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Le iniziative dell'industria creativa a favore dell'Ucraina

Diversi brand e creator hanno deciso di devolvere parte dei loro introiti in aiuti umanitari

Le iniziative dell'industria creativa a favore dell'Ucraina  Diversi brand e creator hanno deciso di devolvere parte dei loro introiti in aiuti umanitari

Pochi giorni fa, mentre la settimana della moda milanese aveva inizio, Vladimir Putin ordinava l'attacco all'Ucraina, lasciando il settore scosso dalla notizia e la città palcoscenico di diverse proteste a sostegno del paese assediato, anche fuori dalle sedi delle sfilate. Nella confusione generale creativi, designer e talent del fashion system hanno espresso la propria solidarietà alla popolazione ucraina e alle migliaia di rifugiati che si stanno riversando sull'Europa, ma alcuni sono andati ben oltre le parole.

Brand che hanno donato

UNITED PHOTOGRAPHERS FOR UKRAINE, un gruppo di fotografi provenienti da ambiti diversi, ha messo in vendita alcune fotografie con l'obiettivo di raccogliere fondi per gli aiuti umanitari in Ucraina. A poche ore dal lancio dell'iniziativa sono stati già raccolti 25mila euro, una cifra che verrà utilizzata per una sala operatoria nell'ospedale di Kyiv, mentre il prossimo obiettivo è quello di raccogliere 15mila euro da devolvere alla Croce Rossa Internazionale impagnata ad allestire un campo di auto sul confine con la Polonia.

• La design competition PROSPECT100 ha unito le forze con il governo ucraino per un concorso di digital art in cui immagini e video legate all'Ucraina verranno trasformati in NFT. Le 100 opere migliori, scelte da una giuria in cui figurano anche Daniel Arsham e Hiroshi Fujiwara, verranno vendute all'asta per finanziare direttamente l'esercito ucraino.

• Fino al 30 aprile Google donerà una somma pari ad ogni donazione inviata per un massimo totale di 5 milioni di dollari

• Il Gruppo Armani ha annunciato la propria adesione all’iniziativa di solidarietà finalizzata alla raccolta fondi di UNHCR con una donazione di 500 mila euro. Inoltre, il Gruppo ha annunciato una donazione di capi di prima necessità destinati ai profughi che verranno distribuiti attrverso la Comunità di Sant'Egidio.


• MISBHV, il brand polacco fondato nel 2014 da Natalia Macze, ha deciso di donare il 100% dei ricavati delle vendite del suo prossimo drop in aiuti umanitari.


• Condé Nast e Nanushka, di proprietà di Vanguard, hanno promesso donazioni a sostegno dell'Ucraina: Roger Lynch, amministratore delegato di Condé Nast, ha dichiarato che l'azienda media donerà al Comitato Internazionale della Croce Rossa e al fondo di emergenza, mentre Nanushka, oltre a creare un programma per aiutare le imprese di moda locali a rimanere a galla "sia attraverso un posto di lavoro o l'accesso alla consulenza e all'istruzione", ha annunciato di star collaborando con la carità ungherese dell'Ordine di Malta per fornire cibo, vestiti, alloggio e trasporto ai rifugiati.


• Kering ha detto mercoledì che farà una "donazione significativa" all'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), augurandosi "una risoluzione pacifica di questo conflitto".


• CHIME FOR CHANGE, la campagna globale di Gucci per riunire, unire e rafforzare le voci che sostengono l'uguaglianza di genere, sta donando 500.000 dollari all'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. 


• Marcelo Burlon ha attivato un'iniziativa con il progetto umanitario Diaspora, per fornire assistenza ai rifugiati sul suolo italiano.


• Balenciaga ha deciso di donare a WFP (World Food Program), una delle prime agenzie operative sul campo nelle emergenze mondiali causate da conflitti, shock climatici, pandemie e altri disastri. 


• Il co-founder ucraino di Pleasures via instagram ha annunciato che il marchio donerà il 100% dei ricavati delle vendite a UNICEF.


• Cresce il numero di talent da tutto il mondo (l’elenco completo è disponibile al link), tra cui video maker, designer e fotografi, che si sono spontaneamente mobilitati per cedere parte della loro fee a favore della popolazione ucraina. 


• Il magazine 032c ha creato una capsule di t-shirt (attualmente sold-out) in collaborazione con il designer ucraino Anton Belinskij i cui ricavati verranno devoluti. 

 

Iniziative simboliche 

• Alla MFW Giorgio Armani ha deciso di far sfilare la sua ultima collezione nel silenzio più assoluto «in segno di rispetto per la tragedia in corso».


• adidas ha sospeso la sua partnership con l'Unione calcistica russa.


• Coperni ha dedicato la sua ultima sfilata alla PFW alle donne ucraine.

• Un’enorme t-shirt con i colori dell’Ucraina e una lettera: così si è aperta domenica scorsa la sfilata di Balenciaga, in cui i modelli camminano in una tormenta di neve artificiale, alcuni con solo una coperta addosso, a rappresentare la fuga dei profughi dal proprio paese verso una meta sconosciuta. 

Condé Nast sospenderà tutte le operazioni editoriali russe: Vogue Russia afferma che sospenderà le operazioni commerciali nel Paese a causa delle nuove leggi di censura del governo.

• La pagina Instagram @putinpeace continua a raccogliere opere d'arte e generosità da tutto il mondo come un urlo contro l'invasione russa, e dall'1 al 10 aprile lancia PEACE OF ART, asta benefica online in collaborazione con Catawiki a favore di Fondazione Cesvi, organizzazione umanitaria impegnata nell'assistenza ai rifugiati nelle zone di confine.

 

 Brand che hanno interrotto le vendite sul suolo russo 

• Il gruppo YNAP (Yoox Net-a-Porter Group) e il gruppo Swatch, insieme a Nike, adidas, Estée Lauder, hanno deciso di fermare le spedizioni in Russia.

• I marchi  fast fashion H&M, Asos, Bohoo, così come Ganni, Nanushka, Burberry e Puma hanno interrotto vendite fisiche e online sul suolo russo.

 

Il conflitto alle porte dell’Europa ci ha resi spettatori di uno scontro di fronte al quale ci sentiamo impotenti e inutili, eppure numerose iniziative e raccolte fondi hanno preso vita sul territorio italiano sia per aiutare i rifugiati sia per la popolazione in prima linea, complici i social che sono diventati il megafono delle principali iniziative solidali, mentre ogni giorno le proteste animano le principali città italiane.