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Quale sarà il futuro di Supreme dopo l'addio di Tremaine Emory?

Dopo un periodo di ripresa, il brand americano si trova davanti a un nuovo bivio

Quale sarà il futuro di Supreme dopo l'addio di Tremaine Emory?  Dopo un periodo di ripresa, il brand americano si trova davanti a un nuovo bivio

Con un sorprendente colpo di scena, Tremaine Emory si è ufficialmente dimesso dal ruolo di direttore creativo di Supreme, citando tra le motivazioni dietro la scelta anche la presenza di "razzismo sistemico" all'interno dell'azienda. L'annuncio ha lasciato sotto shock tanto il mondo della moda quanto quello dello streetwear, soprattutto perché Emory aveva assunto la direzione creativa del brand solo due stagioni fa. La partenza del designer rappresenta un colpo significativo per Supreme, oggi in una posizione estremamente delicata: proprio in un momento in cui il brand aveva uno nuovo scopo e un hype ridimensionato, l'addio improvviso l'ha lasciato senza alcuna certezza per il futuro. Se con la nomina del founder di Denim Tears il brand aveva cercato di ridefinire la propria identità e di riaffermare la propria rilevanza sul mercato, la partenza di un direttore creativo così influente e impegnato come Emory potrebbe innescare conseguenze poco auspicabili per l'azienda.

Dall'acquisizione da parte di VF Corp nel 2020, Supreme ha cambiato immagine e approccio. Quello che un tempo era un simbolo di coolness e di autenticità nel mondo dello streetwear ha iniziato ad essere criticato per aver perso il suo fascino. Anche per questo, la nomina di Emory arrivava anche con la speranza di far rivivere ancora una volta l'essenza originale del brand. Una missione che il design americano stava portando avanti con buoni risultati; come nel caso della collaborazione con COOGI, un marchio australiano di maglieria famoso per essere stato l'uniforme di rapper come Notorious B.I.G. e l'esempio di come Emory abbia provato a mantenere la sua rilevanza collaborando con brand iconici e con una profonda rilevanza culturale. Nonostante l'impegno, questa strategia non si è dimostrata sufficiente a contrastare i problemi più profondi che avvolgono il brand. Problemi che oggi, dopo le dimissioni dell'ormai ex direttore creativo si sommano agli inevitabili interrogativi sulla direzione futura di Supreme. L'assenza di uno scopo chiaro e la crescente percezione di Supreme come brand più accessibile e meno esclusivo sono sfide importanti che il marchio dovrà affrontare per ritrovare i numeri e l'immagine precedenti alla pandemia. Tutto questro mentre Corteiz, il brand inglese da tempo ormai sulla cresta dell'onda, è stato etichettato da tutti come il nuovo Supreme.

La partenza di Tremaine Emory non segna solo un cambiamento di personalità nella direzione creativa, ma è anche un campanello d'allarme per l'intero settore. Emory, con il suo approccio impegnato alle questioni sociali e politiche, aveva cercato di guidare Supreme verso un nuovo capitolo, ma la sua partenza ha lasciato un vuoto nella direzione creativa. Le sue dimissioni evidenziano il problema dello sfruttamento creativo e la necessità di affrontare le pratiche commerciali che possono minare l'autenticità e l'integrità delle persone nella moda e nell'arte. Per il futuro di Supreme, è essenziale che il brand non solo cerchi un nuovo direttore creativo, ma che conduca anche una profonda valutazione della cultura interna, del processo decisionale e dell'approccio commerciale. L'eredità di Tremaine Emory dovrebbe fungere da catalizzatore per il cambiamento e l'introspezione, non solo all'interno di Supreme ma in tutto il settore della moda.

La rinascita di Supreme dalle ceneri dipenderà dalla sua capacità di riscoprire e abbracciare la sua autenticità originale, affrontando al contempo le preoccupazioni sociali ed etiche che sono al centro dell'industria contemporanea. Il mondo seguirà con attenzione il modo in cui il brand si adatterà ed evolverà sulla scia di questo contraccolpo. Vedremo come risponderà a questa sfida cruciale.