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Crime suit, trend o cliché?

Significati dell’abito formale maschile tra potere, crimine e sesso

Crime suit, trend o cliché? Significati dell’abito formale maschile tra potere, crimine e sesso
Pulp Fiction 1994
The Killer 2023
The Killer 2023
The Killer 2023
The Killer 2023
The Killer 2023
Enfants Riches Dèprimès
Enfants Riches Dèprimès
Egon Lab
Egon Lab
Willy Chavarria
Willy Chavarria
The Killers 1964
Dolce&Gabbana
Le Iene 1992
John Wick
Goodfellas
Takeshi Kitano x Yamamoto
Takeshi Kitano x Yamamoto
Saint Laurent
Saint Laurent
Saint Laurent
Dolce&Gabbana
Dolce&Gabbana

Dalla scrivania d’ufficio fino alla camera da letto, il completo sartoriale maschile attraversa tempi e luoghi del quotidiano assumendo molteplici significati. La maggior parte delle persone, per via di un profondo e radicato retaggio culturale, riconosce nell’abbigliamento formale maschile il segno dell’autorità e del potere associando la galanteria e l’idea tradizionale del "perbene” a un determinato modo di vestirsi; altri, come alcuni creatori di moda e di cinema, provano a rompere questa rigida rappresentazione ideologica. Registi e designer declinano “la divisa sociale del maschio” non solo come abito da ufficio, ma la arricchiscono di suggestioni erotiche, criminali e misteriosamente perverse. Nell’ultima collezione uomo di Anthony Vaccarello per Saint Laurent, ad esempio, il tema della sensualità e della sessualità che evoca il completo sartoriale maschile è centrale.  I « completi terrificanti e languidi», come li descrive Mark Holgate nella recensione della sfilata su Vogue Runway, esprimono nella loro classicità un delicato erotismo e una sottile femminilità che si manifesta attraverso le camicie trasparenti portate sotto le giacche, dal taglio fluido. A tal proposito, Vaccarello utilizza la tecnica d'alta moda del flou legata alla moda femminile, abbinando materiali dalle consistenze più rigide, come la pelle, con altri più morbidi come l’organza.  Il designer belga, in quell’occasione, ha spiegato alla stampa di essersi ispirato a un uomo notturno, misterioso, a metà tra Patrick Bateman di American Psycho e Julian Kay in American Gigolo: l’abito formale nasconde così i segreti della perversione e può diventare uno strumento di seduzione.

Il crime-suit nella moda contemporanea 

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Saint Laurent
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Saint Laurent
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Saint Laurent
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Dolce&Gabbana
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Dolce&Gabbana
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Dolce&Gabbana
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Enfants Riches Dèprimès
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Enfants Riches Dèprimès
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Egon Lab
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Egon Lab
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Willy Chavarria
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Willy Chavarria

Sulla stessa falsa riga di Vaccarello per Saint Laurent, i designer di Dolce&Gabbana da sempre esplicitano il loro interesse, sia nell’uomo sia nella donna, per il dualismo erotico-criminale che suscita l’abito sartoriale maschile. In alcune stagioni, il completo acquista una allure più aristocratica e raffinata: lo notiamo dai tuxedo portati con camicie di seta o dai cappotti di pelliccia che ricordano «un giovane Helmut Berger in un film di Visconti», come dicono gli stilisti in merito allo show Sleek, uomo FW24. In altre collezioni, invece, l’uomo Dolce&Gabbana assomiglia più al “masculu” siciliano, al mafioso che indossa completi gessati e rosari al collo come nell’ultima campagna del brand scattata da Steven Meisel. Anche alcuni brand emergenti hanno approfondito l’estetica della crime-suit: è il caso dello stilista francese Louis-Gabriel Nouchi che, in una delle sue ultime collezioni, si è esplicitamente ispirato al broker-serial killer interpretato da Christian Bale facendo sfilare i modelli con il viso sfregiato dal sangue. Dalla Punk Nostalgia di Enfants Riches Dèprimès alla «new masculinity» di Egon Lab, come scrive Tina Isaac-Goizé, i codici del completo da uomo interessano le nuove generazioni di designer che con background e prospettive differenti sanno reinterpretarli nella contemporaneità. Willy Chavarria rilegge l’abito formale maschile dalle silhouette seventies mettendolo in dialogo con l’estetica messicana del “cholo boy”, espressione con cui si identifica una particolare subcultura delle gang criminali latino-americane (messicane per essere precisi). A tal propostio, alcuni artisti come Mahmood e Bad Bunny , entrambi spesso vestiti Chavarria, hanno sposato in più occasioni l’estetica del “bandito”: nella canzone Monaco il rapper portoricano, oltre a utilizzare il sample della colonna sonora de Il Padrino, ambienta il videoclip del brano in un tipico ristorante italiano a New York frequentato da boss e gangster tra i quali, non a caso, è presente Al Pacino

 Il crime-suit nel cinema 

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The Killers 1964
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Pulp Fiction 1994
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Le Iene 1992
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John Wick
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Goodfellas
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Takeshi Kitano x Yamamoto
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Takeshi Kitano x Yamamoto
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Alcuni filoni del cinema, dal noir al thriller, hanno fatto dell’estetica del sicario in abito formale il loro marchio di fabbrica, come The Killers di Don Siegel, pellicola del 1964 che ispirò film cult di Tarantino come Pulp Fiction e Le Iene, fino a John Wick di Chad Stahelski nel 2014.  Ricordiamo una scena emblematica del film Goodfellas (1990), nella quale il giovane Henry Hill, cresciuto a «pane e mafia», vestito di tutto punto con un impeccabile completo sartoriale, si presenta a sua madre che, in preda alla disperazione, rimprovera il figlio per essersi vestito da gangster. Questo frammento cinematografico ci aiuta a comprendere come l’abito formale da uomo abbia trovato un suo spazio e una sua declinazione visiva specifica nella criminalità. In Giappone, nella tradizione dei gangster movie ha avuto grande importanza la collaborazione iniziata a partire dalla metà degli anni novanta tra il regista Takeshi Kitano e lo stilista Yohji Yamamoto: i due creatori ripensano all’estetica del criminale occidentale connettendo il minimalismo post-atomico di Yamamoto con la cruda violenza delle immagini di Kitano. Non possono, inoltre, non essere citati alcuni lavori della filmografia di Michael Mann come Collateral e Public Enemies, nei quali il regista mostra particolare sensibilità estetica per «la divisa dell’assassino». Nel primo, il sicario Vincent, interpretato da Tom Hanks, indossa un completo grigio, sobrio e pulito che però nasconde il marcio dei suoi reati e la sua identità criminale. Nel gangster drama del 2009, invece, Mann racconta la vita di noti pregiudicati americani, come John Dillinger e Baby Face Nelson, nel periodo della Grande Depressione. Il regista, fedele ai fatti storici di cronaca, costruisce un’estetica intorno ai personaggi perfettamente in linea con i codici di abbigliamento di quel tempo: completi con panciotto, cappelli a falda larga e guanti di pelle, indispensabili per non lasciare alcuna traccia sulle armi dei delitti commessi. L’abbigliamento formale diventa in questi racconti una divisa sotto copertura che crea attorno ai personaggi aria di mistero, ma anche di malinconia e solitudine come in Le Samuraï di Jean-Pierre Melville.

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The Killer 2023
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The Killer 2023
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The Killer 2023
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The Killer 2023
Crime suit, trend o cliché? Significati dell’abito formale maschile tra potere, crimine e sesso | Image 501494
The Killer 2023

La moda e il cinema hanno cercato di macchiare l’impeccabilità del completo da uomo svelandone l’oscura natura, ma allora per quale ragione nella coscienza collettiva l’abbigliamento formale, soprattutto su un maschio, lo identifica più come un gentiluomo che come un assassino? La risposta risiede nel fatto che, come diceva il sociologo francese Bourdieu, la nostra società ha esercitato una sorta di violenza simbolica, ovvero l’imposizione della categoria estetica dell’uomo perbene in giacca e cravatta, talmente validata e interiorizzata da non riuscire mai a decostruirla del tutto. Nella filmografia citata, soprattutto negli anni '60 e ‘70, i killer in completo si confondevano con l’uomo comune poiché per molto tempo la maggior parte dei maschi, per via di quella che comunemente si definisce “grande rinuncia”, si è vestita in questo modo: oggi invece l’abito formale indica un’eccezione, suggerisce rigore istituzionale e sottolinea aristocrazia sociale.  I cineasti si sono resi conto di come l’estetica della crime suit sia divenuta a tutti gli effetti un cliché: sarà per questo che Michael Fassbender, protagonista del recente film The Killer nei panni di un cinico criminale professionista, preferisce mimetizzarsi alla folla vestendosi come un anonimo sciatto turista tedesco. Un “uomo-completo”, oggi come oggi, potrebbe essere un facile sospettato: un maschio trasandato invece è solo uno tra tanti.