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L’anno in cui abbiamo iniziato ad andare al cinema per la soundtrack

E abbiamo ricominciato ad ascoltare gli album per intero

L’anno in cui abbiamo iniziato ad andare al cinema per la soundtrack  E abbiamo ricominciato ad ascoltare gli album per intero

Pochi giorni fa è uscito il nuovo album di Billie Eilish, Hit Me Hard and Soft. Un progetto in cui l’artista americana si mette veramente a nudo, fatto di testi che raccontano delle sue ultime relazioni (l’ultima, pubblica, con il lead singer dei The Neighbourhood, Jessie Rutherford), del rapporto con il proprio corpo e di quello con la fama, presenta sonorità contrastanti e sorprendenti, firma autentica dell’approccio musicale innovativo della cantante. Anche se non fa parte di Hit Me Hard and Soft, è impossibile ascoltare l’album senza pensare a What Was I Made For?, singolo che l’artista ha inciso assieme al fratello Finneas Eilish per la colonna sonora del film campione di incassi di Greta Gerwig, Barbie. Dall’uscita della pellicola nel luglio dell’anno scorso, la ballad ha ricevuto un successo sorprendente tra critica e ascoltatori, ottenendo oltre a un premio Oscar anche il titolo Song of the Year ai Grammy 2023. L’ultima volta che un brano di una colonna sonora ha ricevuto il riconoscimento era il 1997, con My Heart Will Go On di Celine Dion per Titanic. Dai tuoni di Travis Scott in Oppenheimer all'audacia di Murder on the Dancefloor in Saltburn e alla techno di Trent Reznor e Atticus Ross per Challengers, nell’ultimo anno il cinema è tornato a porre l’attenzione sulla musica, forse proprio per via dello sciopero degli sceneggiatori di Hollywood. 

@billieeilishhome

Billie performing “What Was I Made For? (From The Motion Picture Barbie)” at the 2024 GRAMMY Awards.

original sound - Billie Eilish Home

La giornalista Esther Zuckerman scrive per il New York Times che Siamo Tornati nella Golden Age delle Colonne Sonore, come ai tempi di Shrek e di progetti indie come Garden State e O Brother, Where Art Thou? Zuckerman scrive che, nonostante i successi A Star Is Born e Frozen degli anni passati, l’ultima volta in cui il cinema aveva attraversato un periodo così incentrato sulla musica erano gli inizi degli anni 2000, prima che l’arrivo dello streaming «rimodellasse il business della musica distogliendo l'attenzione dagli album». Oggi continuiamo a consumare musica a bocconi, con singoli che scalano le classifiche globali grazie al successo sui social, nondimeno i registi sembrano essere tornati a dare un certo peso al sound che accompagna i loro progetti. Mai come prima, i film portano colonne sonore originali che sono più interessanti del film stesso, senza contare i musical o i film d'azione che hanno potuto fare affidamento sul talento impareggiabile di Hans Zimmer. 

@sonysoundtracks A score that hits HARD  9 new tracks from Trent Reznor & Atticus Ross' pulse-pounding, techno-infused score for Luca Guadagnino's @Challengers Movie are out today, released as a 28-minute long, continuous set reworked and remixed by producer and DJ @boysnoize Take a listen to the full mix at the link in bio #challengers #newmusic #challengersscore #zendaya #mikefaist #joshoconnor #techno #nineinchnails #housemusic #rave #electronicmusic #movie Challengers [MIXED] (Challengers Soundtrack) - Trent Reznor & Atticus Ross & Boys Noize

Due dei fattori che portano il merito di questo cambiamento possono essere sicuramente lo sciopero dell’unione SAG-AFTRA nel corso del 2023 e la pandemia Covid del 2020. In momenti in cui le produzioni e le première sono state rimandate, i registi hanno avuto finalmente più tempo per lavorare ai loro progetti, non più vittime di un sistema che pretendeva che i film debuttino in sala e sulle piattaforme di streaming a ritmo incontenibile. Mentre quest'anno ci ritroviamo di nuovo catapultati ai tempismi precedenti, con registi come Yorkos Lanthimos e Luca Guadagnino che hanno già annunciato una nuova uscita a pochi giorni dalle première di Poor Things! e Challengers, gli ascoltatori stanno riscoprendo il piacere di ascoltare un album nella sua interezza, e i musicisti se ne sono accorti. Alcuni prendono in giro gli ossessionati, come Dominic Fike che ha chiamato il suo nuovo album 14 minutes, come la sua durata, oppure Mac De Marco, che in One Wayne G include 199 brani, per la maggior parte demo. E non è stata solo What Was I Made For? a rendere la musica di Barbie un fenomeno colossale, ma l’intera colonna sonora, definita “il più grande successo di questo secolo” dalla stampa internazionale. Una bella inversione di rotta, rispetto a quando nel 2020 ci si chiedeva "Chi ascolta ancora gli album?".