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Storia della segnaletica nella metro di Milano

Il capolavoro di Bob Noorda e Franco Albini

Storia della segnaletica nella metro di Milano  Il capolavoro di Bob Noorda e Franco Albini
Archivio Fotografico Atm
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Parte integrante della vita quotidiana dei pendolari milanesi, la Metropolitana di Milano racconta una storia che unisce talento e design nella creazione di un modello partito dalla città meneghina per diventare un esempio in tutto il mondo. Il talento in questione è quello di Bob Noorda, olandese di nascita arrivato a Milano negli anni '60 come freelance alla Pirelli. Proprio in quegli anni il Consiglio Superiore degli Affari Pubblici dava il via ai lavori per la Metropolitana di Milano, assegnando nel 1962 il progetto delle rifiniture architettoniche e del design degli interni allo Studio Albini di Franco Albini, Franca Helg e Antonio Piva

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Oltre ad essere stata una delle prime città a dotarsi di una linea metro, quella di Milano, inaugurata il 1 novembre del 1964, venne creata indipendentemente dalle altre infrastrutture cittadine, mettendo così Noorda davanti all'enorme sfida di creare qualcosa da un lato nuovo ma dall'altro in grado di inserirsi all'interno del contesto urbano di una città in continuo sviluppo. Punto di svolta del progetto fu la possibilità di lavorare al progetto di segnaletica insieme a quello architettonico, mettendo così in pratica l'uso della filosofia Razionalista già utilizzata da Noorda nei suoi lavori. Eliminare il superfluo, cardine del razionalismo, fu la chiave nella realizzazione di quella che Noorda aveva già ben chiara come "un'interfaccia dove produzione e servizi devono parlare ai cittadini con un linguaggio di sintesi". La progettazione delle grafiche orientative, identificative e informative portò Noorda e Albini ad eleborare un connubio tra arredamento delle stazioni e indicazioni per i viaggiatori che prese forma nel sistema di fasce colorate pensato per ospitare le informazioni necessarie. Alte 25 cm e collocate in alto per distinguerle dalle affissioni pubblicitarie, le fasce si estendevano lungo tutte le pareti della stazione distinguendosi per colore in base alla linea di appartenenza: rosso-arancio per la Linea 1 e verde chiaro per la Linea 2

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La vera intuizione di Noorda fu però quella di ripetere ogni cinque metri, su ogni fascia colorata, il nome della stazione, agevolando così la lettura per i passeggeri mentre il treno era in movimento. La leggibilità dei fascioni ebbe ovviamente un impatto anche sulla scelta del font, una variante personalizzata dell'Helvetica creata dallo stesso Noorda disegnando a mano 64 lettere e diversi segni per renderlo funzionale alle sue esigenze. L'ultimo lavoro assegnato al designer olandese fu però l'unico non andato in porto, il logo della Metropolitana Milanese pensato da Noorda come due "M" speculari che rappresentassero il sopra e il sotto, mentre la forma avrebbe ripreso quella dei corrimano presenti nei vagoni. "È l'unica cosa che non è andata in porto", aveva commentato Noorda. "C'era un presidente contrario a questo marchio, che invece ad Albini piaceva molto". Nonostante una recente riscoperta e valorizzazione del progetto, nel corso degli anni ATM e l'amministrazione cittadina hanno parzialmente sconvolto il lavoro di Noorda e Albini sia nella progettazione delle nuove linee che nella manutenzione di quelle già esistenti. 

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Alla morte del designer olandese, avvenuta nel 2010, ATM aveva deciso di riproporre il font originale utilizzato nel progetto, ribattezzato il Noorda, contribuendo a un riconoscimento che oltre dal resto del mondo (città come New York hanno usato il progetto milanese per la metro locale), è arrivato anche dalla stessa città meneghina: nel 1964 Noorda e Albini vinsero l'ambito Compasso d'Oro assegnato dall'ADI, la stessa associazione che recentemente ha inaugurato il suo museo a Milano dedicando uno spazio proprio al progetto della Metropolitana Milanese. Ovviamente la storia e la carriera di Bob Noorda non si limita alla Metropolitana di Milano, ma si intreccia al quotidiano di ognuno di noi attraverso simboli e loghi che fanno ormai parte della nostra vita. Suoi sono i marchi e le immagini coordinate di aziende come Coop, Agip, Enel, Ermenegildo Zegna e tanti altri, tra cui anche lo stemma della Regione Lombardia creato con Bruno Munari, Pino Tovaglia e Roberto Sambonet.