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Archistar

Quando l'architettura del museo ruba la scena al suo contenuto

Archistar Quando l'architettura del museo ruba la scena al suo contenuto

Il processo di estetizzazione dell'opera d'arte ha raggiunto livelli ed esiti, nel corso dei secoli, notevoli:

attraverso mille-più-uno modi ed espedienti per rendere accattivanti gli allestimenti, per cui i curatori si affannano, lavorano e fanno ricerca senza sosta elaborando nuove strategie (a volte, dati i risultati, inutilmente!), ma soprattutto con l'architettura stessa del museo che ospita opere e 'mirabilia' varie.

Sempre più complessa, monumentale, spettacolare e protagonista: l'architettura dei musei passa da contenente a contenuto stesso, e tutto ciò che è al suo interno rischia di passare in secondo piano.

Per gli architetti, anzi gli "Archistar", il progetto del museo è quello tanto agognato, è momento di svolta per la carriera, è occasione per affermarsi e per mostrare al mondo la propria firma.

Molti progetti sono un vero sogno di design, ma un incubo in fatto di funzionalità e fruibilità degli spazi; altri invece sono il prodotto di un dialogo aperto e attento tra architetti e curatori che insieme mirano alla prerogativa principale di un museo ovvero la riprogrammabilità, che è intesa in questo caso come possibilità di riabilitare il museo, di volta in volta, a seconda delle tendenze che sono in atto in determinate epoche, e come possibilità di poter far vivere al visitatore un'esperienza appagante, stimolante e di crescita culturale.

 

 

Museo Dalì, Saint Petersburg

National Gallery, Washington

Museo Maxxi, Roma

Mucem, Marsiglia

Guggenheim Museum, New York

Guggenheim Museum, Bilbao

Centre Pompidou, Parigi