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Il folle mondo dei gadget dei partiti politici italiani

Tra il mini flipper della Democrazia Cristiana e il paroliere di Silvio Berlusconi

Il folle mondo dei gadget dei partiti politici italiani Tra il mini flipper della Democrazia Cristiana e il paroliere di Silvio Berlusconi

Il 25 settembre si vota per eleggere il prossimo presidente del consiglio italiano, ma, tra una campagna elettorale a dir poco borderline divisa tra la strategia di comunicazione sensazionalistica e populistica della destra italiana e una sinistra che si prende forse troppo sul serio per riuscire ad interagire con i propri sostenitori in modo diretto, le previsioni per gli exit poll sono piuttosto confuse. La partita si gioca sui social network, nell’ordine Facebook, Twitter, Instagram e da poco, da quando Silvio Berlusconi ha riscoperto l’hype che può suscitare una buona barzelletta o da quando Carlo Calenda ha deciso di confessare le sue difficoltà con il ballo, anche TikTok. Con l’avvento dei nuovi media, sembrano lontani i tempi in cui lo spazio di discussione dei temi di ordine pubblico erano le piazze, le scuole, le università, il baretto, la televisione nazionale, quando i comizi erano davvero un evento mondano e suscitavano negli elettori lo stesso tifo che ci si aspetterebbe da una partita di calcio: erano gli anni d’oro dei gadget dei partiti.

In ambito politico la tradizione dei gadget è un retaggio a stelle e strisce, dove le elezioni diventano una vera e propria “guerrilla marketing”, per citare la definizione del pubblicitario americano Jay Conrad Levinson. Esemplari in tal senso sono state le presidenziali del 2008, le prime di Obama, passate alla storia con il volto in rosso e blu del futuro presidente stampato su felpe, magliette, spille, penne, chiavette usb. Da allora i gadget sono diventati parte integrante della strategia di comunicazione di ciascun partito politico, oltre ad un ottimo modo per rimpinguare le casse proponendo oggetti di massa nei colori dei partiti, con i nomi dei candidati, slogan e provocazioni verso gli avversari, anche addosso a celebrity come Kendall Jenner o Emily Ratajkowski se parliamo del merch di Bernie Sanders.

In Italia la tradizione dell’oggettistica firmata dai politici è un classico della destra, che propone cimeli da collezioni ai propri elettori come il portachiavi che suona l’inno d’Italia di Giorgia Meloni, il paroliere di Silvio Berlusconi, i boxer con il logo di Forza Italia, il merch fan made dai seguaci di M5S con tanto di cuscini e palloncini gonfiabili. Oggi reperibili su subito.it, facebook marketplace, e-bay al triplo del prezzo originario e custoditi sulle mensole come cimeli di famiglia. Secondo il Corriere della Sera, l’idea di utilizzare massicciamente i gadget per rafforzare militanza e identificazione in un partito viene proprio da Berlusconi che la introdusse nelle elezioni del 1994. Oggetti come le spillette originali della «discesa in campo» che alla convention dell’Eur alcuni militanti fedelissimi sfoggiavano generando invidia tra i presenti perché introvabili. Per non parlare dei ventuno milioni di "euroconvertitori" (un modo altisonante per dire calcolatrice), che il Premier inviò nel 2001 per festeggiare il Natale e salutare la lira.

Oggi, su subito.it compare l’inserzione: «Vendo orologio originale Zenith in oro 18 k ordinati direttamente alla Zenith dal presidente Silvio Berlusconi, con sul retro la data della nascita di Forza Italia con firma originale del presidente». Mentre con un po’ di fortuna è possibile reperire su e-bay il mini flipper della Democrazia cristiana, in cui il gioco consiste nel tenere le palline sempre al centro, al riparo dello scudo crociato, per salvarsi dalle derive dittatoriali di destra e sinistra. Segue la molletta del Pd con la scritta “Ci tengo”, un po’ banale ma efficace, distribuito in occasione delle primarie del 2009 e le celebri felpe verdi della Lega Nord, indossate da Salvini che però, “a sua insaputa forse, erano made in Bangladesh.” Tra le novità di quest’anno c'è l'Enigmistica dei patrioti, l'ultima trovata della campagna elettorale di FdI che accompagna Giorgia Meloni in tour per l'Italia. Compilando il quiz distribuito gratuitamente ai comizi se si uniscono i puntini il Pd è "il partito che ha ingannato gli italiani" e bisogna poi tracciare la via d’uscita in un labirinto per "mandare a casa Pd e 5Stelle”. A metà tra il ludico e il preoccupante, se i gadget dei politici vi portano all’inesorabile riflessione sul futuro del nostro paese, potete sempre leggere qualche barzelletta di Silvio Berlusconi dal libro “Il Re che Ride” di Simone Barillari per alleggerirvi il morale.