Un nuovo documentario racconta la vita di John Galliano

Nato Juan Carlos Antonio Galliano-Guillén, John Galliano incarna l'era più eccitante della storia della moda. Un designer enigmatico, una volta soprannominato "enfant terrible", iniziò la sua carriera come studente all'università Central Saint Martins di Londra. La sua prima collezione ispirata alla Rivoluzione Francese divenne emblematica, un progetto che diede vita al movimento di decostruzione firmato Galliano. La collezione Les Incroyables attirò l'attenzione da ogni parte dell'industria, ma invece di scegliere di collaborare con maison già affermate, Galliano fece il coraggioso passo di lanciare un proprio marchio. Negli anni, creò capi sia avanguardistici che storici, stabilendo rapidamente una reputazione tra l'élite della moda britannica. Nonostante i plausi della critica, il brand mancava di sostegno finanziario e i suoi design, pur innovativi e ispirati, non erano adatti all'uso quotidiano. Il fallimento era incombente, ma l'intervento di Anna Wintour e Andre Leon Talley cambiò la traiettoria dell'azienda. Due grandi ammiratori delle creazioni di Galliano, negoziariono il finanziamento per il designer aiutandolo a stabilirsi a Parigi.

Dopo diverse collezioni nella capitale della couture, Galliano fu scelto da Bernard Arnault, CEO di LVMH, per ricoprire il ruolo di direttore creativo da Givenchy. Il suo tempo in quanto designer della maison storica fu breve, ma decisivo. La collezione Couture del 1996, presentata allo Stade de France, fu uno spettacolo mozzafiato che mescolava gli stili delle cortigiane del diciottesimo secolo con le cantanti di cabaret degli anni '20. Nonostante i dubbi iniziali, Galliano fu trasferito a Dior lo stesso anno, succedendo a Gianfranco Ferré. I veterani della industry francese non guardavano bene all'arrivo di un designer inesperto alla guida di una delle case di moda più prestigiose, ma l'approccio audace e intraprendente di Galliano, unito alle sue competenze tecniche, fu il cambiamento contemporaneo di cui Dior aveva bisogno, avendone triplicato il fatturato.

In occasione dell'uscita del nuovo documentario High & Low - John Galliano, riscopriamo insieme la vita del designer, adesso direttore artistico di Maison Margiela.

L'ascesa e la caduta del genio di Galliano

Da Dior, la pressione opprimente su Galliano non poteva essere ignorata. Produrre sei collezioni all'anno si rivelò una sfida spaventosa per il designer, che doveva conciliare la direzione del proprio brand con un'ascesa alla fama meteorica. Si rifugiò nell'alcol e nella droga per lenire le sue ansie, con conseguenze disastrose per la sua salute e la sua carriera. Il suo declino culminò nel 2010, quando, una notte, fu segnalato un episodio di commenti antisemiti e rantolanti ubriachi da parte del designer presso un locale parigino. L'episodio portò al suo arresto e a gravi accuse in Francia, prima del licenziamento da Dior e dalla sua stessa azienda, in parte di proprietà di LVMH. Le accuse e la condanna furono uno shock per tutta la fashion industry, lasciando molti perplessi per i commenti odiosi fatti da uno dei designer più adorati della Francia. Galliano non solo perse la carriera, ma anche il prestigio e lo status. Dopo il ricovero in riabilitazione, diventò estremamente discreto, scomparendo per tre anni ad eccezione della progettazione del vestito da sposa di Kate Moss, nel 2011. La storia del designer serve da esempio per coloro che fanno scelte sbagliate: assumersi le proprie responsabilità, fare ammenda e iniziare un dialogo sono necessari per ottenere il perdono.

Un graduale ritorno in passerella

Anna Wintour fu una delle insider che si impegnò attentamente per il ritorno del designer sulla passerella. Su richiesta dell'editor, Oscar de la Renta invitò Galliano nel suo studio di New York per una residenza temporanea, per preparare la collezione ready-to-wear FW 2013 da presentare alla New York Fashion Week. Galliano tenne un profilo basso, rimanendo dietro le quinte, ma la collezione fu ben accolta, ricordando il suo tempo a Dior tramite scollature drappeggiate e fianchi svasati. Anche se alcuni ne minimizzarono l'importanza, la residenza da Oscar de la Renta si dimostrò essenziale per il ritorno di Galliano nella moda. Parallelamente al suo ritorno in passerella, il designer iniziò a parlare dell'incidente del 2010, un passo vitale per ottenere il perdono della industry. Nonostante le dichiarazioni di pentimento, una discussione approfondita e un resoconto pubblico erano ancora essenziali. Dopo il ricovero in riabilitazione, rilasciò un'intervista a Vanity Fair spiegando le circostanze che lo portarono a fare commenti così odiosi, dichiarando di non essere antisemita, ma di aver scelto «le parole più brutte che mi sono venute in mente al momento». Le sue dichiarazioni furono accolte con comprensione dalla industry e da gruppi come la Lega Anti-Diffamazione, lodando la volontà di Galliano di fare ammenda.

Sollevare il velo da Margiela

Il designer fece il suo ritorno nel 2014 come direttore creativo di Maison Margiela. Il suo ritorno in passerella fu illustrato da una collezione interamente rossa che suscitò grande entusiasmo. Il suo contratto fu rinnovato per il 2019, mettendo Galliano al comando dei reparti womenswear, menswear, accessori e couture della maison. A differenza della sua esperienza stressante a Dior, il suo ruolo da Margiela mostra un designer più tranquillo, capace di affrontare l compito con pragmatismo anziché frustrazione. Il fatturato di Margiela è aumentato dal suo arrivo, un risultato che rende onore alla sua caratteristica miscela di storia e innovazione capace di decostruire gli stereotipi di design. Per la collezione Artisanal 2022, Galliano ha presentato un racconto gotico medievale su due amanti in fuga dopo il parricidio, svelando un nuovo motivo, Sandstorming. Ha reclutato l'aiuto delle modelle di lunga data Amber Valetta e Anna Cleveland. Quando ha iniziato da Margiela, il fondatore della maison gli consigliò di «rendere la maison sua», un suggerimento che Galliano ha preso a cuore, scegliendo un approccio ben ancorato a terra ma con lo sguardo verso l'innovazione.

Il designer è attualmente oggetto di un documentario di Kevin Macdonald: High & Low - John Galliano. Nell'era della cancel culture, della quale la storia di Galliano è forse uno degli esempi più precoci, il regista esplora concetti di perdono, redenzione e espiazione con il designer. Secondo il regista, quando gli è stato chiesto perché ha accettato di partecipare al film, il designer ha spiegato: «Non sto facendo il film perché voglio essere perdonato. Sto facendo il film per essere capito un po' meglio». Quindi vediamo che il designer non è tanto preoccupato dell'ottica o della ripetizione degli eventi che hanno portato al suo licenziamento, ma cerca piuttosto di sollevare il misterioso alone che lo proteggeva, sottoponendolo a un'analisi critica. Afferma: «Ora capisco che non avevo scelta se non seguire questa strada e inciampare. È stato un messaggio inviato da Dio. Siamo come bambini, dobbiamo cadere per imparare.»