Vedi tutti

Come comprare i jeans perfetti

I consigli vintage friendly di nss

Come comprare i jeans perfetti I consigli vintage friendly di nss

I jeans migliori sono quelli comprati senza dare peso alla taglia e al modello che erano scritti sull’etichetta. Lo dice chi scrive, lo dicono film come Quattro amiche e un paio di jeans. Quei pantaloni che sono stati acquistati perché vi siete innamorati a prima vista del lavaggio del denim, della forma che davano al vostro didietro, della maniera in cui i bottoni non vi si infilavano nello stomaco come spigoli di una credenza. Fino a qualche anno fa comprare jeans voleva dire infilarsi in un negozio, provarne qualche paia - skinny, a vita alta o leggermente baggy, la selezione era quella - finché non si incontrava quello giusto, ma oggi, così come nel dating, troppa scelta e troppe red flag offuscano il nostro obiettivo: quale silhouette mi sta meglio? Mi fido e li compro su Vinted senza averli provati, o scavo per un paio d’ore nel mercato dell’usato del sabato mattina? Ma soprattutto, quali jeans posso comprare senza fare del male all’ambiente? 

I jeans vintage sono davvero meglio? 

@levis Save this video for the next time you go thrifting #vintagelevis #vintagedenim #buybetterwearlonger original sound - Levi’s

L’industria del denim è una delle più inquinanti al mondo: ogni anno vengono prodotti circa 600 mila tonnellate di coloranti, e l’indaco, il più usato in questo campo, richiede fino a 50 tonnellate di acqua per milione di metri solo durante il processo di fissazione. Si aggiungono a questi consumi la questione dello spreco: ogni 12 mesi vengono prodotti oltre 2 miliardi di metri di tessuto. Per porre rimedio al problema, alcuni brand sono scesi in campo per promuovere la moda circolare. Levi’s ha creato un paio di jeans plant-based, Everlane sfrutta risorse riciclate e rinnovabili per la produzione, Re/done dà nuova vita a vecchi paia di seconda mano. Nonostante sia possibile acquistare capi nuovi in modo consapevole, prestando attenzione a produzione, mantenimento ed eventuale smaltimento, la scelta migliore è sempre comprare vintage e 100% cotone. Sono anche più resistenti.  

Quali brand di jeans scegliere?

Ora che abbiamo stabilito la tipologia di acquisto, tocca pensare al tipo di ricerca che vogliamo fare - tra gli editor di nss spopola il nome Napoleone Vintage, a Milano, ma se preferite tuffarvi nel pozzo senza fondo della moda di seconda mano Vinted e Depop, a voi le tastiere. Con i Levi’s è difficile sbagliare, i modelli che vanno per la maggiore sono in genere i 501, i 902, i Silver Tab e i 503, ma non fatevi ingannare dalle mode e dalle taglie e provate tutto: abbandonare l’orgoglio in favore di un numero un po' più alto sull’etichetta si potrebbe rivelare una mossa saggia. Se avete tempo di studiare con più attenzione, provate a cercare brand Made in Japan, dove questo tessuto ha conosciuto un successo inarrestabile. Marchi come Evisu, Edwin, Sugar Cane, Momotaro e Oni Denim promettono resistenza, stile e qualità a tutti gli amanti dekl selvedge denim, o jeans cimosato, ossia prodotto con telai tradizionali a navetta, un tipo di lavorazione che conferisce maggiore pesantezza e robustezza al capo. Se invece tenete alle griffe, rimanete sul binario vintage e datevi alla pazza gioia tra le vecchie collezioni di Helmut Lang e di Dior Homme (rispettivamente pre-2003 e pre-2008), di Jean Paul Gaultier e di Roberto Cavalli, se vi piacciono le fantasie azzardate. Gli amanti dell'archivio più esigenti citeranno anche i jeans che fino al 2005 Christophe Decarnin disegnò per Balmain, quelli di Marithè + François Girbaud oltre che quelli di marchi giapponesi dal tono punk come Undercover, Number (N)ine e Junya Watanabe.  A questo punto, le regole e i consigli contano poco: sta a voi scegliere quale tipo di jeans vi stanno meglio, lasciate stare le mode e fidatevi del vostro istinto. L'importante rimane lavarli il meno possibile - finché qualcuno non ve lo fa notare.