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This is Monky!

This is Monky!

La prima volta che ho fatto un salto nel mondo di Monky è stata grazie a Susie Bubble. La mitica blogger inglese – quella che più di tutte merita il titolo di fashion blogger ante litteram- aveva registrato una serie di puntate per la sezione Monky Tv, invitando tutte le sue followers a visionarle.

Inutile dire che, già dopo il primo click, mi sono innamorata del “Monky universe”.
Dell’aspetto fantasioso e creativo del sito, della sua atmosfera fresca e vivace, delle sue iniziative terribilmente cool anche senza essere né troppo snob né troppo altezzose.

E’ così che definirei Monky: uno stile di vita che si fa moda, apparel e lifestyle in maniera leggera, una sorta di concept raffinatamente casual, con una vena di fanciullesca magia che ti rapisce quando visiti il suo sito e frughi tra le sue appetitose proposte. 
Stessa sofisticata raffinatezza che troviamo nella sua collezione e nel suo lookbook che se ne fa interprete scegliendo, al posto delle classiche immagini stucchevoli, foto che si snodano tra pop art, cartoon e visioni oniriche, mai banali, ma sempre decisamente da scoprire.

Un universo parallelo abitato da creature fantasiose che si snoda da un concetto onnicomprensivo che dalla Svezia (dove nasce), si rivolge agli adolescenti di tutto il mondo, scegliendo il loro linguaggio per proporsi. 

La sua storia non è solo comunicazione attraverso disegni fantastici stampati su capi di abbigliamento all’ultimo grido, ma è grafica, sito web, accessori, intimo, piccoli dettagli, video e modalità d’approccio innovativo che lo rendono unico nel suo genere. Inimitabile nella sua forza.

Basti pensare che i suoi vari concept store si sviluppano ognuno secondo un’idea diversa, che parte da una storia fantastica, un sogno, per proporsi e farsi testo, immagine, musica, abbigliamento. Per farsi vita ed esperienza. Emozione e sentimento.
Questo è –secondo me, soprattutto- Monki.
Semplicemente unico. 


 

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