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Perché sempre più città scelgono di disincentivare il turismo

Da Amsterdam a Barcellona passando per Venezia

Perché sempre più città scelgono di disincentivare il turismo Da Amsterdam a Barcellona passando per Venezia

Di recente il consiglio comunale di Amsterdam ha annunciato che vieterà la costruzione di nuovi hotel in città. La decisione è volta a ridurre e controllare il flusso eccessivo di visitatori. D’ora in avanti nella capitale olandese un nuovo hotel potrà essere aperto solo se un altro chiuderà, se sarà più sostenibile in termini edilizi rispetto a quelli già esistenti e se non prevederà un aumento dei posti letto. La priorità, inoltre, verrà data alle strutture che sorgono al di fuori del centro storico. Nel 2023 ad Amsterdam i soli pernottamenti in hotel – senza contare quindi quelli di AirBnb – sono stati oltre 20 milioni, soglia che l’amministrazione comunale non vorrebbe più superare. Questa misura si inserisce in un piano più grande, promosso dalla città, per disincentivare il turismo in generale – soprattutto all’interno del centro storico. Lo scorso anno era stata ad esempio lanciata una campagna di comunicazione per scoraggiare un certo tipo di visitatori, interessati per lo più al consumo di marijuana e alla prostituzione legale.

L’iniziativa si chiama “Stay Away”, «state alla larga», ed è rivolta soprattutto ai turisti uomini tra i 18 e i 35 anni, considerati dall’amministrazione comunale i più problematici per l’ordine pubblico. Gli annunci contengono avvertimenti sui rischi e le conseguenze dell’abuso di alcol e droghe – pratiche comuni per quel genere di visitatori. A partire dallo scorso maggio, inoltre, è stato anticipato l’orario di chiusura di alcuni locali e non è più possibile fumare marijuana per le strade del celebre “quartiere a luci rosse”, che ogni giorno attira migliaia di persone, e su cui da tempo è in corso una discussione sulla possibilità di trasferirlo in periferia. Amsterdam, inoltre, limiterà progressivamente l’accesso delle navi da crociera al terminal collocato nel centro-città, riducendo così anche l’inquinamento atmosferico. Tutte queste misure hanno un obiettivo comune: rendere la città più vivibile per i residenti. 

L’iniziativa di Venezia contro il turismo di massa

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Ma Amsterdam non è l’unico importante centro europeo che sta attuando piani specifici volti a ridurre il flusso eccessivo di turisti. Un’iniziativa simile, infatti, è stata presa di recente anche da Venezia. Lo scorso settembre il sindaco Luigi Brugnaro aveva annunciato un piano per disincentivare e rendere più gestibile la grande quantità di turisti in determinati momenti dell’anno, come i ponti e i fine settimana. Il progetto, iniziato ufficialmente giovedì 25 aprile, prevede – a determinate condizioni – il pagamento di un contributo di 5€ per accedere al centro-città. L’obiettivo è di dirottare i turisti che vogliono visitare la città in giornata su altre date con minore affluenza, in modo da garantire ai residenti una qualità di vita migliore. La misura, infatti, non è pensata per generare guadagno – al contrario, si prevede che costerà al Comune più di quanto farà incassare. La città è una delle mete principali di quello che spesso viene definito “turismo tossico”, in grado cioè di generare una serie di problematiche per i residenti – come lo squilibrio di cui si parla da anni tra l’eccessiva presenza di turisti e il progressivo svuotamento di Venezia da parte dei suoi abitanti.

Il caso di Barcellona 

Anche Barcellona – una delle città più visitate d’Europa – sta faticando a gestire l’arrivo di un numero sempre maggiore di turisti. Nel 2023 ha registrato 12 milioni di visitatori, superando i livelli pre-pandemia. Gli abitanti considerano da tempo questo incremento uno dei più grossi problemi della città: la grande quantità di turisti ha infatti contribuito anche all’aumento dei prezzi delle case. Per questo l’amministrazione locale, anche e soprattutto per mandare un segnale ai residenti, di recente ha rimosso dalle mappe online una linea di autobus, perché troppo affollata dai turisti – cosa che diverse associazioni chiedevano da tempo. La linea collega il centro-città con il Parc Güell (l’attrazione più visitata di Barcellona dopo la Sagrada Familia) ed era quasi sempre presa d’assalto dai turisti. Il sovraffolamento rendeva praticamente impossibile utilizzare l’autobus da parte degli abitanti dei quartieri che attraversava. Il Comune aveva già provato ad aumentare la frequenza delle corse, ma senza successo. In alcuni casi è persino capitato che i bus più datati si siano dovuti fermare per far scendere parte dei passeggeri, perché non riuscivano a proseguire la corsa a causa del peso eccessivo. Alcuni residenti sentiti dal giornale spagnolo El Diario hanno confermato che la misura questa volta ha funzionato: oggi l’autobus non è più sfruttato dai turisti, e può essere di nuovo preso con serenità dagli abitanti di Barcellona.