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Quando l'upcycling diventa arte

Gli studenti di IUAD Napoli e il brand di New York Skyco riflettono sull’heritage del brand

Quando l'upcycling diventa arte Gli studenti di IUAD Napoli e il brand di New York Skyco riflettono sull’heritage del brand

Da Napoli a New York, e in tutto il resto del mondo a dire il vero, si espande l’heritage di Baracuta – storico brand britannico fondato a Manchester nel 1937 che ha dato al  mondo, tra le altre cose, il G9 Jacket, la prima giacca free-movement della moda pensata per i giocatori di golf che dovevano giocare nell’inclemente e piovoso clima inglese. Proprio in onore della sua storia, per rielaborarla e reinterpretarla, entrando in dialogo con le voci creative del mondo di oggi, Baracuta ha lanciato il nuovo Baracuta Upcycling Project, che vede come prima release una versione reworked dell’iconico G9 Jacket e farà parte dell’offerta SS22 del brand. Baracuta stesso ha definito il progetto «la riscoperta di materiali d’archivio e la ricerca per dare nuova vita ai tessuti del passato». Il risultato è una collezione di giacche ricondizionate che riportano in vita gli stock delle precedenti collezioni di Baracuta per una nuova epoca e una nuova generazione.

Proprio per celebrare il suo vivace legame creativo con le nuove generazioni, il brand ha collaborato con una serie di scuole di moda, di brand e studi creativi per creare degli item one-off a partire da una serie di G9 Jacket d’archivio. Il progetto ha visto i giovani creativi di IUAD Napoli, di Coventry University e il brand newyorchese Skyco insieme allo studio VIJZ dialogare e ripensare l’heritage del brand. La redazione di nss magazine li ha raggiunti per farsi raccontare i concept dietro a ciascuno dei progetti.

Per gli studenti di IUAD Napoli, Ludovica Palma, Valentina Turri e Raffaele Castiello, lo spirito del progetto è stata l’innovazione simboleggiata dalle pratiche di upcycling. Ludovica, che ha trasformato il G9 d’archivio in una borsa ispirata alla logomania e ai «capi tempestati di monogrammi dei brand più ambiti» è affascinata dalla maniera in cui l’upcycling può far evolvere l’identità del brand: «Mantenendo l’essenza di un brand gli si può attribuire un significato differente per rafforzarne l’identità». Valentina Turri invece ha prodotto una giacca ibrida che si può trasformare in borsa tramite un ingegnoso sistema di cerniere. Per lei l’upclycing è una maniera di far proseguire la storia della creazione di un capo «che si estranei dal concetto di stagionalità della moda, ma che segue regole proprie e che si adatti nel tempo, creando un ciclo ripetibile all'infinito». Raffaele Castiello, invece, che per la sua reinvenzione del capo si è ispirato al mondo goth/punk, sfruttando i significati del motivo tartan. Per lui l’upcycling è un «recupero migliorativo» che «non riduce il valore del vecchio, dello scarto ma riesce a dare una nuova vita al prodotto ricorrendo ad un design intelligente». Per il suo progetto, invece, Tonya Belliazzi si è ispirata alla «copertina di una rivista del 1963 dove Steve McQueen in sella alla sua moto indossa l’Harrington di Baracuta» ricreando l'effetto della ruggine sul tessuto e strutturando il G9 come una motor jacket. La logica dietro il progetto è quella dell'upcycling che «si adatta al desiderio di un futuro che sappia utilizzare nel modo migliore l’eredità della nostra storia» e diventa strumento per coltivare la consapevolezza del passare del tempo.

«Le persone non apprezzano i loro abiti e possono buttarli via appena hanno una piccola smagliatura», ha detto Olivia Hastilow parlando del suo progetto di upcycling, ispirato all’unione dell’heritage italiano e inglese che ha rinfunzionalizzato il back panel della giacca trasformandolo in borsa. Dello stesso avviso è Agata Brzosowska che dice: «Viviamo in un'epoca in cui tutti comprano un sacco di cose perché è facile e veloce produrle, ma i risultati sono molto negativi. Penso che sia giunto il momento di riciclare le cose che abbiamo, perché la maggior parte di esse può essere sicuramente riutilizzata invece di inquinare l'ambiente». Per il suo progetto la studentessa ha seguito varie ispirazioni, dalle ultime collezioni di Botter agli archivi anni ’90 fino all’idea di funzionalità rappresentata da una grande tasca innestata sul corpo della giacca originale. Per Macie Walkden, invece, «l'ispirazione per il mio lavoro è stata la storia del marchio e il luogo di produzione del tessuto. Ho approfondito la storia dei due fratelli Miller e del luogo in cui è stato fondato il marchio», un approfondimento storico concretizzatosi nell’upcycling del G9 Jacket.

Il progetto di upcycling di Skyco Studios è stato forse il più estremo – e ha visto il G9 Jacket di Baracuta diventare una sedia pieghevole. «Ho cercato di catturare una vibe pulita ma creativa che credo riesca a raccontare sia la giacca e sia ciò che il brand rappresenta». Ovviamente, dato l’approccio creativo radicale di Skyco Studios a emergere è soprattutto il «tocco scherzoso» con cui la giacca è stata reinventata. Il che rientra pienamente nella filosofia di design di Skyco per cui «l'upcycling dà a persone come me la possibilità di esprimere la propria creatività con materiali e mezzi che non avrei mai immaginato di utilizzare».


«Le lampade hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nel far sembrare il nostro studio come una casa», hanno detto i creativi dello studio VIJZ, spiegando come mai si siano concentrati sulla trasformazione dei G9 Jackets di Baracuta in lampade. «L’ispirazione ci è venuta dai vecchi arredi d’antiquariato che nessuno vuole ma ai quali mi piace dare vita». L’upcycling è la vocazione di tutta la vita per i founder di VIJZ che fin dall’infanzia hanno «manipolato ciò che esisteva in un nuovo prodotto».