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L'estate di Dolce&Gabbana è una questione di confidence

L'ultimo show dei due designer aveva un semplice titolo: “Stile”

L'estate di Dolce&Gabbana è una questione di confidence L'ultimo show dei due designer aveva un semplice titolo: “Stile”

Da qualche anno Dolce&Gabbana hanno cambiato marcia. Dopo una lunga fase di massimalismo, passata a tradurre nella stoffa gli eccessi regali del barocco siciliano, i due designer hanno iniziato a meditare su ciò che li ha resi, nel corso di lunghi anni, personalità leggendarie nella moda, proprietari di uno degli ultimi colossi indipendenti dell’industria che è quasi un regno a sé stante, dotato di un suo linguaggio, una sua clientela e, fino a pochi anni fa, di una sua schedule propria per le sfilate. Tornati nel calendario ufficiale della fashion week, i due designer sono anche tornati a pensare alle proprie origini, la Sicilia che raccontano è diventata più essenziale e sublimata che immediatamente decorativa ma soprattutto la meditazione sull’archivio e sul passato hanno portato, questa stagione, a una riflessione sull’idea di stile – idea che ha dato il titolo allo show SS24 presentato lo scorso sabato.  «Modo di vestire e di comportarsi di una persona che ha un’eleganza spontanea, raffinata e composta» si legge nel lookbook, ma si vede anche in passerella con una serie di look che ripercorrono tutti i registri esplorati da Domenico Dolce e Stefano Gabbana nel corso di una lunghissima carriera: dal rigoroso al languido, dall’opulento all’austero, dall’antico al contemporaneo.

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Questa identità si esprime attraverso quella dei singoli capi – la Sicilia di una volta è raccontata, ad esempio, tramite completi gessati che paiono usciti da una foto di Giuseppe Leone, ma resi sia sublimi nei materiali e nei tagli sia estremamente moderni, saldamente situati nel 2023 con i suoi contesti culturali e sociali; altrove basta un dettaglio, una vita alta, l’assenza delle maniche, l’aderenza o trasparenza di una maglia bastano, da sole, a prendere quest’uomo italiano vecchia maniera e trasportarlo con maestrale e deliberata malizia in un mondo di sensualità del tutto contemporaneo. C’è una sicurezza in se stessi e anche un certo compiacimento del proprio corpo che ha da sempre caratterizzato l’uomo di Dolce&Gabbana, insieme virile e narciso, mascolino e ostentatore – ma adesso, con questo nuovo tono meditativo che altro non è che la sicurezza con cui i designer sviluppano il proprio linguaggio, quest’uomo perde la sua carica aggressiva, alla superbia sostituisce un quieto orgoglio e assume una compostezza e una dignità che, anche in presenza di dettagli meno canonici e sfumature androgine, può provenire soltanto da un’identità che ha trovato un pieno compimento. Domenico Dolce e Stefano Gabbana sanno chi sono – il loro stile ne è solo la prova definitiva.