Anca Acaru
IED Milano
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25 anni
Torino
Com’è cambiata la tua quotidianità? Che cosa fai per impegnare la tua giornata?
La mia quotidianità prima era a Milano, vivendo da sola (non più con i miei genitori), lezioni al master e lavori di gruppo, eventi (culturali e di intrattenimento) e visite alla scoperta di questa città e nuove persone. Direi che è cambiato tutto. Sono tornata a casa a Torino con i miei genitori (prima che ci fosse il lockdown), chiusa in casa e lezioni online.
La parola chiave per vivermi al meglio questa quarantena è una: disciplina. Avere chiaro come voglio (e ho bisogno per stare bene) usare il mio tempo, fare una programmazione e poi seguirla. Quindi le mie giornate si destreggiano tra lezioni online, lavori di gruppo online, corsi online e live interessanti (praticamente ora i social ne sono pieni), letture di libri sia per la mia professione che di piacere. Poi per la mia sanità mentale e svago cerco di continuare a curare le relazioni con gli amici, i colleghi di master, la mia famiglia con cui nonostante ci viva insieme cerco di avere dei momenti veri insieme, prendermi del tempo solo per me e quindi anche solo beauty care, yoga e allenamento. Inoltre è stato importante cercare di rendere speciali/diversi alcuni giorni come il mio compleanno e la Pasqua per uscire dalla monotonia di questa vita in clausura. Outfit comodo sempre, niente trucco.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena qual è la soluzione per continuare ad essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
Il modo principale è quello di togliere gli stimoli e distrazioni (e sinceramente penso sia il modo anche in condizioni normali). Prendermi dei momenti in cui stacco mentalmente da tutto e tutti senza cercare di riempire tutti i momenti con continui stimoli, quindi niente social, computer, videochiamate ecc. Momenti in cui mi fermo e mi ascolto e lascio viaggiare libera la mente. Penso, rifletto, immagino, a volte mi lascio portare dalle emozioni, e scrivo. Quando lasci la mente fare il suo lavoro senza continue distrazioni, fa collegamenti, unisce puntini e quindi genera idee che altrimenti non avrebbe modo. Cosa importante cerco sempre di scrivere, segnarmi su carta ciò che ho pensato e con quello davanti, rileggendo (magari a distanza di tempo) possono venire in mente ancora altre idee, così come raccontarle a qualcuno può far nascere qualcosa di nuovo.
Qual è la tua paura più grande in questo momento?
Sono una persona che adora i contatti umani e le esperienze fisiche e la mia paura è che, per quanto la quarantena finirà relativamente tra breve, le condizioni di distanziamento sociale e varie restrizioni continueranno per tanto tempo (mesi, un anno, di più?). Insomma la paura che le interazioni umane non potranno essere più le stesse per tanto tempo, una realtà diversa da quella di prima e che non mi piacerebbe. Oltre al fatto che devo dire ho paura che usciti da questa situazione ci siano problemi economici per tante persone e quindi un malcontento sociale. Purtroppo sì, se penso a queste eventualità divento triste.
Stai già immaginando un futuro post-Coronavirus?
Mi immagino e auguro diversi aspetti positivi. Più attenzione all’ambiente e animali, maggiore rispetto e capacità di coesistere. A questo collego il discorso di Armani: meno consumismo e superficialità, maggiore consapevolezza di ciò che realmente conta. Immagino che ci sarà una pratica maggiore dello smart-working, che non è quello che stiamo facendo adesso, ma significa una maggiore flessibilità degli orari e delle modalità di lavoro, cosa che a me piace molto.