto diverso

Ha detto Mrs Prada, che da sempre porta in passerella una personale interpretazione di femminilità. Nella collezione FW20 leggerezza e delicatezza, da sempre aggettivi connessi ad un’idea di donna frivola, diventano sinonimo di forza e potenza. Simons, invece, continua a rielaborare e riscrivere il paradigma maschile. 


La passione per l'arte

Miuccia è una grande sostenitrice dell'arte contemporanea e Fondazione Prada è diventata nel giro di pochissimo una delle più importanti gallerie del mondo. 

La moda è un modo per essere collegata a ciò che accade nell'arte, nel design, nella musica, la cultura generale dell'epoca.

I suoi rapporti con artisti del calibro di Rem Koolhaas, Hans Ulrich Obrist, Liz Diller, James Jean o Christophe Chemin hanno profondamente influenzato le creazioni del brand milanese. Lo stesso vale anche per Raf che nelle sue collezioni ha omaggiato Robert Mapplethorpe, Peter Saville, Franky Claeys e con la sua storica collaborazione con Sterling Ruby ha dato vita a progetti cult. 


Una creatività non commerciale

Nell'ormai leggendaria intervista a due per la rivista System Miuccia Prada disse: 

Prada è la mia azienda, quindi è colpa mia se è così grande, ma ora sono in un momento in cui voglio davvero concentrarmi su ciò che mi piace, su ciò che mi interessa. Non mi deve importare se non cresciamo abbastanza per il mercato. Chi se ne frega, chi se ne frega. 

Simons condivide lo stesso pensiero:

A causa dell'evoluzione del sistema moda vedo la possibilità di avere imprese forti senza creazione. Sono l'unico? Ci chiediamo se la nostra azienda possa ora concentrarsi su una creatività che porti al business. Non voglio che sembri che stiamo rifiutando le responsabilità per il nostro desiderio di rafforzare la creatività. Ma non dobbiamo dimenticare la creatività.