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La mostra del Met doveva essere dedicata a John Galliano

Ma molti membri del museo si sarebbero opposti

La mostra del Met doveva essere dedicata a John Galliano  Ma molti membri del museo si sarebbero opposti

Prima che le star dell’intrattenimento e le maison di lusso trasformassero il Met Gala in una specie di gara al miglior red carpet look, l’evento era una "semplice" cena d’inaugurazione della nuova mostra al Metropolitan Museum di New York. Quest’anno, il titolo del nuovo progetto coordinato da Anna Wintour sarà Sleeping Beauties: Reawakening Fashion, ma sembra che si tratti di un’idea dell’ultimo secondo. Fino all’estate scorsa, l’editor-in-chief di Vogue US e Andrew Bolton, head curator del Met, avevano intenzione di dedicare l’edizione del 2024 all’eredità artistica di John Galliano, un progetto che avrebbe finalmente sancito il perdono definitivo della fashion industry nei confronti del designer da tempo al centro di una grave polemica. La mostra sull’attuale direttore creativo di Maison Margiela è stata messa da parte a causa delle possibili polemiche che avrebbe suscitato tra il pubblico - secondo quanto riportato dalla testata americana The Cut, alcuni membri del consiglio del museo sarebbero intervenuti per impedirne la realizzazione. Anni dopo l’ascesa del Met nella pop culture, dai meme su X alle video-recensioni dei look su Youtube, l’organizzazione incontra nuove tensioni che potrebbero decretarne il declino. 

L’idea di rendere l'inaugurazione del Met un evento di una portata pareggiabile agli Oscar è stata di Wintour e di Andrew Bolton, curatore museale dell'Anna Wintour Costume Center presso il Metropolitan Museum of Art di New York City. A partire dal 2010, la serata si è trasformata in un’occasione imperdibile per le maison di lusso per fare beneficienza e nel frattempo ottenere ottima pubblicità. Seguendo il successo del Met - che a sua volta prendeva ispirazione dalle strabilianti mostre di Diana Vreeland al Met negli anni ’70 - negli ultimi anni un’infinità di istituzioni museali e  maison hanno sponsorizzato esposizioni di moda immersive, dal celebre V+A fino a Palazzo Reale di Milano, passando dal raccontare le prime creazioni di Coco Chanel alle ultime di Gucci. Non c’è dubbio che il Met sia ormai una colonna portante della curatela di moda, nonché un punto di riferimento costante per chiunque voglia creare una mostra di Couture degna di nota, ma come dimostrano i dati sul pubblico delle ultime esposizioni, sempre meno persone si stanno interessando alle mostre di Bolton. Dopo edizioni record (tre mostre di Bolton del Metropolitan Museum tra il 2010 e il 2019 sono considerate le più visitate nella storia), l’affluenza dei turisti newyorchesi al Met sono crollate: l’anno scorso, la mostra sui Cipressi di Van Gogh ha attratto più pubblico di Karl Lagerfeld: A Line of Beauty, intanto che Wintour ha ricavato donazioni per un ammontare sconcertante di $22 milioni. Potrebbe essere stato esattamente il successo sul red carpet, tra sponsor di lusso e celebrity, ad aver avviato una lenta autodistruzione dell'evento. 

In un’intervista con il New York Times del 2009, Azzedine Alaïa aveva detto che Anna Wintour «ha troppo potere sul museo». Troppo, aveva sottinteso il designer, nel senso che il suo potere decisionale, guidato dalle possibilità economiche dei brand e dai suoi preferiti, influenza pesantemente sulle scelte artistiche delle mostre a dispetto di altri, forse più meritevoli, che però non hanno abbastanza fondi per entrare tra le grazie dell’editor o non le stanno simpatici (tra cui Alaïa). Se già agli inizi del 2010 le mostre del Met dipendevano così tanto dai “favori” delle maison di lusso nei confronti dell’istituzione, non possiamo neanche immaginare quanto valga, ad oggi, la loro beneficienza a scopo pubblicitario. Il Met ha visto alcune delle mostre di moda più interessanti e rivoluzionarie di sempre per il settore della curatela, da China: Through the looking glass a Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination, ma pare proprio che l’impero dell’intrattenimento costruito attorno all’istituzione stia per crollare a partire da stanotte. Per scoprire se ci ritroviamo davvero di fronte alla fine del Met, occorrerà aspettare i risultati della nuova mostra.