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Alessandro Rupilli

IED Milano

@aale_r

21 anni

Alba Adriatica (Teramo)

 

Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?

Sono una persona molto metodica, cerco di mantenermi mentalmente e fisicamente il più attivo possibile, quindi, fin da subito, ho organizzato le giornate in maniera equilibrata. Mi sveglio relativamente presto, esercizi fisici la mattina e la restante parte della giornata e della notte la dedico ai miei progetti universitari e non. In particolare in questo momento di “stop generale” si può investire il proprio tempo nel riprendere tutto quello che si era lasciato in sospeso o addirittura iniziare cose che non si avrebbe avuto il tempo di fare.

 

Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?

Il rimanere il più attivo possibile aiuta molto! Cerco di non sprecare neanche un minuto di tutto questo tempo extra. Alimento costantemente la mia curiosità con tutto ciò che che mi circonda, e inizio ad apprezzare quello che prima non consideravo. Ho iniziato a campionare suoni in giardino per il sound design per i miei progetti. A dire la verità alle volte mi sento come Shia La Beouf in Disturbia. Ultimamente faccio sogni strani e prima di addormentarmi mi vengono sempre in mente le idee più stravaganti che decido di appuntarmi e il giorno seguente realizzo. Prendo molto spunto dal digitale infatti non ho perso un secondo quando mi era venuta in mente l’idea di progettare un’animazione e da lì è nata la progettazione 3D del mio prossimo lavoro in uscita su Instagram. Ritengo che questo tempo serva per ampliare il nostro bagaglio di skills che abbiamo sempre desiderato fare.

 

Qual è la tua paura più grande in questo momento?

Non saprei, timori ne ho tanti, dalla salute di tutti noi al come sarà il futuro post-virus.

 

Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?

È una domanda che tutti si stanno facendo e noto che le idee altrui sono molto eterogenee tra loro. Di solito non tendo mai a essere ottimista, penso sempre alla peggiore delle ipotesi, così se c’è qualcosa di buono resto sempre stupito. Sicuramente questo periodo cesserà e mi auguro che la ripresa non solo del fashion ma anche a livello globale ci sia e che tale situazione possa essere un grande reminder su come comportarsi in futuro, dal riprogettare l’intero modo di vivere, pensare e produrre.