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Waris Ahluwalia

The game of males

Waris Ahluwalia The game of males

"In quella stanza così stranamente arredata, un uomo sta seduto su una poltrona zoppicante: è di statura alta, slanciata... dai lineamenti energici, maschi, fieri e d’una bellezza strana. Lunghi capelli gli cadono sugli omeri: una barba nerissima gli incornicia il volto leggermente abbronzato. Ha la fronte ampia, ombreggiata da due stupende sopracciglia dall’ardita arcata, una bocca piccola che mostra dei denti acuminati come quelli delle fiere e scintillanti come perle; due occhi nerissimi, d’un fulgore che affascina, che brucia, che fa chinare qualsiasi altro sguardo. "

La prima descrizione di Salgari del personaggio di Sandokan rappresenta il ritratto ottocentesco dell’ospite di questa settimana.

Occhi scuri e predatori, sguardo selvaggio, la danza di un cobra che ipnotizza la sua preda un attimo prima di freddare il suo pasto. Questa l' impressione di una persona che si trovi di fronte allo sguardo d'adamantio di Waris Ahluwalia.

Se il mondo è fatto fondamentalmente di prede e cacciatori Mr Ahluwalia è senza dubbio uno splendido esemplare della seconda specie. Uscito da una novella di Emilio Salgari con la sua linea lungiforme e i movimenti fluidi e dosati, ricorda in maniera sfacciata (ovviamente sbarbato di fino) il re dei "dinoccolati" mounsier Adrien Brody in un Treno per Darjeelin di Wes Anderson (in cui ha anche recitato, vedi il Capo Treno).

Come il personaggio del film interpretato da Brody Waris, Ahluwalia  "si copre" con completi solid. Stile sobrio ma impeccabile, le sue origini Punjab non influenzano il suo gusto stilistico. I completi cadono morbidi sulle sue spalle è quasi mai si vedono cravatte a costringere la sua persona. Questo non giustificherebbe la sua presenza all’ interno di questa rubrica, ma sono solo due elementi, barba e turbante, giusto quei due dettagli in più, entrambi nerissimi, che nella loro incredibilmente semplice eleganza e capacità di rottura con lo stile prettamente occidentale, rendono questo personaggio, come ci piace definirlo, degno di nota e immediatamente riconoscibile all’interno della cerchia dei “soliti noti”.

Waris nasce sulle montagne indiane del Punjab e da li all’età di 5 anni si trasferisce come nelle migliori fiabe Americane a Brooklyn, dove comincia a macchiare la sua “fedina” creativa, così nell’ incertezza di quale via precorrere si è sporcato le mani negli ambiti più disparati.

Il cinema, per il quale si è prestato come attore, regista, e produttore. La ristorazione, con l’apertura di esclusivi Pop-Up Tea House in quel di Nuova York. Una maison di ricerca di artigianato d’autore. Infine il design del gioiello, l’ultima arte che gli ha conferito i maggiori riconoscimenti e fama: sue le collaborazioni con i marchi più disparati da De Bears ad APC, e suo il brand di fine jewelry (oggi di proprietà della Maxfield) House of Waris, che ha imprezziosito colli di moltissime icone della moda, alleggerendo i portafogli dei relativi consorti.

Dal curriculum di questo camaleontico “figuro” si evince anche:

1. Una nomination nella Best Dressed List di Vanity Fair;

2. Una nomination a Second Best Dressed Man da GQ Britain;

3. Nomination nella lista delle 10 Most Impactful people.

"In qualità di esploratore globale la mia passione è di cogliere l’inatteso in giro per il mondo" Waris Ahluwalia