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Ci sarà mai posto per la tecnologia in passerella?

Dai cani robot di Coperni a quello di Heliot Emil

Ci sarà mai posto per la tecnologia in passerella?  Dai cani robot di Coperni a quello di Heliot Emil
Alexander McQueen
Philipp Plein
Dolce & Gabbana
HRP-4C
Fendi
Chanel
Hussein Chalayan

Se per molti versi i look visti in passerella durante la Paris Fashion Weeknon non sono stati tra i migliori,  la Settimana della Moda parigina è stata ricca di momenti virali. Solo pochi giorni fa, ad esempio, Coperni è tornato in passerella per presentare la collezione Fall 2023, ribatezzata Le Loup et L'Agneau, con protagonista Spot, il piccolo robot di Boston Dynamic. Fin dai primi istamti dopo l'arrivo dei video dello show sui feed social in tantissimi hanno sottolineato la mancanza di uno scopo particolare di questi robot, il forzato utilizzo di espedienti da parte del brand e, infine, la poco convincente tematica di un futuro di sorveglianza distopica. Le ultime apparizioni di robot sulle passerelle e l'esponente crescita del settore nell'intelligenza artificiale (IA) dimostrano che i robot sono destinati a diventare parte integrante della vita umana; ma qual è il percorso giusto per una transizione più omogenea verso l'unione tra umani e tecnologia? Come possono i brand spingersi oltre i confini dello sviluppo tecnologico mantenendo però la propria autenticità?

Quando le modelle sono salite sul palco di Coperni gli Spot erano già lì, in attesa di togliere loro borse e giacche, e offrendo poco o nulla in termini di utilità, considerando la potenzialità dell' "oggetto". Giorni prima, anticipando questa realtà distopica - o forse idilliaca - Heliot Emil aveva portato delle mascotte robotiche che si interagivano con gli ospiti della sfilata F/W23. Il problema di questi robot ruota attorno all'utilità legata loro presenza, nonostante Coperni abbia dimostrato (con l'abito spray di Bella Hadid) una grande passione per la tecnologia. Nel tentativo di portare positività riguardo la «convivenza armoniosa tra umani e robot», come dice il marchio, i cani robot appaiono più come un potere dominante e, forse, una "minaccia". Vedendo le ultime collezioni di Coperni, molti hanno ricordato altre volte in cui la tecnologia ha rappresentato una fonte di vera innovazione in campo moda, come l'iconica collezione primavera 1999 di Alexander McQueen, in cui Shalom Harlow, in un abito a trapezio di cotone bianco, danzava tra due robot che spruzzavano vernice nera e gialla sul suo vestito dando vita a un design futuristico, o l'abito in plastica stampata di Hussein Chalayan, aperto con un telecomando durante la sfilata della P/E 2000. Sette anni dopo, ha creato un abito a collo alto in stile vittoriano che si è trasformato meccanicamente in una silhouette diversa. A nove anni di distanza, l'HRP-4C ha calcato le passerelle di Tokyo, camminando, parlando e inchinandosi al pubblico, mentre nel 2014, Fendi ha aperto una nuova strada con una "Drone Cam" a tre volanti che riprendeva la sua passerella, un evento che a suo tempo ha fatto grande scalpore.

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Alexander McQueen
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Hussein Chalayan
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Philipp Plein

Tre anni dopo, nel 2017, Chanel ha presentato delle modelle che, indossando cuffie robotiche con display LED lampeggianti, camminavano nell'immaginario Chanel Data Centre. «Non è una tecnologia fredda, è una tecnologia intima», aveva dichiarato Karl Lagerfeld. «Anche se non vi piace l'idea, la tecnologia governa il mondo perché l'ha cambiato e ha reso molte cose più facili». Nel 2018, Philipp Plein ha dato spettacolo con un set di UFO e Irina Shayk che emergeva da un'astronave tenendosi per mano con un gigantesco transformer. La tecnologia è diventata una sorta di sfondo o un oggetto che esalta il tema della collezione. Lo stesso vale per la scultura robotica retrofuturista ispirata a Metropolis di Hajime Sarayama per la sfilata uomo Pre-Fall 2019 di Dior e per gli umanoidi multifunzionali iCub e R1 di Dolce & Gabbana per l'A/I 2021/22. «La moda è sempre stata il risultato della confluenza di mondi che possono essere molto lontani tra loro: se la tecnologia è veramente al servizio dell'uomo, dei suoi bisogni e delle sue passioni, allora un artigiano e un robot potranno coesistere», hanno dichiarato Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Il designer che si è avvicinato di più all'effetto di McQueen e Chalayan è stato Issey Miyake, che ha lasciato che la tecnologia vestisse le modelle in passerella, dando vita a una collaborazione reciproca tra uomo e tecnologia.

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Chanel
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Dolce & Gabbana
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HRP-4C
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Fendi

La scorsa settimana, il miliardario tech Elon Musk ha previsto che il numero di robot umanoidi dotati di intelligenza artificiale finirà per superare quello degli esseri umani. Durante il primo Investors Day di Tesla ha presentato un prototipo aggiornato di robot "Optimus", quello che l'anno scorso non era ancora pronto a camminare. Ora, ha assicurato che è ampiamente superiore alla versione precedente. «Ovviamente non fa parkour, ma cammina e abbiamo diversi esemplari di Optimus», ha detto Musk descrivendo il robot, aggiungendo che per ora prevede di utilizzarlo nelle fabbriche Tesla e successivamente di metterlo in vendita al pubblico. Forse sono proprio questi ultimi ambiziosi progetti di intelligenza artificiale che hanno ispirato gli stilisti a tenere d'occhio le tecnologie. Così, mentre Musk è impegnato a lucidare Optimus per sostituire gli esseri umani, dopo aver condiviso le preoccupazioni sul potenziale dell'intelligenza artificiale di diventare la «più grande minaccia esistenziale», forse la moda può approfondire i modi pratici di integrare i robot in passerella e non solo. Le tecnologie stanno creando un nuovo vocabolario in campo artistico, ma ciò che fa davvero la differenza è saper fondere ricerca e creatività.