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Prada FW18: quando utilità, prestazione e comodità diventano sovversive

Miuccia Prada esplora l’anima industriale del marchio

Prada FW18: quando utilità, prestazione e comodità diventano sovversive Miuccia Prada esplora l’anima industriale del marchio

Dopo anni di show presso la sua sede in via Fogazzaro, Prada si sposta in un vero e proprio magazzino della Maison in viale Ortles, alla periferia Sud di Milano, zona in cui sorge anche la celebre Fondazione.

Questo luogo, allestito come un deposito immaginario, con bauli e scatole con simboli onirici e surreali come galli o dinosauri,

"...ha ispirato la sfilata e viceversa…corrisponde all’anima industriale di Prada, che volevamo valorizzare" dice Miuccia Prada.

Osservando i modelli sfilare per la collezione FW18 si capisce presto cosa la designer intenda comunicare e come la nuova eleganza sofisticata e rigorosa poggi sui concetti di utilità, prestazione, comodità e su una rivisitazione personale del Black Nylon. Per interpretare questo materiale che ricorda la Prada degli anni ’90 arrivano quattro architetti e designer di fama internazionale a lavorare ciascuno su un prodotto unico: Ronan & Erwan Bouroullec su un portadocumenti, Konstantin Grcic su un grembiule, Herzog & de Meuron su un abito e Rem Koolhaas su uno zaino.

Senza tempo, pratico e insolitamente prezioso, il nylon è l’elemento principale chiamato a sovvertire l’abito maschile borghese, ma non solo. E, insieme ad altri tessuti naturali, invade tutti i 45 capi della collezione: anorak, cappotti imbottiti e altri talmente sottili da sembrare camicie, cappotti a vestaglia in lana cammello, polo lavorate in jacquard, bermuda, pantaloni, larghi felpe da skater, camicie stampate.

Proprio le stampe sono l’altro dettaglio inatteso, il link con l’heritage e il passato di Prada che rispolvera alcune delle sue grafiche più iconiche, ora remixate ad hoc, dalle banane ai crisantemi, dalle fiamme a Cleopatra.

 images via Vogue