
Stiamo sopravvalutando i maranza?
Milano, la politica e l'allarme criminalità
17 Aprile 2025
Di recente, un’operazione di polizia effettuata a Milano ha portato all’arresto di decine di giovani principalmente di seconda generazione. È stata accompagnata da una comunicazione che molti hanno ritenuto eccessivamente trionfale da parte del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che solitamente annuncia la riuscita di interventi di alta portata rivolti al contrasto del traffico di stupefacenti o di grandi gruppi criminali. Dell’operazione ha parlato anche il Sindaco Beppe Sala, che ha utilizzato esplicitamente il termine «maranza» – una parola raramente impiegata, fino a quel momento, dai rappresentanti delle istituzioni. L’espressione richiama una questione particolarmente sentita a Milano e in altre parti dell'Italia: i piccoli episodi di microcriminalità compiuti perlopiù da giovanissimi italiani di seconda generazione, spesso di origine nordafricana, provenienti dalla periferia delle città, che ostentano un atteggiamento “di strada” veicolato anche e soprattutto attraverso l’abbigliamento. Oggi il termine maranza è carico quasi sempre di una connotazione negativa, spesso accompagnata da sfumature razziste, e si inserisce nel più ampio fenomeno delle baby gang da tempo descritte da certi media con toni sensazionalistici. Il risultato è che questa sottocultura, per quanto potenzialmente problematica, viene descritta come se fosse un organizzazione, quando invece si tratta di una sottocultura.
IL CORRIERE LANCIA LA GUERRA SANTA AI "MARANZA" PAROLA D'ORDINE: CROCIFIGGERE I GIOVANI!
— MilanoinMovimento (@MILinMOV) April 10, 2025
Oggi articolone contro i "maranza" sul Corriere Milano. Passano i decenni, ma il copione non cambia mai: lapidare i giovani! pic.twitter.com/hlYIXGKTcf
«I maranza sono diventati, quasi di colpo, lo spauracchio delle strade milanesi», si legge su Rivista Studio. «Il tutto è avvenuto a cavallo del Covid. Subito dopo la crisi pandemica, la percezione di una fascia ampia della popolazione milanese è stata che la città fosse diventata più pericolosa. [...] In un Paese già fiaccato da anni di retorica islamofoba e razzista, entra quindi nell’immaginario collettivo una nuova figura, perfetta per alimentare paure ancestrali». In questo contesto, segnato da un crescente senso di insicurezza (effettiva o meno), hanno iniziato a suscitare forti polemiche le cosiddette ronde anti maranza: gruppi di giovani uomini, tra i venti e i trent’anni e in genere di estrema destra che si organizzano per pattugliare alcune zone della città con l’intento dichiarato di «ripristinare la sicurezza». Questi gruppi, tuttavia, sono accusati di prendere di mira ragazzi di seconda generazione; le loro azioni hanno assunto spesso la forma di aggressioni immotivate, sollevando preoccupazioni per una deriva razzista e violenta mascherata da tutela dell’ordine pubblico. Lo stesso Beppe Sala ha condannato queste iniziative in più occasioni, denunciando il rischio di alimentare una narrativa pericolosa, fondata sulla criminalizzazione di intere fasce giovanili marginalizzate.
A Milano si sta formando un movimento antimaranza pic.twitter.com/zyfWbekTWL
— Roberto Avventura (@RobertoAvventu2) January 27, 2025
«La battaglia "anti-maranza" non è altro che il tentativo da parte dell'estremismo di destra di fare leva sulle paure della popolazione [...], testimoniando una volta di più la loro allergia alle regole e ai principi della democrazia», si legge in una nota sottoscritta da una serie di organizzazioni, sigle sindacali e forze politiche di orientamento progressista in occasione di un presidio pubblicizzato con lo slogan «Emargina il maranza», organizzato da Forza Nuova a Verona. Negli ultimi decenni in Italia si è registrato un calo generalizzato di tutte le tipologie di reato, ciononostante la percezione di pericolosità rimane tendenzialmente molto alta tra la popolazione – soprattutto nelle grandi città. L’aumento del senso di insicurezza all’interno dei principali centri urbani può essere ricondotto a diversi fattori. Lo aveva spiegato già diversi anni fa a Repubblica Alessandro Marangoni, che è stato prefetto di Milano sotto l’amministrazione-Pisapia. Da un lato, l’invecchiamento della popolazione contribuisce a una maggiore diffidenza verso tutto ciò che appare nuovo o diverso, compresi il fenomeno delle baby gang e dei maranza. Dall’altro, lo stato di perma-crisi in cui vivono diversi Paesi occidentali contribuisce a rendere le persone più vulnerabili, spingendole a percepire l’ambiente circostante come più minaccioso. A tutto questo si aggiunge il ruolo non secondario giocato dai media e dalla politica: l’allarme criminalità tende a generare maggiore attenzione mediatica e a mobilitare consenso elettorale – nel 2020, ad esempio, circolò molto un video surreale che mostrava Matteo Salvini citofonare a casa di un presunto spacciatore a Bologna per chiedergli se vendeva sostanze stupefacenti nel quartiere.
Da tempo, i partiti di destra, sia a livello locale che nazionale, accusano l’amministrazione di centrosinistra di Milano – che governa la città dal 2011 – di trascurare il tema della sicurezza. Secondo i più critici, le politiche messe in atto dall’attuale giunta comunale sarebbero troppo permissive. L'amministrazione di Beppe Sala risponde sottolineando che il suo approccio si concentra sulle cause profonde del problema, evitando di limitarsi a misure repressive. Secondo le forze politiche progressiste, uno degli aspetti fondamentali della questione risiede nella mancanza di opportunità concrete per i giovani delle periferie, tra cui molti italiani di seconda generazione spesso etichettati come maranza che in genere vivono in condizioni di marginalità sociale ed economica. In questo scenario, alcuni esperti evidenziano la necessità di concentrarsi e contrastare piuttosto la crescente mascolinità tossica tra i giovani, online e offline, un fenomeno che quasi sempre finisce per tradursi in comportamenti di prevaricazione e disprezzo per le regole.