
Che cos'è il GENIUS Act? Negli Stati Uniti questo weekend è passata la prima legge federale sulle criptovalute

Per la prima volta nella storia, questo weekend negli Stati Uniti d'America è passato il GENIUS Act, la prima legge federale sulle criptovalute. Il disegno di legge introduce un quadro normativo per le cosiddette stablecoin, ovvero criptovalute ancorate a beni ritenuti stabili, come le valute di stato. L’obiettivo dichiarato dai sostenitori, che cercano di promuovere il DDL dallo scorso anno, è quello di offrire regole chiare a un settore in rapida espansione, garantendo che gli Stati Uniti restino al passo con l’evoluzione dei sistemi di pagamento. La spinta arriva direttamente dall’industria delle criptovalute, che vede in queste norme un’opportunità per ampliare l’adozione delle monete digitali e renderle finalmente parte dell’economia quotidiana. Per molti osservatori del settore, questa legge rappresenta un vero spartiacque. Secondo Christian Catalini, uno degli esperti più ascoltati nel campo della finanza digitale e sostenitore principale della proposta di legge, l’introduzione di regole ufficiali potrebbe dare il via a un’ondata di nuovi operatori pronti a lanciarsi nel mercato delle stablecoin. L’effetto principale? Una maggiore concorrenza, più opzioni per i consumatori e un’accelerazione concreta nell’innovazione dei sistemi di pagamento. Secondo altri senatori invece, il testo attuale sarebbe troppo accomodante verso le aziende, privo di strumenti efficaci per tutelare davvero i consumatori o per contrastare i rischi legati al riciclaggio e al trading illecito. Per la senatrice ed ex candidato democratico alla presidenza Elizabeth Warren, la legge rappresenta addirittura un passo indietro: un compromesso debole che rischia di fare più danni che benefici, perché darebbe una parvenza di legittimità a un settore ancora troppo poco trasparente.
The stupidest motherfucker to ever walk this earth, claimed the
— Marlene Robertson (@marlene4719) July 19, 2025
GENIUS ACT was name named after him.
pic.twitter.com/0T0DzkEX5P
Nel dicembre dello scorso anno il prezzo del bitcoin aveva superato i 100mila dollari (l’equivalente di circa 95mila euro), raggiungendo il suo valore più alto fino a quel momento. Nel corso del 2024 il prezzo della criptovaluta era già più che raddoppiato. Di recente, il 14 luglio, il valore del bitcoin ha superato per la prima volta i 120mila dollari, registrando così un nuovo record. La crescita è stata è trainata dal forte interesse degli investitori, convinti che Trump possa offrire un sostegno politico e normativo più favorevole al settore delle criptovalute – cosa che in parte sta già avvenendo. «L'aspetto politico è particolarmente importante perché sta permettendo alla criptovaluta di ottenere una sempre maggiore legittimazione istituzionale negli Stati Uniti, trasformandola da asset speculativo a potenziale riserva strategica nazionale», scrive Wired Italia. Sebbene per anni Trump si sia mostrato scettico sulle criptovalute, durante la sua campagna elettorale non ha nascosto di essere favorevole alla loro diffusione, e ha promesso di allentare le regole che ne limitano l’utilizzo. Queste dichiarazioni sono state giudicate piuttosto credibili dagli investitori, un po’ perché a farle è stata una figura istituzionale (per quanto controversa e ambivalente), e un po’ perché – nonostante tutto – Trump ha comunque il controllo di entrambe le camere del Congresso: in questo contesto è teoricamente più facile mantenere le promesse.
Bitcoin’s rise up the market-cap leaderboard continues:
— Bitcoin.com News (@BTCTN) July 14, 2025
• Now #5: BTC at $2.43 T just passed Amazon ($2.39 T)
• Last week it leapt over Silver ($2.22 T) and Alphabet ($2.19 T)
• Next target: Apple at $3.15 T — a 30 % price move from here
Digital gold is catching the $3 T… pic.twitter.com/QzKOfEXdP4
Il settore delle criptovalute è stato tra i principali comparti a finanziare la campagna elettorale di Trump, con la speranza di ottenere un ritorno concreto: dopo anni di diffidenza da parte delle autorità finanziarie, gli investitori si aspettano ora un atteggiamento più favorevole nei confronti dei bitcoin – per lo meno. In effetti, gli istituti bancari – soprattutto in Europa – continuano a essere particolarmente riluttanti a considerare la criptovaluta uno strumento di investimento adatto al mercato, a causa dell’opacità delle piattaforme che la gestiscono e dell’elevata volatilità del suol prezzo – che può generare guadagni significativi ma anche perdite altrettanto consistenti. Diversamente dalle azioni societarie, infatti, il valore delle criptovalute non si basa su solide basi economiche, ma è determinato esclusivamente dalle dinamiche di domanda e offerta. «Fino a pochi anni fa bitcoin era considerato troppo rischioso dalle grandi istituzioni finanziarie. Banche, fondi pensione e corporation lo vedevano come un asset volatile e privo di regolamentazione chiara», spiega Wired Italia. Negli ultimi mesi, però, le aspettative verso una più ampia adozione delle criptovalute hanno spinto molti investitori ad acquistarle, alimentando una crescente domanda che ha inevitabilmente contribuito all’aumento dei prezzi – in particolare dei bitcoin. «È stato il cambio politico negli Stati Uniti ad accelerare definitivamente questa trasformazione», precisa Wired Italia. «Il passaggio dall'amministrazione guidata da Joe Biden, critica verso le criptovalute, a Trump ha ribaltato l'approccio».
Dal punto di vista elettorale, il sostegno esplicito di Trump alle criptovalute gli ha permesso di conquistare il favore dei milioni di statunitensi che vi avevano già investito. Ma dietro questa posizione c’è anche un evidente interesse personale: appena tre giorni prima del suo insediamento, Trump ha lanciato una propria criptovaluta – o meglio: un meme coin (“$TRUMP”), cioè una categoria altamente speculativa spesso considerata una prova dell’affidabilità limitata dell’intero settore. Poco dopo anche Melania Trump ha creato una propria criptovaluta, in quella che molti hanno interpretato come un tentativo di capitalizzare rapidamente sull’entusiasmo dei sostenitori del nuovo presidente. Questa mossa ha generato non poche polemiche: secondo diversi osservatori, anziché contribuire a rendere il mercato più maturo e istituzionale, Trump avrebbe agito unicamente per massimizzare i propri guadagni personali. L’operazione, inoltre, ha portato a un evidente conflitto di interessi, poiché mentre l’amministrazione Trump si dichiarava pronta a regolamentare il mercato delle criptovalute, sia il presidente sia la first lady stavano traendo profitti considerevoli proprio da una di esse. Insomma, nonostante l’apertura di Trump verso le criptovalute in molti si chiedono quanto possano realmente fidarsi delle sue iniziative.












































