Come è andata l’apertura del nuovo flagship italiano di Canada Goose a Milano Un dialogo tra Artico e Alpi nel cuore del Quadrilatero
Ieri sera, in Corso Giacomo Matteotti, Canada Goose ha inaugurato il suo nuovo flagship store italiano, un opening che segue di poche settimane l'opening parigino sugli Champs-Élysées. Lo spazio, al civico 18, occupa circa 160 metri quadrati. È il secondo capitolo della collaborazione tra Canada Goose e lo studio norvegese Snøhetta, ma è la prima volta che il concetto “boundless” (ovvero l’estetica coltivata dal brand come superamento dei confini tra performance estrema, natura e cultura) viene declinato in chiave così marcatamente italiana.
Appena varcata la soglia, il pubblico si è trovato in un foyer interamente rivestito in noce canaletto che rimanda agli interni della Milano anni Cinquanta e, in particolare, al rigore elegante della non distante Villa Necchi Campiglio. Da lì ci si inoltra in un percorso che alterna spazi aperti e minimali a zone più intime e stratificate, dove la palette materica è dominata dal Ceppo di Gré e cioè la pietra grigio-azzurra tipica dei palazzi milanesi del Novecento, che qui viene usata per pavimenti, colonne e zoccolature. Un lungo bancone curvo in alluminio anodizzato, affiancato dagli iconici sgabelli Charles Ghost di Philippe Starck per Kartell, richiama invece l’estetica dei bar storici della città e rappresenta il punto di incontro tra clienti e stylist.
Al centro del piano terra troneggia un parka vintage degli anni Settanta, esposto come un reperto museale sotto una campana di luce: è il cuore simbolico dello spazio, il punto da cui si irradia l’intera narrazione materica e luminosa. L’illuminazione, interamente regolabile e gestita da un sistema che segue i ritmi circadiani del corpo umano, cambia gradualmente intensità e temperatura del colore nel corso della giornata, passando dal bianco freddo delle prime ore del mattino al dorato del tramonto.
Infine il Legacy Wall, elemento comune a tutti i flagship Canada Goose, assume la forma di una grande installazione in metallo stampato e ossidato che riproduce carte topografiche stratificate delle Alpi italiane, dal Monte Bianco al Cervino, sovrapposte a mappe artiche. L’idea dietro l’installazione era di creare un dialogo visivo tra i ghiacciai canadesi e le montagne che abbracciano Milano, realizzato combinando tecniche di incisione tradizionali e modellazione digitale. Sulle pareti laterali trova spazio anche un murale della Canada Goose Art Collection, ispirato all’opera Nuna Sukaq dell’artista inuk Mary Pudlat: una reinterpretazione contemporanea degli inuksuk, i cairn di pietra che gli Inuit usavano come punti di riferimento nei paesaggi senza confini.
Proprio nello store di Corso Giacomo Matteotti, oltre a delle capsule esclusive per l’Europa, è disponibile la terza collezione della label Snow Goose by Haider Ackermann. Presentata di recente con una campagna di Tim Elkaïm, la collezione ribalta i codici tradizionali dell’outerwear: le fodere diventano esterni, le impunture si rovesciano, i materiali tecnici si fanno morbidi e leggeri. La palette alterna il menta al lavanda e al blu, insieme con toni profondi di marrone e nero, mentre i dettagli riflettenti ricordano il ghiaccio illuminato dal sole. Tra i capi più chiave visti in negozio ci sono il Thalix Parka scultoreo, lo Shift Anorak con i suoi blocchi di colore, il completo riflettente Merge e il bomber foderato in tela Weld.
Tra le novità assolute dello store, infine, c’è The Vault, una stanza rivestita in legno e tessuto acustico che ricorda un grande armadio privato, pensata per sessioni di styling personalizzato in totale riservatezza. Un altro primato è il nuovo sistema di arredi modulari del brand composto da elementi in alluminio riciclabile, prodotti entro un raggio di 16 chilometri da Milano, e progettati per essere smontati, riutilizzati o ricollocati in futuri store, nel segno di una durata che va oltre il ciclo di vita commerciale tradizionale.
