
Tutti vanno pazzi per la pillola contro l'ansia da prestazione Negli Stati Uniti i farmaci per sentirsi meno agitati prima di un evento importante sono sempre più popolari
Mentre in Europa l’uso di farmaci per combattere l’ansia da prestazione prima di un evento importante – come un matrimonio o un discorso in pubblico – è piuttosto sporadico e tendenzialmente poco diffuso, negli Stati Uniti è sempre più di moda e visto di buon occhio. Ad esempio, prima di ritirare il premio come miglior attore non protagonista ai Golden Globes 2024 per la sua interpretazione in Oppenheimer, Robert Downey Jr. riferì di non sentirsi particolarmente agitato a salire sul palco di uno dei più importanti eventi cinematografici al mondo, grazie al fatto di avere assunto un betabloccante, cioè un farmaco usato contro l’ansia da prestazione. La stessa Rachel Sennott lo ha citato durante un’intervista in occasione della notte degli Oscar, consigliandone l’uso. Ma non è un caso isolato: sempre più personalità – famose e non – parlano apertamente, online e offline, di questi farmaci, anche se va precisato che i betabloccanti intervengono (a dosaggi controllati e bassi) sulla cosiddetta “ansia situazionale”, riducendone gli effetti tipici, ma non alleviano invece i sintomi mentali legati agli stati d'ansia.
@thecut ”TAKE THAT BETA BLOCKER, GIRL!” @Rachel Sennott @hellotefi I’m so inspired by this statement and that sparkly Balenciaga dress #oscars #oscarsathome original sound - the cut
Nello specifico, i betabloccanti intervengono sui cosiddetti "recettori beta", ovvero strutture presenti nel nostro organismo che rispondono agli ormoni dello stress, come ad esempio l’adrenalina. Quando tali ormoni si legano a questi recettori, il cuore accelera, la pressione sanguigna sale e si possono avvertire sensazioni di disagio, come per l’appunto l’ansia da prestazione. I betabloccanti, invece, si legano a questi recettori impedendo agli ormoni di agire. In questo modo, la persona tende a sentirsi più calma e fisicamente più rilassata, soprattutto in situazioni di forte tensione. I farmaci betabloccanti, tuttavia, non era stati pensati per tale scopo: furono sviluppati tra gli anni Cinquanta e Sessanta dal ricercatore scozzese James W. Black, premiato con il Nobel per la Medicina nel 1988 proprio per questa scoperta, ed erano volti a correggere le anomalie del ritmo cardiaco, tenendo sotto controllo eventuali scompensi. Esistono vari tipi di betabloccanti: il più diffuso è il “propranololo”, che essendo anche il più potente può portare a maggiori effetti indesiderati; il suo impiego era diminuito nel tempo, fino a quando – qualche anno fa, soprattutto negli Stati Uniti – iniziò a essere prescritto – a dosaggi controllati – per trattare stati d’ansia lievi e temporanei.
I betabloccanti funzionano?
Had to take a beta blocker because I drank coffee before eating anything pic.twitter.com/77pm2Jtln5
— C money (@fionaapplewatch) October 22, 2025
Le prove cliniche dell’efficacia dei farmaci betabloccanti nel gestire l’ansia momentanea sono ancora limitate, e finora non sono stati svolti test affidabili su larga scala – perciò, questa non è considerata una terapia di prima scelta, e in molti Paesi (tra cui l’Italia) vengono ancora consigliati per altri scopi. Come riporta il Wall Street Journal, invece, le prescrizioni di farmaci betabloccanti negli USA sono aumentate di quasi 30 punti percentuali tra oggi e il 2020: la maggior parte degli utilizzatori lo fa off-label, cioè con un obiettivo diverso da quello per cui il medicinale era stato sviluppato in origine. Il farmaco inizialmente era diventato molto popolare soprattutto tra attori o musicisti, che lo assumevano prima di esibirsi, ma ormai la sua diffusione è cresciuta a tal punto da coinvolgere situazioni molto diverse – da un esame universitario a una riunione di lavoro, tra le tante cose. I betabloccanti, però, non possono essere acquistati in farmacia senza un’apposita autorizzazione, perciò sono sempre più richiesti sulle piattaforme di telemedicina.
Non tutti sanno che negli Stati Uniti è possibile comprare alcuni farmaci soggetti a prescrizione tramite portali online, che oltre alla vendita e alla consegna, offrono consulti medici da remoto – spesso molto rapidi e piuttosto blandi – al termine dei quali viene rilasciata la ricetta necessaria. Questa circostanza ha dato la possibilità ad alcuni siti di telemedicina di aumentare sensibilmente le vendite di betabloccanti, anche perché sono piuttosto accessibili a livello di prezzo, cosa che ne ha ulteriormente favorito la diffusione. In questi casi, i dosaggi offerti sono molto inferiori di quelli previsti per trattare problemi cardiaci, ma si resta comunque esposti al rischio di effetti indesiderati – tra cui vertigini, spossatezza e svenimenti, tra le varie cose.









































