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La storia d’amore fra Pharrell e Timberland

Un flirt durato più di un decennio

La storia d’amore fra Pharrell e Timberland Un flirt durato più di un decennio

Dire che la recente collaborazione tra Louis Vuitton e Timberland ha diviso il pubblico sarebbe un delicato eufemismo. C’è chi l’ha amata e chi la considera un pigro esercizio di branding – c’è anche chi deplora il fatto che i ricchi e modaioli di questo mondo abbiano bisogno di appropriarsi di un’icona della classe operaia e delle subculture giovanili come può esserlo il Yellow Boot (nome scientifico: Six Inch Boot, con buona pace degli uffici stampa che ci leggono). I detrattori forse ignorano che la storia che lega Timberland al mondo della moda non è sicuramente iniziata né finita con Louis Vuitton: non solo la collaborazione rappresenta per il brand il vertice di una lunga ascesa iniziata anni fa ma è praticamente da un decennio che Pharrell corteggia e collabora con Timberland facendo del loro più recente link-up sia un punto di arrivo molto interessante del suo percorso all’interno della moda che una citazione affettuosa al lavoro di Virgil Abloh – oltre alla celebrazione di una scarpa che negli anni di maggior successo musicale di Pharrell e di altri grandi artisti della sua generazione era davvero diventata un simbolo e un’affermazione di identità. E tornando per un attimo al discorso moda: si può parlare davvero di ascesa quando è il Yellow Boot a superare in popolarità e volumi di vendita qualunque altra esosa scarpa di lusso? Sembra piuttosto che sia stato il mondo della moda a volersi appropriare del suo mito e imitarlo, non il contrario. Se sapere che Louis Vuitton aveva collaborato con il brand ha scandalizzato alcuni, sarebbe forse opportuno rinfrescare loro la memoria. La collaborazione in effetti non è del tutto casuale né è un’operazione di copia-e-incolla commerciale – esiste piuttosto una vera genealogia della collaborazione con Louis Vuitton vista in questi giorni. 

I primi anni ‘10 e il fenomeno Bee Line by BBC

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In principio fu proprio Pharrell che nell’ormai remoto 2013 annunciò una collaborazione tra Timberland e la linea Bee Line by Billionaire Boys Club, il brand da lui fondato insieme a Nigo dieci anni prima. La linea rappresentava una proposta più elevata e lussuosa del guardaroba del brand oltre che una collaborazione tra Pharrell stesso e Mark McNairy, un designer famoso all’epoca per la direzione creativa di J.Press che fece tornare lo stile Ivy League popolare e per la propria linea di scarpe. La collaborazione ebbe un successo notevole e l’estate dello stesso anno, per i festeggiamenti del decimo anniversario di Billionaire Boys Club a Las Vegas e poi ancora al Made in America Festival di Philadelphia e a dicembre durante la cerimonia di accettazione della sua stella, Pharrell indossò un’altra iterazione rossa dello stivale detta “Red Boot” che venne resa disponibile il successivo agosto 2014 in un’edizione limitata di trecento esemplari. Lo stivale Timberland era particolarmente adatto al look de rigueur dell’epoca, che includeva una camicia abbottonata fino al colletto e tenuta fuori dai pantaloni, indossata sotto una varsity o un piumino, con pantaloni troppo lunghi che, posati sulle alte scarpe, si contorcevano e stropicciavano mettendole in bella mostra – qualche altro anno e quei pantaloni sarebbero diventati dei jogger e gli stivali sarebbero diventati costose sneaker collaborative. 

@songs_being_iconic Nicki Minaj - feeling myself ft. Beyoncé #nickiminaj #beyonce #feelingmyself Feeling Myself - Nicki Minaj

Nel 2015 sarebbe arrivata anche un’iterazione blu, colore scelto perché era diametralmente opposto all’originale giallo nella ruota dei colori, con cui Pharrell si fece anche ritrarre indossando quegli occhiali tondi di Chanel onnipresenti durante la sua fase di collaborazione con Karl Lagerfeld da Chanel. Fu la terza di quella che sarebbero state nove collaborazioni (l’ultima è del 2022) tra Timberland e Bee Line. Nel maggio dello stesso anno vennero rilasciate nuove versioni degli stivali collaborativi con una stampa all-over di un prato d’erba e di un alveare – queste ultime, dette Honeycomb, vennero famosamente indossate da Beyoncé nel video di Feeling Myself insieme a Nicki Minaj. Intorno allo stesso periodo, Rihanna indossò la versione stampata con l’erba. Entrambe le versioni avevano come terza parte della collaborazione Bionic Yarn, un altro brand posseduto da Pharrell che con notevole anticipo rispetto ai tempi produceva tessuti da materiali di scarto. Il successo del modello Honeycomb fu così vasto che a dicembre lo stivale venne nominato “Collaborazione dell’Anno” dai Footwear News Achievement Awards - la stessa edizione in cui Kanye vinse “Scarpa dell’Anno” per Yeezy. 

Virgil Abloh entra in scena

A questo punto bisogna lasciare Pharrell e fare un salto temporale di due anni, nel 2017, ovvero l’anno in cui Virgil Abloh, fresco dal successo planetario della collaborazione The Ten con Nike, annunciò la sua collaborazione con Timberland per la collezione SS18 di Off-White con al centro uno stivale anch’esso verde come il primo prodotto da Pharrell ma in tonalità fluo e con una tomaia in velour che sarebbe stato rilasciato nel marzo del 2018 con tanto di quattro diversi lacci a contrasto e un tag di Off-White. Tra il gennaio e il maggio del 2018 a quello stivale ne vennero affiancati tre: uno nella più classica tonalità cammello, uno nero e l’altro arancio ma con le medesime finiture e co-branding.

@alexmaxamenko Louis Vuitton ‘Creeper’ Ankle Boots from Virgil Abloh’s Debut LV collection ‘Rainbow Walk’. Size 9, message me if you’re interested in purchasing #louisvuitton #virgilabloh #archivefashion Dragonfly by Dana and Alden - Zach

Ed è notevole che l’annuncio e la release di questi modelli si svolgesse nello stesso periodo di tempo della nomina di Abloh a direttore creativo di Louis Vuitton. Nello stesso anno, per la SS19 di Louis Vuitton, Virgil disegna l’LV Creeper Ankle Boot costruito in una pelle scamosciata di vitello beige che erano, praticamente, una replica ultra-lusso dei Timberland, con catene d’oro, una punta più affusolata e il monogramma del brand nell’inserto imbottito alla caviglia. Timberland era arrivato in passerella da Louis Vuitton molto prima di quanto molti oggi pensino.

La chiusura del cerchio

Ora, al di là della sua commercialità, la collaborazione con Off-White era anche una sorta di self-reference dato che sia Jay-Z che Kanye, nel 2014, fecero molta pubblicità ad Abloh indossando le Royal Plaid Shirt di Off-White in concerto in abbinamento agli stivali Timberland. Sempre nel 2014, parlando dell’album che poi sarebbe diventato The Life of Pablo due anni dopo, Kanye disse: «Questo album è diverso. È come un paio di Timberland; come le Timberland che non sono del tutto in pelle e non sono del tutto scamosciate. Non si tratta del suono liscio e scialbo della musica di Chicago che abbiamo in questo momento, né dell’asprezza del semplice "hip-hop». Intorno a quegli anni, Kanye abbinava spesso lo stivale a pezzi più elevati: nel 2012 li indossava insieme a una t-shirt di Pyrex Vision e pantaloni laccati Balmain, nel 2013 abbinati a una pelliccia allo show FW14 di Celine, nel 2015 di nuovo insieme a una pelliccia ma con pantaloni di pelle di Bottega Veneta. 

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Di nuovo non casualmente, quello era il periodo in cui Abloh era il direttore creativo dell’agenzia di West, Donda – in cui prendeva forma quel modello creativo di elevazione a lusso dei capi working-class che il mondo hip-hop aveva elevato a icone culturali. Questo processo di assorbimento ed elevazione dei codici hip-hop nella moda commerciale mainstream iniziò proprio con Abloh e con quel periodo che vide i rapper diventare i nuovi ambasciatori dell’industria del lusso nel mondo. Con Pharrell da Louis Vuitton, il processo ha chiuso idealmente questo cerchio, diventando il punto di arrivo di un cammino iniziato quando, nel ’93, i Boot Camp Click indossarono gli stivali Timberland per la prima volta, seguiti a ruota dal Wu-Tang Clan, che finirono per consolidare il binomio tra hip-hop e il brand del New Hampshire trent’anni dopo. Il resto è già storia.