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Herno inaugura un nuovo showroom in occasione della Fashion Week Women's SS24

3000mq per esprimere heritage e DNA del brand

Herno inaugura un nuovo showroom in occasione della Fashion Week Women's SS24 3000mq per esprimere heritage e DNA del brand

La Milano Fashion Week sarà per Herno un'occasione irripetibile, con il lancio della collezione Women's FW24 e l’inaugurazione del nuovo showroom Spazio Herno. Lo showroom non sarà l'unico luogo ad accogliere le collezioni, da qualche anno sempre più varie ed ampie, ma diventerà lo spazio per rappresentare nella sua completezza il mondo Herno: il percorso, l’evoluzione del brand, le collaborazioni e i progetti sostenibili. Nell’iconico stabile di via Vespri Siciliani 9, la cui linea contemporanea e distintiva è l’opera di De Amicis Architetti nata dal recupero di una vecchia fabbrica, le aree sono progettate per godere di continua luce naturale in tutti i piani dell’edificio. Ampie vetrate e saloni sono pensati per agevolare connessioni e scambi creativi tra le varie unità. La vocazione sostenibile di Herno la ritroviamo anche nel rimodernamento della struttura: i tetti sono totalmente ricoperti di piante sempreverdi a seguire il ciclo delle stagioni con i loro colori, così come nei giardini pensili d’inverno che accompagnano la visita nei corridoi del primo piano.

Non poteva certo mancare, come d’abitudine nella storia di Herno e nelle sue location in giro per il mondo, l’arte contemporanee. Due le opere fortemente volute dal Presidente Claudio Marenzi: una da lui personalmente commissionata all’artista statunitense Pae White, Fair Winds & Following Seas, realizzata direttamente nella hall di Spazio Herno, a tutta altezza, ad accogliere gli ospiti. Monumentali ma delicate, le sculture sospese di Pae White sono composizioni caleidoscopiche di fili sottili cui sono appesi delicatamente ritagli di carta, come anche pezzi d’acciaio serigrafati. Nella sua pratica, White si concentra sullo spazio attorno alle sue opere, mossa dal desiderio di realizzare collegamento tra questo e le opere stesse. I mobile di White possiedono un fascino disorientante: interagendo con la luce e i riflessi, i mobile animano l’ambiente circostante e invitano gli osservatori a sperimentare lo spazio da una prospettiva nuova. Mettendo in discussione il tradizionale concetto di cosa sia, o dovrebbe essere, una scultura, i mobile di Pae White si riducono a quella che l’artista stessa definisce «un'esplorazione del movimento contenuta in un turbinio di colori e delicato movimento».

L'altra, posizionata nel giardino interno e ammirabile dalle vetrate che dividono lo spazio al piano terra, è un’opera di Latifa Echakhch, Fantasia, un percorso tra nazioni incapaci di comunicare che racconta la fragilità del concetto di confine, dell’appartenenza e dello sradicamento culturale. Fantasia di Latifa Echakhch è un fitto reticolo di aste portabandiera identiche tra loro che escono dal terreno. Sono le bandiere che mancano, e con esse anche i messaggi di fiducioso ottimismo nella cooperazione internazionale che i vessilli nazionali hanno la capacità di suggerire sventolando davanti a edifici importanti. Senza una particolare bandiera che li renda identificabili, i pennoni richiamano un simbolo generalizzato dello stato nazione; e il loro affollarsi e interferire reciprocamente è interpretabile sia come delle innumerevoli braccia brulicanti della burocrazia statale sia come macchinazioni della politica globale. Allo stesso tempo, gli spogli pennoni rappresentano un invito a contemplare la natura reversibile e relativa dei simboli nazionali e delle identità da essi rappresentati, facendo quindi appello all’idea di multiculturalismo. Fantasia è stata esposta in molte mostre dedicate a Latifa Echakhch, nonché alla 54a Biennale di Venezia del 2011 dove i pennoni fiancheggiavano il viale che conduce al Padiglione Italia.