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Abbiamo intervistato i fondatori di Sole DXB

Il festival di footwear, fashion e musica made in Dubai raccontato dai suoi fondatori

Abbiamo intervistato i fondatori di Sole DXB  Il festival di footwear, fashion e musica made in Dubai raccontato dai suoi fondatori
Fotografo
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La settimana scorsa siamo stati a Dubai insieme a Gucci per l'inaugurazione dello store all'interno del Dubai Mall. Oltre ad assistere al live di A$AP Rocky durante il party, abbiamo avuto l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con i fondatori di Sole DXB il festival di footwear, fashion, music, design e alternative culture che dal 2010 attira a Dubai milioni di appassionati da tutto il mondo. 

Raj Malhotra, Joshua Cox, Hussain Moloobhoy e Nick Baker non solo ci hanno accolti in anteprima, nel bel mezzo degli accorgimenti dell'ultimo minuto, ma hanno condiviso con noi la loro storia e la passione che li ha portati fino a qui. Tra gli aspetti fondamentali, a detta dei boss, la community e l'autenticità ricoprono un ruolo primario. Per scoprire di più, e perché no per organizzare già il viaggio per il prossimo anno, leggete la nostra intervista.

 

#1 Come è nato il Sole DXB? In che momento avete realizzato che Dubai aveva tutte le carte in regola per diventare un punto di incontro per la street culture e l'hip-hop?

Sole è nato da un esperimento. Alcuni di noi hanno deciso di realizzare una proiezione cinematografica per vedere se c'erano altre persone interessate alla street culture. Quel giorno l’affluenza è stata enorme e tutti i partecipanti hanno portato un’energia incredibile con loro. Questo ci ha ispirato a costruire quello che vedi oggi al festival.

Non c’è stato un vero e proprio punto di svolta che ci ha fatto capire che Dubai potesse ospitare la cultura. Abbiamo tutti vissuto qui per un po’ e sapevamo che la comunità era forte da queste parti. Si trattava più di trovare i mezzi giusti per comunicare a tutto il mondo che doveva assolutamente venire qui e prenderne parte.

#2 In che modo la cultura mediorientale caratterizza e influenza il Sole DXB?

La regione è piena di persone provenienti da tutto il mondo che hanno portato con loro un pezzo della loro cultura e ne hanno fatto il loro. Abbiamo sicuramente il nostro modo di indossare le cose. Non è anormale per noi vedere qualcuno che indossa un Kandoora e delle kicks. Questa è una regione di Third Culture Kids e quindi è difficile racchiudere tutto in una categoria.

Il fenomeno dello streetwear sta crescendo esponenzialmente anche in Italia. Che consiglio vorreste dare al nostro paese per far si che la nostra identità culturale non si disperda, ma che  diventi invece un elemento di unicità?

Fidatevi della gioventù. Le identità culturali sono destinate a cambiare. Non state perdendo la vostra identità, si sta solo evolvendo con il mondo che lo circonda. Gli aspetti importanti delle nostre identità continueranno a vivere.

#3 Oggi Sole DXB rappresenta per tanti appassionati e sneakerhead sparsi per il mondo, me compresa, un evento a cui si aspira di partecipare almeno una volta nella vita. Vi aspettavate di raggiungere in pochi anni questi risultati?

Siamo veramente felici di questo. Se ci avessi chiesto 3 anni fa se pensavamo di essere qui, la risposta sarebbe stata “non ne abbiamo idea". Non è perché non credevamo fosse possibile. È che ci sono così tanti fattori esterni che contribuiscono alla riuscita di questo festival. La community che partecipa e le vibrazioni che porta con se, il retail market, la città e quanto margine di manovra abbiamo per superare i limiti. Ogni anno è pieno di sorprese non solo per il nostro pubblico, ma anche per noi.

#4 Sole DXB ruota intorno al mondo delle sneakers e della musica. Quanto nella vostre personali esperienze l’una ha influenzato l’altra e viceversa e in che modo?

Tutto, davvero tutto. Noi non selezioniamo mai artisti che non ascoltiamo. Raramente entriamo in contatto con marchi il cui lavoro non ci piace. Nel bene o nel male, quando si tratta di contenuti durante l'evento, siamo micro-manager. Quello che vedi è un riflesso diretto dei nostri gusti personali e qualsiasi imperfezione riscontri nell'evento è un riflesso di noi che cerchiamo di imparare e fare meglio.

 

# 5 Negli ultimi anni, il mondo dell'alta moda si è avvicinato sempre più al mondo dello streetwear. Cosa ne pensate di questo fenomeno? E in che modo secondo voi si evolverà questo rapporto?

Era inevitabile. Le fashion house più intelligenti si posizioneranno in testa alle tendenze, ma prima di tutto devono sapere chi sono i loro clienti.

Non tutti i brand hanno capito bene. Uno dei motivi per cui volevamo lavorare così tanto con Gucci è perché sono riusciti ad intercettare il cambiamento con estrema autenticità. Alessandro Michele non sta cercando di pensare come il suo pubblico... è il suo pubblico. Questo è il motivo per cui sono stati in grado non solo di entrare in questo mondo, ma anche di plasmarlo.