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Katie: The Velvet Machine

Katie: The Velvet Machine

 

Contraddistinta da un occhio particolarmente sovversivo e ispirato alla scena socio-politica contemporanea, caratterizzata da un leitmotiv piuttosto militaresco, sentiremo sicuramente parlare in futuro di Katie Eary. La giovane londinese diplomata al Royal College of Art nel 2008 ha debuttato sulle passerella della London’s Man Fashion Week con una collezione più unica che rara: colori improbabili, materiali tecnici e chiari riferimenti a scenari di guerra e turbamento sono i temi dominanti nella sua catwalk.

L’audace innovatrice che, “come venditrice di pop-corn in un cinema all’età di sedici anni, si strappava la divisa per non omogeneizzarsi e sembrare un aneroide (cit. Vogue)” propone un quadro piuttosto calzante per l’attuale momento storico e delle texture un pò scientifiche, quasi alla Hermann Nitsch: trame confuse, alternanza tra colori vividi e scuri e stampe raffiguranti il sistemi circolatorio e osseo del corpo umano, outfit dal tocco carnevalesco accentuati dal trucco piuttosto pronunciato da un use/abuse di accessori. Sull’onda innovativa tendente più al nipponico Comme des Garçon che all’avanguardia europea degli Antwerp Six, la Eary ha indubbiamente rivoluzionato una concezione stilistica ormai ripetitiva e ristagnante.