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Cosa c’entra il cambiamento climatico con i saldi invernali?

Il caldo record fa passare la voglia di cachemire

Cosa c’entra il cambiamento climatico con i saldi invernali?  Il caldo record fa passare la voglia di cachemire

Più scioccante del caldo di quest’estate, più disorientante delle ultime uscite di Beppe Sala, questo ottobre l’Italia ha registrato le temperature più alte di sempre in autunno. Nelle prime settimane del mese, Torino e Milano hanno superato i 31 gradi, mentre sul Cervino della Valle d’Aosta il termostato ha faticato - e continua tutt’ora -  a scendere sotto lo zero dopo i 3mila metri. Secondo il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, il caldo di queste ultime settimane rappresenta un presagio sinistro, riflesso nell’immagine di ghiacciai che continuano a sciogliersi quando invece dovrebbero essere già coperti di neve. Così come il mondo intero sta assistendo ad un cambiamento temporale e termico delle stagioni, con estati e primavere più lunghe ed inverni più corti, così le abitudini dei consumatori si stanno trasformando. In Italia, i negozi delle grandi città hanno ormai da tempo sostituito costumi e canottiere con collant e sciarpe, ma i passanti, contenti di poter rimanere in maglietta, non hanno ancora voglia di pensare ai piumini. Durante i primi giorni di ottobre, le vendite di abbigliamento e accessori sono calate del -30%, un dato che sta spingendo i venditori a cercare soluzioni. 

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Le temperature record di questo autunno stanno pesando sui negozianti, che si ritrovano di fronte ad un quesito che interessa tutto il sistema moda. Di cosa avranno bisogno i consumatori in futuro, in risposta al cambiamento climatico? Se da un lato sempre più brand stanno puntando sullo sviluppo di tecnologie tessili pensate per proteggere il corpo dagli sbalzi termici e dalle condizioni atmosferiche avverse, dall’altro i negozianti italiani non riescono a stare al passo con il meteo, avendo completato gli ordini invernali mesi prima, quindi senza poter prevedere l'innalzarsi delle temperature. Mentre i più giovani e i più alla moda si lasciano ammaliare dal gorpcore, l’estetica del trekking e dell’abbigliamento tecnico perfettamente in linea con la necessità di vestiti che si adattano ai climi più variabili, i negozi stanno anticipando i saldi di mezza stagione per invogliare all’acquisto di maglieria e giacconi.  

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Secondo un sondaggio di Federmoda, il 54% dei negozianti intervistati ha registrato un calo di vendite nel primo mese d’autunno. Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia- Confcommercio, ha parlato in merito ai problemi economici che scaturiranno da questo caldo eccezionale. «Dal punto di vista dell’offerta commerciale la stagione estiva è finita, ma quella meteorologica sta mettendo in difficoltà i nostri negozi che devono affrontare gravosi problemi che vanno da magazzini sempre più pieni ed assortiti alle sfide finanziarie legate alle scadenze dei pagamenti, nonché spese generali come tasse, costi energetici, affitti indicizzati e costo del personale.» In attesa che le temperature comincino a scendere, i saldi invernali e il Black Friday hanno già preso il via, pur essendo soliti iniziare rispettivamente a gennaio e il terzo venerdì di novembre. Il mondo del retail di moda si ritrova dunque di fronte ad una nuova sfida, forse prevedibile, al fianco della minore disponibilità economica dei consumatori post-pandemia e del rallentamento di crescita dei gruppi del lusso