
Il feticistico fascino del guanto Un nuovo elemento di layering arriva per l’inverno
Un dettaglio (forse il dettaglio) che si nota guardando la nuova serie tv di Ryan Murphy All’s Fair è che, per essere una serie su ricche avvocatesse californiane, le protagoniste indossano una notevole quantità di guanti. Nel contesto dello show, a metà tra il camp sperticato di Dallas e la fantasia di potere, l’accessorio assume un proprio senso: il guanto, specialmente femminile, trasfigura l’aspetto della mano rendendola “meno umana”, indica distacco in senso sia letterale che figurato e suggerisce tanto eleganza bon-ton che un un senso di dominazione e controllo.
La scelta di questo accessorio non sembra casuale. E ci troviamo proprio in un anno dove la presenza dei guanti, sia maschili che femminili, si è molto percepita in passerella e online, oltre che nella vita reale. Ma se in passato il guanto era semplicemente un guanto, ancorché carico di vaghi aspetti fetish, quest’anno sia i designer che i tastemaker indipendenti hanno voluto farne un elemento di layering a sé stante. Ma facciamo qualche esempio.
Il guanto come nuovo elemento del layering
Nello show maschile FW25 di Saint Laurent, quello coi completi formali calati nei giganteschi cuissards o abbinati a pantaloni di pelle, tutti i modelli indossavano guanti neri di pelle leggermente più lunghi del normale ma la cui presenza era evidenziata dal fatto che il polsino della camicia fosse più lungo e arrotolato sopra la manica della giacca. Un effetto "stropicciato" tornato spesso a dare movimento a look monocromi o formali. Per il successivo show femminile il trucco è tornato, ma questa volta il guanto era svasato, dalla linea un po’ vintage, e questa volta era la manica del vestito che ci si infilava dentro.
Altro tipo di styling che sta emergendo online, attraverso quelle pagine-collettore di look come @uniformdisplay, è il guanto abbinato ai gioielli. L’immagine di un look del designer Claudio Conde, che si è ripreso con indosso un guanto intrecciato di Bottega Veneta sul quale aveva indossato un anello d’oro, ha fatto il giro di Internet. L’anello indossato sul guanto è tornato anche indosso ad altri creator e bon vivants dei social media, con un’altra variazione che vede il guanto infilato nella manica della giacca o del cappotto e “fermato” esternamente da un bracciale.
Come funziona lo styling dei guanti
In entrambi i casi, il guanto interagiva con il resto del look attraverso le sovrapposizioni con altri elementi che lo mettevano in evidenza. Non più semplice copertura ma parte del più ampio “meccanismo” del look finale. Un dettaglio visto anche negli show FW25 di Auralee, Enfants Riches Deprimès e Tom Ford. Le sue dimensioni ridotte (si parla ovviamente di dettagli del look) sono compensate dal fatto che le mani sono solitamente una delle parti più evidenti di un’altra persona. Il fascino fetish del guanto riguarda anche i significati del nasconderle.
Non sono certo mancati styling più “normali”: da Celine, Anrealage e LaQuan Smith abbiamo visto il guanto a palmo aperto, più sexy, mentre altrove (da Rick Owens a Mugler, passando per Gucci e Ferrari) il guanto è rimasto “normale”. Curioso invece come sia Kidsuper che Dunhill (due brand abbastanza agli antipodi) abbiano presentato look che includevano guanti da guida, colorati e rinforzati, sicuramente più vivaci del solito guanto maschile. Il che ci porta a un altro guanto “da occasione” che ha dominato la maggior parte delle passerelle femminili: il guanto da opera.
La seconda vita del guanto da opera
Ovviamente la regina dei guanti è Miuccia Prada: l’anno scorso ha fatto scuola con lo show FW24 di Miu Miu, dove enormi guanti che parevano quelli di un portiere o di un meccanico erano abbinati a ensemble dai toni anni ’60. Uno styling tornato anche in chiusura dell’ultimo show SS26. Ma in casa Prada i guanti, specialmente da opera sono un elemento che ricorre praticamente da sempre. Nell’ultima SS26 di Prada ce n’erano tantissimi e si sono moltiplicati virtualmente ovunque.
Ci sono stati due tipi di guanti da opera sulle ultime passerelle: quelli di pelle, altissimi, spesso fino a sotto le spalle, che in certi casi finiscono per diventare estensione del vestito (lo abbiamo visto bene col nuovo Balenciaga di Pierpaolo Piccioli, ma anche da MM6 e Dilara Findikoglu) oppure in versione trasparente, di garza o pizzo, che sono apparsi in show dai toni assai diversi come Luar e Simone Rocha.
Altrove il guanto lunghissimo “isolava” la sezione scoperta della spalla e la parte superiore del braccio facendo sì che, in un look in cui più o meno il corpo fosse coperto, venisse esaltata questa sezione di pelle nuda, dando un tocco di sensualità al look. In modo originale, Dario Vitale da Versace ha fatto indossare alle modelle di Versace un singolo lungo guanto da opera, le cui pesanti decorazioni erano abbinate a quelle reggiseno.
Tanti guanti in un mondo di schermi
L’unico grande dubbio che sorge osservando questo pullulare di guanti diversi (secondo un interessante suggerimento di @uniformdisplay li si può “indossare” come pura decorazione anche infilandoli in tasca) è se la visione creativa dei vari designer, senza dubbio suggestiva, si incontrerà effettivamente con l’innovazione del prodotto. Ciò che intendiamo è che, oggi più che mai, chiunque acquisti un guanto ne cercherà uno dotato di quella tecnologia che consenta di interagire con i touchscreen.
Tutti, oggi, hanno sempre il telefono in mano e purtroppo nulla fa perdere tanta aura quanto doversi costantemente togliere i guanti per rispondere al telefono, scrivere o inviare messaggi o scattare foto con lo smartphone. Il dato è interessante perché rimette in discussione la validità di una categoria di accessorio come i guanti che, per stupendi e opulenti che possano essere, si scontrano con un’evidenza quotidiana tanto prosaica quanto la nostra dipendenza da smartphone. Sono in molti quelli che, dovendone comprare un paio, ne cercano una versione dotata di questa “agevolazione” così necessaria per la vita di oggi.
In questo senso anche un guanto può diventare una metafora di cosa significhi innovazione nella moda. E mentre attendiamo che la implementino anche per i guanti di pelle più eleganti, con le temperature che si abbassano, riteniamoci fortunati che i designer ci abbiano dato così tante opzioni tra cui scegliere.
Takeaways
- Questa stagione, i guanti sono diventati un elemento autonomo di layering negli outfit, in quanto, attraverso sovrapposizioni con maniche arrotolate e polsini evidenti, aggiungono texture e movimento a look formali, come dimostrato nelle sfilate FW25 di Saint Laurent e Tom Ford.
- Nello styling che si vede sui social e in passerella, i guanti si abbinano a gioielli con anelli indossati su di essi o con bracciali che li fissano esternamente.
- Mentre i guanti a palmo aperto, proposti da Celine, Anrealage e LaQuan Smith, introducono un'allure sensuale che nasconde solo le dita, quelli classici, visti da Rick Owens a Mugler passando per Gucci, mantengono una silhouette discreta, sebbene entrambi elevino il dettaglio manuale come punto focale.
- Il guanto da opera domina le collezioni femminili, in quanto, declinato in versione iper-lunga che si fonde con il vestito o in versioni trasparenti di garza e pizzo, isola e valorizza sezioni di pelle nuda sulle spalle, come nelle visioni di Prada, Versace e Simone Rocha.
- Sebbene il loro ritorno infonda eleganza e distacco ai look, i guanti devono evolversi con tecnologie touchscreen per interagire con smartphone, poiché, senza tale innovazione, rischiano di scontrarsi con la prosaica dipendenza quotidiana da dispositivi, limitandone l'adozione pratica.





















































































