FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

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Fashion Trust Arabia Prize è il nuovo baricentro del lusso La cerimonia si è tenuta a Doha questo weekend

C’è un fil rouge che collega le ultime stagioni della moda: la progressiva decentralizzazione del sistema. Dopo decenni in cui Parigi, Milano, New York e Londra hanno imposto lo standard, sempre più eventi e istituzioni stanno spostando l’attenzione verso nuovi poli culturali. Tra questi, il Medio Oriente è ormai molto più di una promessa. È un laboratorio, un motore, un crocevia in cui talento, mercato e visione strategica si incontrano con una naturalezza che l’Occidente fatica ancora a metabolizzare. In questo contesto, il Fashion Trust Arabia Prize è diventato uno degli osservatori più credibili per capire dove si sta muovendo l’industria.

La settima edizione, ospitata a Doha, ha confermato questa traiettoria con una precisione quasi chirurgica. E non solo per la qualità dei progetti premiati, ma per il modo in cui l’evento riesce a tenere insieme tradizione e innovazione, couture e tecnologia, nuove geografie e nuove economie del lusso. Il risultato è un ecosistema che non racconta semplicemente “nuovi designer”, ma ridefinisce il significato stesso di ciò che oggi chiamiamo moda contemporanea.

I vincitori del Fashion Trust Arabia Prize

Sul fronte dei premi principali, i vincitori del 2025 raccontano un panorama estremamente variegato. Youssef Drissi per il Ready-to-Wear, con il suo progetto Late for Work, lavora su una costruzione sartoriale precisa e un approccio narrativo che ibrida quotidiano e memoria. Per l’Eveningwear, Ziyad AlBuainain interpreta la tradizione con un linguaggio che tende alla scultura e alla monumentalità, mentre negli Accessori vince Leila Roukni con Talel, che combina design funzionale e riferimenti culturali meno immediati. La categoria Jewelry premia Farah Radwan, capace di costruire un codice materico contemporaneo senza perdere il legame con la tradizione.

Il Franca Sozzani Debut Talent Award, realizzato quest’anno in partnership con Kering, va ad Alaa Alaradi. Sul fronte tech, vincono Fatema e Dalal Alkhaja con Touchless, progetto che spinge la moda verso territori ancora poco esplorati. Infine, il Guest Country Award dedicato all’India premia Kartik Kumra, riconfermando l’intreccio sempre più stretto tra artigianalità, ricerca e geopolitiche della creatività.

L'intero sistema moda a Doha

Il riconoscimento più simbolico della serata è stato il Lifetime Achievement Award a Miuccia Prada. Un premio che va oltre il tributo ma è il segnale di come l’eredità intellettuale di Prada continui a essere una delle poche davvero fondamentali per leggere il presente. Come ha spiegato la giuria, nel suo lavoro convivono rigore, politica, ironia, cultura visiva e ricerca, tutti gli elementi che hanno costruito un linguaggio autonomo, spesso imitato ma mai replicato. Nel celebrarla, il Fashion Trust Arabia riconosce non solo una carriera ma un modo di pensare al design come strumento critico, che continua a influenzare anche la generazione emergente del mondo arabo.

Accanto a lei, il Trailblazer Award è stato assegnato a Zuhair Murad, figura chiave della couture mediorientale e ponte naturale tra Beirut, Parigi e Hollywood. Se Prada rappresenta l’intelletto applicato alla moda, Murad incarna la spettacolarità e la dedizione artigianale necessarie per portare un’estetica locale sulla scena globale. Un riconoscimento che sancisce quanto la couture araba non sia più un “regional code”, ma una parte strutturale dell’immaginario del fashion internazionale.

Solo alla fine della serata si comprende realmente la portata dell’evento: il red carpet ha riunito nomi come Adrien Brody, Emma Roberts, Lindsay Lohan, Mariacarla Boscono, Isabelle Adjani, Juliette Binoche, Mario Testino, Lori Harvey, Mahmood, Georgina Rodríguez, Jeff Koons, Rem Koolhaas, fino a Queen Latifah che ha condotto la cerimonia. L'imponenza dei Fashion Trust Arabia di quest'anno è la prova che il baricentro culturale del lusso sta cambiando e che le figure più influenti del settore stanno seguendo questa traiettoria con attenzione. E se il futuro della moda è movimento, il Medio Oriente è il punto in cui tutte le direzioni iniziano a incontrarsi.