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Ci sarà mai un'altra Birkin?

La gara a chi vuole essere il nuovo Hermès ha un nuovo concorrente

Ci sarà mai un'altra Birkin?  La gara a chi vuole essere il nuovo Hermès ha un nuovo concorrente

L’anno del quiet luxury, del ritorno alla qualità, della semplicità e del lusso: sembra che il 2023 abbia servito una grande anteprima di quello a cui assisteremo nel corso del nuovo anno, un assaggio della voglia delle principali maison di lusso di lanciare l’accessorio più esclusivo sul mercato. Se fino a pochi mesi fa la Birkin di Hermès era nota come l’articolo di moda più costoso al mondo, acquistabile solo da pochi eletti, oggi esistono competitor come la la Margaux di The Row, la Cabas di Phoebe Philo o ancora la Buckle di Prada, un trio a cui si aggiunge anche la versione cowboy di Pharrell, presentata ieri sera allo show di Louis Vuitton Men. Già nel 2023, il nuovo direttore creativo di Louis Vuitton Men aveva provato a superare nuovi record con la Millionaire, la Speedy da un milione di dollari, ma questa nuova "Birkin" sfiora il limite del plagio - e come ci insegna la storia, Hermès non digerisce molto bene gli imitatori. L'idea di Pharrell segue una lunga fila di designer che stanno prendendo ispirazione dal flair sempreverde della Birkin, un modello che sta vivendo una seconda età dell'oro da quando il mondo ha distolto lo sguardo dai marsupi logati in favore del lusso in borghese. Mentre la Birkin ha segnato la storia della moda e del marketing, diventando icona di una generazione al pari livello della it-girl da cui prende il nome, i design di Pharrell, delle gemelle Olsen, di Prada o di Philo non arrivano al quinto compleanno, e si inseriscono nella narrativa di un trend, più che in quello di un unicum nel genere. La rinascita della Birkin ha portato le nuove generazioni a creare l'estetica Messy Bag, le più anziane a rispolverare vecchi accessori dimenticati e i brand a provare a fabbricarne un’interazione, ma è davvero possibile fare una nuova Birkin? 

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La borsa di Hermès che viene riconosciuta per le strade di ogni città, anche da chi di moda non se ne intende, deve il suo successo a Jane Birkin. Un’idea nata su un aereo nel 1984, quando su un volo Parigi-Londra l’attrice si è lamentata delle dimensioni ridotte della propria borsa con l’allora presidente della maison, la borsa è stata da sempre contraddistinta da un destino fortuito. Capiente, geometrica, cucita a punto sellaio, la storia attribuisce alla campagna vendite della maison il merito di aver reso la borsa uno status symbol, un paradosso del marketing che ha trasformato un semplice accessorio nel Santo Graal della moda. Inaccessibile anche per l’1%, si dice che per acquistare una Birkin serva coltivare anni e anni di pubbliche relazioni - con l’aggiunta scontata di diversi passaggi di carta di credito - con il personale Hermès, anche se le liste d’attesa per l’accessorio non esistono dal 2010. Oltre ad essere di per sé esclusiva, nell’arco del suo regno sono state prodotte versioni uniche, tra cui edizioni con rifiniture in oro e diamanti vendute all’asta per centinaia di migliaia di dollari - la più famosa resta la Birkin in coccodrillo dell’Himalaya, battuta all’asta ad Hong Kong per $377,261. Ad oggi, ricopre lo stesso valore di investment piece di un orologio di lusso, con studi recenti che dimostrano che la borsa ha avuto un rendimento medio del 14,2% tra il 1984 e il 2015. 

@charlesgross #pheobephilo #mostexpensive #haul original sound - Charles Gross

Tra i papabili fautori di una nuova Birkin si distinguono Pharrell, il nuovo direttore creativo di Louis Vuitton Men che da mesi si diverte a proporre articoli logati a prezzi stratosferici, le gemelle Olsen, che con The Row seguono la stessa filosofia di vendita sottocoperta di Hermès, Phoebe Philo, che ha appena lanciato il proprio brand preferendo i drop saltuari online agli show mainstream, e Prada, che porta il titolo di brand più virale del 2023. Malgrado tutti questi brand si distinguano sia per design che per tecniche di comunicazione, con Louis Vuitton e Prada che puntano alla popolarità, The Row e Phoebe Philo che invece scommettono su una clientela fidelizzata e di nicchia, tutti loro hanno già lanciato sul mercato borse con le stesse qualità che hanno reso la Birkin un’icona: la capienza, la semplicità delle linee e la qualità dei materiali. Pharrell gioca con l’animo pop delle Speedy, sfoggiate nelle sue campagne da star del calibro di Rihanna e Lebron James, Miuccia Prada e Raf Simons trasformano la borsa in oggetto di design con la Buckle, mentre le gemelle Olsen e Phoebe Philo puntano su silhouette malleabili dal costo spropositato con la Margaux e la Cabas. Sono diversi i motivi che spingono magazine e appassionati a credere che i brand stiano cercando di fare una nuova Birkin. Oltre al price point spropositato - la Cabas di Phoebe Philo arriva a costare 7,200 euro, la Margaux a 5,300 - è il valore mediatico delle maison ciò che rende gli accessori un oggetto del desiderio. Tra diversi anni, saranno pochi i singoli fortunati che vanteranno di avere in armadio un articolo della prima collezione dell’ex direttrice creativa di Chloé. 

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La notorietà è un valore portante nella moda, ma anche se TikTok continua a proiettare verso l’alto i trend più inaspettati, dal Jane Birkin Effect al Quiet Luxury, i post non bastano per diventare una star. Questo, forse, è il motivo per cui le uniche che si stanno avvicinando alla realizzazione di una nuova it-bag pensata per l’1% sono le gemelle Olsen. Da fan della Birkin - le foto che le ritraggono in giro per New York sfoggiando la loro collezione dell’iconica borsa a mano sono tantissime - hanno preso ispirazione dallo stile discreto e funzionale di Hermès per il design della loro Margaux, così come per la comunicazione del loro brand. The Row è una maison “quiet” da sempre, non ha cambiato la direzione artistica seguendo una tendenza, perciò la loro sobrietà finisce per apparire più onesta. Un fattore chiave rende la Margaux una possibile succeditrice della Birkin, ossia l’impossibilità di replica. La Buckle di Prada, le Speedy di Louis Vuitton e persino la Cabas di Philo sono caratterizzate da design riconoscibili, ed è quindi più facile crearne un dupe, mentre la Margaux di The Row è quasi completamente priva di tratti distintivi. Questo può aiutarla a sfuggire dal fenomeno di sovraccarico mediatico che nuoce ai trend, permettendole di raggiungere record di vendite in maniera graduale e duratura. Bisognerà aspettare qualche anno per capire se la Margaux diventerà la nuova Birkin, se diventerà anche lei un investimento, oltre che un accessorio, ma forse è proprio questo il punto: gli unici che per adesso sono a conoscenza del suo valore sono i pochi - che forse non sono neanche pochi, considerando che è già sold out - fortunati che ce l’hanno tra le mani.