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Focus on: Twenty Seven Names

Focus on: Twenty Seven Names

C’è l’arte, la sua forza espressiva, la sua magnetica capacità di attrarre e di suscitare emozioni, dietro il marchio di apparel Twenty Seven Names.

C’è un fiume in piena d’idee, di creatività propulsiva che non si ferma, ma aumenta con l’accrescersi delle esperienze, dei sogni, della vita.

Del resto creato nel 2006, il marchio non ha mai cessato di mietere consensi. Anzi è cresciuto sempre di più, man mano che crescevano i suoi seguaci, per dirla alla Twitter.

Neo-zelandese di nascita, l’etichetta fa del bagaglio culturale - rispettivamente una laurea in arte e una in moda- delle sue creatrici, Rachel Est e Anjali Stewart, il punto di partenza di un concetto che piace perché è semplicemente raffinato, delicatamente appealing, come solo alcune opere d’arte possono essere.

C’è un fascino botticelliano unito a un tocco di sana contemporaneità nei loro abiti; ode a una femminilità graziosa e moderna, eterea ma strettamente connaturata al tessuto urbano in cui s’inserisce.

Per comprendere l’ispirazione e farsi trasportare dalla “corrente”, basta guardare la loro ultima collezione “Summer Twelve 2011”. Qui, una certa bellezza anni ’60 -destrutturata, hippie e battagliera- si mescola a tessuti di chiffon leggeri, ad abitini di crochet, a stivaletti portati con i calzettoni e a capelli lunghi e disordinati, in un inno a quella “Summer of Love” così tanto osannata e che forse non tornerà più.

Utilizzando tessuti delicati, tagli maschili e netti, il duo di creativi immagina una collezione silenziosamente vibrante. Una linea che richiama alla memoria una sorta di “Età dell’innocenza” sessantottina, non assoluta però ma capace di mescolarsi a un sapore grunge, in cui il minimalismo del bianco, le linee pulite e asciutte, la suola gommata hanno la meglio su una bellezza altrimenti troppo flirty e frou frou.

Una collezione infine d’amare per la sensualità androgina delle sue linee, la malizia delle sue morbide geometrie, la pacatezza che emana guardandola e la serenità delle sue forme perfettamente equilibrate e conturbanti.

Proprio come quelle di un capolavoro.


 

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